Paure, silenzi e speranze di un paese assediato da frane, incendi e silenzi. E che tra qualche mese vedrete in Tv.
C’è un paese che sta scomparendo e che in attesa di scomparire vive con il naso all’insù. Pochi giorni fa è stato letteralmente assediato dalle fiamme. E adesso - racconta medium.com - dopo il fuoco si aspetta l’acqua. E non è una buona notizia.
Piove o non piove, si chiedono i suoi abitanti: si svegliano e vanno a dormire con questo tarlo in testa. È un paese di neanche 200 anime e tra qualche mese tutti gli italiani lo conosceranno perché una fiction della Rai porta il suo nome.
Lo conosceranno anche se sta scomparendo: prima flagellato dagli incendi, ora minacciato dalle frane.
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Macari, durante l’incendio del 31 agosto scorso
Il paese si chiama Macari ed è una frazione di #SanVitoLoCapo e tanti anni fa doveva ospitare una raffineria di petrolio e invece il suo golfo è stato salvato: è tra i più suggestivi della Sicilia e si trova tra due riserve quella dello Zingaro, la prima riserva naturale siciliana, e quella di Monte Cofano. Questo che vedete è il prima e il dopo l’incendio alla riserva.
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Lo Zingaro, prima e dopo l’incendio del 31 agosto
Macari sta morendo tra le fiamme degli incendi, due enormi tra il 2012 e il 2020, e le sue montagne che crollano, inaridite da quelle fiamme. Il disastro era stato annunciato poche settimane prima da un gigantesco rogo appiccato alla riserva di Monte Cofano.
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Monte Cofano, Golfo di Macari
No, non è solo questa la verità: Macari sta morendo per l’incuria dell’uomo e dei suoi governanti.
Ci sono decine di allarmi partiti in questi anni: frane, allagamenti, incendi. Ma a Macari come a San Vito Lo Capo, entrambe mete di turisti da tutto il mondo, non c’è un piano per tramandare la sua bellezza. Non esiste un piano anti-incendi, non esiste un protocollo di protezione civile per il controllo del territorio, non c’è prevenzione, i terreni comunali sono lasciati incolti. A Macari una frana ha già devastato il paese: era il 2001.
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Zona comunale Macari a ridosso della montagna incendiata
C’era un piano di rimboschimento, per proteggere le zone già colpite: mai attuato. Si parla di centinaia di migliaia di euro mai spesi. Il terreno comunale teatro della frana oggi è ridotto ad un cumulo di immondizia, se le fiamme di pochi giorni fa fossero arrivate fin lì le case adiacenti avrebbero preso fuoco. E ora dopo gli incendi del 31 agosto scorso si temono le piogge: i residenti hanno allertato tutte le istituzioni. “Siamo in pericolo” hanno scritto alle massime Autorità regionali e locali. Non c’è solo la montagna già crollata, a Macari sono decine le zone pericolose, franose, da mettere in sicurezza. Ad oggi dalla Regione, dal Prefetto, dal Sindaco non è arrivata risposta.
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Macari, la montagna franata nel 2001 oggi bruciata, definita zona R4, massimo pericolo
I Macaresi intanto spazzano la fuliggine e guardano il cielo. La voce che gira è semplice e terrorizzante: se piove forte andate via. Il meteo segnala che tra poche ore arriveranno i primi temporali. Quando succederà tutti sanno che potrebbero essere costretti a scappare, lasciare tutto. E sperare che la natura non “si vendichi”. Provateci voi a vivere così. Se questa storia vi ha interessato, se siete stati a Macari in vacanza e ne avete un buon ricordo, se avete provato una esperienza simile a questa, fate girare questa storia, condividetela, scrivete al Presidente della Regione, al Prefetto di Trapani, alla Protezione Civile, al Sindaco di San Vito Lo Capo. Senza polemiche, senza tante parole: ditegli solo che c’è un paese che sta franando.
Nicola Biondo