Arriva la confisca dei beni per il marsalese Pietro Centonze. Il valore stimato dei beni è di 3 milioni di euro. Il sequestro dei beni per Centonze era scattato nel 2017 (ne parliamo qui).
Centonze, arrestato nel 2002 nell’ambito dell’operazione antimafia di Polizia «Progetto Peronospera», è stato condannato con sentenza definitiva della Corte di Appello di Palermo a due anni e sei mesi di reclusione perchè riconosciuto colpevole del reato di favoreggiamento aggravato nei confronti di boss latitanti. L’uomo è stato assolto per il duplice omicidio degli extracomunitari Alì Essid e di Rafik El Mabrouk, avvenuto il 3 Giugno 2015 a Marsala.
Questo il comunicato di Questura e Finanza:
Personale della Guardia di Finanza in forza al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani e della Polizia di Stato in servizio presso la Divisione Anticrimine della Questura di Trapani nei giorni scorsi ha dato esecuzione - in Marsala - al decreto di confisca n.43/2020 R.M.P. emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di CENTONZE Pietro cl. 69, ex sorvegliato speciale della P.S. e già destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla medesima A.G. nel febbraio del 2017.
L’esecuzione del provvedimento ablativo costituisce l’epilogo di una serie di attività info-investigative di carattere patrimoniale esperite congiuntamente da personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza che hanno consentito di ricondurre al predetto CENTONZE la disponibilità di un rilevante patrimonio immobiliare, mobiliare e societario che nell’ambito nella misura di prevenzione a suo tempo applicata non può che ascriversi al provento dei traffici illeciti in cui il predetto è rimasto coinvolto negli ultimi anni.
Il “curriculum” criminale del CENTONZE è infatti caratterizzatoi da numerosi e significativi contributi finalizzati ad agevolare l’organizzazione criminale denominata “Cosa Nostra“, tra cui spicca il favoreggiamento alla latitanza dei due germani AMATO Giacomo e Tommaso, noti boss mafiosi della famiglia di Marsala, nonché il ruolo di prestanome nell’impresa “Caffé del Franco di CENTONZE Pietro e LOMBARDO Francesco s.n.c.“ svolto sempre nell’interesse della famiglia mafiosa di Marsala. Per tali fatti nel 2005 il CENTONZE ha riportato la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione.
Anche successivamente a tali fatti il CENTONZE non ha mai abdicato al proprio ruolo, fungendo per conto della consorteria mafiosa di Marsala da punto di contatto con la famiglia mafiosa di Castelvetrano; prova ne è il più recente coinvolgimento, unitamente al cugino CENTONZE Domenico cl.75, nel duplice omicidio di due cittadini tunisini avvenuto a Marsala nel giugno del 2015.
Nonostante per tale reato siano stati assolti entrambi - in secondo grado - dalla Corte d’Appello di Palermo dopo la condanna a 20 anni da parte del Tribunale di Marsala, i due cugini CENTONZE sono stati ritenuti soggetti portatori di un elevato grado di pericolosità sociale, tant’è che il locale Tribunale - Sezione M.P. - ha irrogato ad entrambi la sorveglianza speciale della P.S. con obbligo di soggiorno, mentre per il solo CENTONZE Pietro ha disposto anche la confisca di n.16 beni immobili (abitazioni e terreni agricoli), n.4 beni mobili registrati (auto e moto), n.4 società (gerenti, tra l’altro, due bar, due rivendite di tabacchi ed un’attività d’intrattenimento) e n.14 tra conti correnti e rapporti bancari di varia natura, per un valore complessivo pari a circa 3 milioni di euro.