Per Armando Siri, ex senatore della Lega rischia di andare a processo. Si sono chiude le indagini preliminari della Procura della Repubblica di Roma.
Per l’ex sottosegretario alle Infrastrutture, vicino al leader Matteo Salvini, le accuse contestate sono da una parte l'aver condizionato sulle scelte di politica ambientale per creare un vantaggio all’imprenditore dell'eolico Paolo Francesco Arata, dall’altra di agevolare illecitamente il completamento dell'aeroporto di Viterbo, di interesse di Leonardo Spa.
Secondo l'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia, riguardo all'eolico Siri, forte della sua posizione all’interno del governo, avrebbe «proposto e concordato con gli organi apicali dei ministeri compenti per materia (Infrastrutture, Sviluppo economico e Ambiente), l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare e di iniziativa governativa di rango legislativo, proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto minieoloco».
I fatti sarebbero avvenuti settembre 2018. Le intercettazioni hanno captato infatti l'avvenuto pagamento di una tangente presa da Siri.Di questa vicenda Arata ne parla con il figlio Francesco e con Manlio Nicastri, figlio di VitoNIcastri il re dell'eolico a cui è stato sequestrato un patrimonio da 1,3 miliardi di euro.
Nella seconda imputazione avrebbe ricevuto «indebitamente la promessa di ingenti somme di denaro (per il tramite e in parte destinate anche agli intermediari Franco Paolo Arata, con legami personali e illeciti con lo stesso Siri e Valerio Del Duca) e comunque la dazione di 8mila euro» anticipate dagli esponenti sotto inchiesta di Leonardo spa. Stando all’accusa, Siri «si attivava per ottenere un provvedimento normativo ad hoc che finanziasse, anche in misura minima, il progetto di completamento dell’aeroporto di Viterbo, di interesse della Leonardo Spa per future commesse».