Un mese fa, il 16 Agosto 2020, un piccolo imprenditore di Marsala si toglieva la vita. Si chiamava Pietro Barbiera ed era un camionista. Un gran lavoratore, dice chi lo conosceva, piegato, come tanti, dalla crisi imposta dalla chiusura forzata di questi mesi a causa del coronavirus. Una persona che aveva bisogno di aiuto. Non ha saputo chiederlo, non ne ha avuto.
Ha deciso di farla finita.
Il suicidio è un argomento tabù per la nostra società. Lo è per i giornali, ad esempio, perchè è qualcosa di troppo intimo e complesso da raccontare senza cadere nella superficialità. Lo è per chi resta, per i parenti, gli amici. Un uomo che la fa finita chi è? Uno troppo debole, che scappa dalla vita? O uno troppo forte, che ha il coraggio dell'estremo gesto. Restano poi i dubbi, le mille domande, i rimorsi, e soprattutto la domanda: perchè lo ha fatto?
Roberta è la figlia di Pietro. Dal padre ha ereditato la determinazione, e il senso del lavoro. Vive in Francia, per ora, in Costa Azzurra, e ha deciso di non restare in silenzio, ma di affrontare, con coraggio, quello che era successo in famiglia. Poteva essere un buco nero che avrebbe inghiottito tutti, e invece la storia di suo padre è diventata per Roberta l'occasione per parlare e per lanciare un appello a tutti coloro che pensano di farla finita. Qualche giorno dopo ha pertanto scritto un post.
Roberta ha deciso di dare il suo contatto a tutti coloro che hanno bisogno di aiuto: "Mio padre aveva 52 anni. Era una persona sensibile, che ha sofferto parecchio per l'arrivo della crisi" racconta a Tp24. "Ha sempre fatto il camionista, in giro per tutta l'Italia - continua -. E' sempre stato il mio eroe, perché faceva un lavoro durissimo, sempre per strada, sempre lontano dalla famiglia, tra tanti pericoli, la possibilità di fare un incidente".
Il 2020 è stato un anno difficilissimo per tutti, forse per Pietro Barbiera lo è stato di più: "I due mesi di lockdown sono stati difficili per tutti. Quando non lavori perdi il tuo cardine per tutti". Roberta e Pietro parlavano spesso, anche di questo. Il suicidio, però, è stato un gesto inaspettato: "Non aveva più la gioia negli occhi. La crisi influisce anche in questo. Da un lato non puoi permetterti lo stile di vita di prima, dall'altro lato, ti senti consumato dentro".
Il 16 Agosto Roberta è stata chiamata dalla mamma: "E' stata molto diretta. Mi ha detto che mio padre si era impiccato in veranda e che mio fratello l'aveva trovato". Il dolore è stato devastante, per tutti. Poi Roberta ha fatto la sua scelta coraggiosa: "Marsala è una città piccola, la popolazione entra in un grande stadio di calcio. Spargere una notizia è un gioco. E allora mi sono ricordata di una compagna di scuola, a 15 anni: suo padre si era suicidato. Io mi ricordo il dolore nei suoi occhi, il modo in cui tutti ne parlavano ... E ho capito che non possiamo giudicare le scelte degli altri, che dobbiamo essere empatici. Ognuno reagisce alla sua maniera".
Roberta di fronte alla morte di suo padre è rimasta senza parole, ma ha anche deciso di dare una mano a chi ha bisogno di aiuto: "Se qualcuno ha bisogno di aiuto, se vuole essere ascoltato senza essere giudicato, io offro un conforto ...".
Roberta insiste su una parola: empatia. "E' diversa dalla commiserazione, dal dire: poverino. Significa mettersi nei panni degli altri. E solo chi è passato in questa esperienza può farlo".
Abbiamo deciso di incontare Roberta. Ecco la chiacchierata che abbiamo fatto.
Qui sotto la seconda parte dell'intervista.