Gentile redazione di Tp24
rispetto a quanto pubblicato, anche ieri, da Codesto giornale online sulla confisca dei beni al Centonze Pietro, mi corre l'obbligo, per ovvie ragioni difensive, precisare meglio perché ho ritenuto ingiusto il provvedimento.
Prima di tutto, il provvedimento non tiene conto infatti della più recente e garantista giurisprudenza di legittimità e della stessa Corte Costituzionale per verificare, senza automatismi, la sproporzione dei beni e l'attualità della pericolosità sociale anche nei confronti degli indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso.
Poi, che già lo stesso Tribunale di Trapani, Sezione per le misure di prevenzione, con un precedente decreto di qualche anno prima, aveva valutato il "curriculum criminale" del Centonze Pietro negli stessi termini di pericolosità e di consistenza patrimoniale con un non luogo a provvedere e dunque con la restituzione di tutti i beni in sequestro e senza l'applicazione di alcuna misura di prevenzione.
Da ultimo, che il Centonze medesimo è stato successivamente riproposto per la misura di prevenzione personale e patrimoniale in seguito all'accusa di duplice omicidio di due tunisini per cui è stato però assolto ormai in via definitiva con l'ampia formula del non avere commesso il fatto, con la conferma in Cassazione.
Pertanto, per questi motivi è stato già avanzato ricorso in appello.
Avv. Diego Tranchida