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23/09/2020 06:00:00

Amministrative, Campobello di Mazara. Il candidato sindaco Antonio Ingroia

 Con questa chiudiamo le nostre interviste ai candidati sindaci per le amministrative di Campobello di Mazara del prossimo 4 e 5 ottobre. Dopo l’intervista a Gaspare Passanante, candidato di Insieme per Campobello e Giuseppe Castiglione, sindaco uscente per la lista Democrazia e Libertà, oggi facciamo qualche domanda ad Antonio Ingroia, alla guida di Cambiamo Campobello.

 

Ingroia che si candida a Campobello non è certo una cosa ordinaria. Come percepisce la reazione dei campobellesi.

 

Le reazioni sono state diverse. Dall’entusiasmo alla perplessità per un possibile sindaco “forestiero”. Vorrei rassicurare questi ultimi: sarò molto presente, basterà organizzarsi. Sposterò il mio baricentro verso la Sicilia. Nel caso di impegni professionali che mi porterebbero fuori, farei in modo tale da essere di nuovo a Campobello nell’arco di 24 ore.

 

Qual è la prima cosa che farebbe nel caso diventasse sindaco di Campobello di Mazara?

 

Incontrerei tutti gli imprenditori del settore agroalimentare per mettere subito in piedi un consorzio dell’olio e delle olive Nocellara del Belice. Magari “contagiando” anche i comuni vicini come  Castelvetrano.

Il consorzio dell’olio però ha una storia complicata in questo territorio. Nel 2008 la nascita del  “Consorzio di tutela delle valli belicine”, per combattere l’imposizione del prezzo delle olive, fu avversata da una serie di attentati (a poca distanza uno dall’altro) nei confronti di coloro che ne avrebbero fatto parte. Per esempio a Pasquale Calamia del Partito Democratico, bruciarono la casa al mare. Per gli inquirenti, in quel periodo, la produzione dell’olio era controllata di fatto dall’associazione mafiosa. Insomma, potrebbe essere un campo minato?

 

Guardi, la cosa non mi spaventa affatto. Durante la mia trascorsa attività di Pm mi sono occupato di cose ben più pericolose. Sono convinto che la costituzione del consorzio sia una cosa giusta. Inoltre, non c’è un imprenditore dell’olio che ho incontrato (la cui maggioranza è fatta di persone oneste e trasparenti), che si sia mostrato contrario. Quindi, assolutamente, lo faremo.

 

Ha dichiarato all’Adn Kronos che il motivo principale per cui si candida è che ci sono delle incrostazioni di illegalità da eliminare, in modo che il cambiamento si lasci davvero alle spalle gli scioglimenti per mafia del comune. Il defunto sindaco Caravà, anche se assolto in Cassazione, è stato in qualche modo il simbolo dell’ultimo scioglimento. Tommaso di Maria, che è il consigliere 5 Stelle che per primo ha voluto la candidatura di Ingroia, recentemente aveva definito Caravà “unico grande sindaco”. Lei che idea si è fatta?

 

Io non ho vissuto quella stagione, né da Pm né da cittadino campobellese. Non sono  in grado quindi di esprimere giudizi diretti. Certo, raccolgo informazioni ed indicazioni. Certo, nella mia lista ci sono persone, assolutamente improntate alla legalità, all’onestà e alla trasparenza, che esprimono parole di apprezzamento per la sindacatura di Caravà.

Io però voglio guardare avanti ed il mio cambiamento significa voltare pagina, non avendo mai avuto a che fare con i politici del passato. E questa libertà viene anche dal mio essere “forestiero”.

Anche per questo motivo, si tratta di un cambiamento che posso sostenere.

 

Può chiarire meglio la vicenda dell’appoggio dei 5 Stelle alla sua candidatura, prima annunciato e poi smentito?

 

A me la proposta di candidatura è stata fatta dal meetup 5 Stelle di Campobello, che fa capo a Tommaso Di Maria, al momento ancora portavoce del Movimento 5 Stelle al comune.

