Prima settimana di scuola piena di palpitazioni per gli istituti della provincia di Trapani. Sia per quelle scuole che hanno cominciato le lezioni, sia per quelle che ancora devono ripartire.
L’aumento dei contagi da Coronavirus in provincia ha influito anche sul regolare svolgimento delle attività didattiche e di preparazione al nuovo anno scolastico.
Al Liceo “Fardella” di Trapani una classe in quarantena e istituto chiuso un giorno per sanificazione dopo il caso della mamma di uno studente positivo al Covid. Altro caso ha riguardato l’istituto Nosengo di Petrosino, con il vice preside contagiato, scuola chiusa per sanificazione e personale sottoposto a controlli, tamponi e quarantena, in attesa di notizie sul regolare inizio delle lezioni il 24 settembre. E ancora una scuola d’infanzia paritaria di Erice, in cui una maestra è risultata positiva al Covid. Anche qui sono scattati tutti i controlli del caso.
Insomma per le scuole trapanesi, e non solo, saranno mesi difficili, in cui ci si dovrà abituare alla convivenza con il Coronavirus. Uno scenario suggerito dall’evolversi dell’epidemia è che ciclicamente ci saranno classi che dovranno osservare dei giorni di quarantena perchè tra studenti, docenti, o parenti di questi ultimi ci saranno casi di Covid. Tutto ciò se non ci sara il rimpinguamento del corpo docente e del personale scolastico potrà creare molte complicazioni al regolare andamento delle lezioni. Ogni docente infatti insegna contemporaneamente in più classi, e nel caso di una sua quarantena o positività al Covid sarà necessario il rimpiazzo. Ma ci sono dei ritardi sull’assegnazione dei docenti nelle scuole.
Intanto c’è preoccupazione per l’avvio a pieno regime delle lezioni. Da lunedì sono partite le scuole superiori. Non tutte, alcuni istituti si sono concessi ancora qualche giorno per terminare l’adeguamento degli spazi. In linea di massima tutte le scuole elementari e medie cominciano il 24. Ma non tutti sono d’accordo, come la deputata regionale marsalese Eleonora Lo Curto.
Ecco la sua nota, in aperta polemica con la ministra Azzolina.
“Far ripartire la scuola e tutelare la salute degli studenti e dell’intera popolazione scolastica doveva essere, assieme al tema del potenziamento del sistema sanitario, il primo dovere di chi sta al governo. Davanti all’inadeguatezza, nelle scuole, delle misure di sicurezza e di contenimento del contagio da Covid-19, che ormai sono evidenti a tutti, sarebbe il caso che la ministra Azzolina si dimettesse prima di fare altri guai. La situazione è davvero preoccupante, si abbia il coraggio, e lo dico anche provocatoriamente, di non far ripartire la lezioni in classe. Questo governo ha fatto solo propaganda con interventi tampone, quando invece avrebbe dovuto, già a marzo, pensare a come riaprire le scuole. Ancora oggi mancano i tanto sbandierati banchi monoposto e non sono state completate nemmeno le opere edili di adeguamento delle classi e degli spazi. La scuola ha bisogno di una vera e propria task force, con più personale docente, collaboratori scolastici e assistenti per ciascun ordine di istruzione e soprattutto con un assistente per sezione nelle scuole dell’infanzia. Va permessa anche una deroga, secondo il principio di autonomia degli istituti, al monte ore dei curricula in modo da renderli flessibili sulla base delle esigenze e dell’emergenza sanitaria. Così come la stessa task force dovrebbe assicurare il personale per l’assistenza non solo pedagogica ai più piccoli, ma anche per l’accoglienza e per i bisogni fisici e fisiologici, laddove è davvero impossibile parlare di distanziamento sociale. A tutto ciò si aggiunga anche il rilancio della didattica a distanza e il sostegno alle famiglie con bonus specifici per il supporto di baby sitter. Faccio appello anche all’assessore regionale Lagalla affinché si faccia parte attiva in seno alla conferenza Stato-Regioni per denunciare la grave situazione e per trovare soluzioni adeguate che tutelino prioritariamente il diritto alla Salute per tutta la popolazione scolastica”.
Disagi anche nei servizi agli studenti, e nell’assistenza ai disabili, come denuncia l’Anci Sicilia.
“I sindaci dei comuni siciliani chiedono con forza che siano garantiti agli alunni disabili servizi di qualità e massima assistenza affinché siano messi nelle condizioni di frequentare le lezioni senza disagi”.
Questo il commento di Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia, che aggiunge: “In questo contesto non si possono ignorare le implicazioni contenute nel parere del Cga del maggio scorso in cui si afferma con chiarezza che la competenza inerente l’igiene personale degli studenti con disabilità è dello Stato e delle istituzioni scolastiche. Elemento che trova conferma nella delibera della Giunta regionale del 23 luglio scorso”.
“Purtroppo – continua Orlando – ci risulta che in molte scuole l’assistenza stenta e stenterà a decollare. Siamo, quindi, disponibili a valutare con la Regione l’attivazione di servizi “aggiuntivi, integrativi e migliorativi”. Occorrono indicazioni chiare e risorse certe. Questa vicenda, lo evidenziamo con forza, non può essere gestita scaricando interamente sui comuni, sulle città metropolitane e sui liberi consorzi la totale responsabilità”
“Per questi motivi, - conclude il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – in pieno spirito di collaborazione istituzionale, abbiamo chiesto un confronto urgente al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, agli assessori regionali all’Istruzione e alla Famiglia, Roberto Lagalla e Antonio Scavone, e al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti, affinché, anche attraverso un’intesa formale, si possano definire con chiarezza le competenze di ognuno e i tempi per l’attivazione dei servizi, in modo da garantire agli alunni disabili assistenza adeguata per tutta la durata dell’anno scolastico”