Aveva chiesto l’utilizzo del simbolo del movimento, da affiancare agli altri di Cambiamo Campobello, ma l’autorizzazione non è mai arrivata perché le alleanze con i movimenti civici vengono consentite solo in caso di distinzione di liste e con un candidato sindaco appartenente ai 5 Stelle (un po’ come è avvenuto a Marsala). Per il comune di Campobello però, essendo al di sotto dei ventimila abitanti, la lista deve essere unica e quindi non sono permesse alleanze. Rimane però il fatto che i 5 Stelle della città mi appoggiano, anche se un altro meetup, “Amici di Beppe Grillo”, hanno fatto sapere che loro invece non sosterranno nessun candidato.

Comunque sono cose che riguardano anche altri candidati. Per esempio, nel sostegno a Castiglione, è diviso anche il Pd. Il segretario provinciale non l’appoggia, mentre il Pd di Campobello lo sostiene. E poi ci sono tesserati del Pd che sono candidati con me, come Pino Fazzuni (candidato vicesindaco) che del Pd è anche componente del comitato direttivo.

 

A Tp24 abbiamo raccontato cosa accadeva durante le campagna elettorale per le amministrative del 2014 e del 2011. E’ venuto fuori un sottobosco sconfortante, fatto di voti comprati, di gruppi di elettori vicini alla mafia, di scambi politico-affaristici. Se fosse ancora così, potrebbe essere difficile farcela soltanto con i voti di opinione. E nello stesso tempo, anche nella sua lista potrebbero esserci candidati con dei pacchetti di voti che magari sarebbe stato meglio non avere. Lei ha sottolineato più volte che non si tira indietro di fronte alle sfide, ma come pensa di districarsi in questo terreno così scivoloso?

 

La seconda ipotesi non mi preoccupa, perché abbiamo utilizzato un criterio molto rigoroso nella selezione dei candidati e non credo che possano esserci rischi di inquinamento del voto a nostro favore. In questa sfida ci vuole un buon arbitro. Colgo l’occasione della sua intervista per fare un appello a tutte le autorità preposte a controllare la regolarità del voto, a cominciare dal prefetto di Trapani. Farò una lettera formale al prefetto di Trapani affinché vengano mobilitate le forze dell’ordine per un controllo severo sulla regolarità delle operazioni di voto. Chiaramente, invito i miei avversari a fare altrettanto. Che siano rispettate le regole del gioco, dovrebbe essere interesse di tutti i giocatori.

 

Che ne pensa del murale di Peppino Impastato, voluto dall’attuale sindaco Castiglione, sui muri di una cabina elettrica, che ha sostituito delle scritte inneggianti alla mafia e l’effigie di Matteo Messina Denaro?

 

Anche i simboli sono importanti, credo che sia stata un’ottima iniziativa. Sono molto legato alla figura di Peppino Impastato, perché da studente universitario frequentavo come consulente giuridico ed esperto di cinema il centro di documentazione a lui dedicato. E’ bene però che all’antimafia delle apparenze segua l’antimafia dei fatti. Troppo spesso, negli ultimi tempi in Italia la si è confusa con la visibilità ai convegni e i tagli dei nastri.

 

Doriana Licata, inizialmente candidata a sindaco, si è ritirata dalla campagna elettorale dopo una forte opposizione a Castiglione. Esclude la possibilità che il suo gruppo potrebbe sostenere proprio Ingroia il 4 e 5 ottobre?

 

Fino ad oggi non ho notizie su sue posizioni ufficiali. Mi risulta che almeno uno dei miei avversari ha chiesto il suo appoggio (non in modo diretto), ma gli è stato detto di no. Ma mi risulta anche che alcuni sostenitori di Doriana Licata vedono con interesse e simpatia la mia candidatura. Qualcuno di loro era presente al mio comizio di sabato scorso, diciamo, come osservatore. Ad ogni modo mi sembrerebbe coerente rispetto alle posizioni che Doriana Licata aveva preso fino a poco tempo fa.

In fin dei conti io interpreto quella stessa opposizione che lei ha portato avanti nei confronti del sindaco uscente. Definirei la mia lista “post ideologica”, al cui interno ci sono componenti molto diverse, basti pensare alla sinistra del movimento Cento Passi e alla destra dei “Futuristi” di Nicola Cristaldi.

 

Non teme però delle critiche, a causa delle condanne per corruzione elettorale che hanno riguardato il fratello della Licata che, insieme ad un altro soggetto compravano pacchetti di voti per l’elezione della sorella all’Ars?

 

Se ci fosse un tema relativo alla candidatura di Doriana Licata o altri che avessero vicende giudiziarie dirette o indirette, sarebbe un tema di cui discutere. Ma stiamo parlando di semplici orientamenti di voto che non sono oggetto di accordi, ma di confronti alla luce del sole, per cui non ci vedrei niente di strano.

 

Chi, tra Castiglione e Passanante, considera il suo vero avversario?

 

Sicuramente Castiglione, perché mi dicono che all’inizio della sua campagna elettorale, cominciata molto tempo prima della mia, lui pensava di aver già vinto. E poi il cambiamento che vogliamo portare non può che essere in relazione a ciò che la sua amministrazione ha fatto per Campobello, cioè poco o nulla. Ed il nulla è gravemente colpevole rispetto al tanto di cui la città ha bisogno.

Ad ogni modo, penso sarebbe interessante un confronto diretto fra tutti e tre i candidati a sindaco. Ne approfitto per lanciare il mio guanto di sfida: se la sentono di fare un confronto pubblico?

 

Massoneria. I 5 Stelle hanno sempre detto no ai massoni nelle loro liste. E’ d’accordo?

 

Conosco massoni che sono delle persone per bene. Personalmente non mi iscriverei mai alla massoneria, perché il vincolo di appartenenza rischierebbe di limitarmi nella mia libertà di scelta, ma è una scelta legittima, da non confondere con la massoneria deviata, coperta e che spesso è stata complice della mafia in Sicilia. Eviterei le generalizzazioni, non criminalizzerei la massoneria in quanto tale. Da Pm prima e da avvocato adesso, sono sempre stato convinto che le responsabilità siano personali.

 

All’Adnkronos ha affermato che Campobello è una realtà notoriamente difficile, con un consiglio comunale sciolto per ben due volte per mafia. Insomma, un problema di legalità che va affrontato. “…Ecco perché mi candido” ha precisato. Questa sua posizione non rischia di essere impopolare per una popolazione che, come quella di Castelvetrano, percepisce il problema di essere considerati tutti mafiosi, a causa degli arresti collegati alla latitanza di Matteo Messina Denaro? Tra l’altro questo è un argomento affrontato raramente dai suoi candidati consiglieri durante la loro presentazione di sabato scorso. Quanto è difficile promuovere la bellezza del territorio e nello stesso tempo parlare di mafia?

 

Io credo di essere una garanzia. La mafia resterà fuori dalla porta del municipio. Almeno fuori dalla giunta, dalla maggioranza e dall’ufficio del sindaco. Poi, se dovesse entrare in consiglio comunale sotto altre spoglie, vedremo e denunceremo. Questo lo dò per scontato. E rappresenta una garanzia per coloro che da fuori hanno sempre avuto timore ad investire qui, perché hanno paura di confrontarsi con la mafia. Non la incontreranno, perché il comune sarà al loro fianco e consentirà loro di lavorare in sicurezza. Il sindaco sarà in prima fila a denunciare eventuali pressioni e far intervenire l’autorità.

Ovvio che la mafia a Campobello non cesserà di esistere, però saprà anche che sarò un sindaco non avvicinabile. Lo saprà la mafia e lo saprà anche chi vorrà investire in modo legittimo, avendo il sindaco come garanzia. E’ così che penso di rilanciare l’immagine di Campobello, liberando le bellezze del territorio.

 

Egidio Morici