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02/09/2020 06:00:00

I roghi in provincia di Trapani. Le inchieste, le proposte e la denuncia del sindaco Peraino

Una mano criminale ha pianificato e acceso i roghi in provincia di Trapani. La Procura di Trapani ha aperto un'indagine per cercare di far luce su chi ha ha causato gli incendi che hanno danneggiato l’impianto di riciclaggio dei rifiuti in contrada Belvedere, le fiamme che hanno messo in pericolo capannoni industriali e case a Valderice, in zona Rio Forgia e lungo la collina di Ragosia sempre a Valderice, per continuare con il rogo di Macari a quello che ha letteralmente distrutto la Riserva naturale dello Zingaro, per continuare con le fiamme che hanno messo in pericolo la circolazione stradale sulla strada provinciale per San Vito Lo Capo, Castelluzzo, ed ancora gli incendi a Bosco Scorace e Monte Monaco. Da quelli che sono i primi accertamenti effettuati dai vigili del fuoco e dal personale della forestale ognuno di questi incendi è stato innescato in più punti. 

Sull'ennesimo disastro avvenuto allo Zingaro c'è l'intervento dell'associazione Metropolis che da anni denuncia ciò che manca per proteggere il territorio dagli incendi, e le stesse omissioni di chi sarebbe tenuto a vigilare:

I devastanti incendi di questa estate, culminati con quello che ha distrutto la Riserva dello Zingaro il 30 agosto, ripropongono ancora una volta il problema delle politiche boschive e ambientali e quello della prevenzione degli incendi. La gestione del territorio è fallimentare: la prevenzione è partita con ritardo, i mezzi sono insufficienti e obsoleti, l’età media degli addetti è intorno a 60 anni, mancano adeguati strumenti di controllo. In una parola: mancano una visione strategica complessiva e un piano generale d’intervento efficace, così come un coordinamento vero tra le istituzioni preposte. L’impressione che se ne ricava è che il territorio è abbandonato a se stesso.

Adesso tutti, dal Presidente della Regione, all’assessore al Territorio e Ambiente e a quello dell’Agricoltura e Foreste, fino all’ultimo dirigente Forestale – commentano – piangono lacrime di coccodrillo, come sempre è avvenuto da decenni, senza che nulla sia mai cambiato. E’ un rito ipocrita che purtroppo conosciamo a memoria.

Il nostro circolo e altre associazioni del territorio da decenni denunciano carenze e omissioni e fanno proposte operative per combattere in modo più efficace la piaga criminale degli incendi. Abbiamo organizzato sit-in e marce come quella dello Zingaro del 25 agosto 2017, abbiamo più volte chiesto l’istituzione di una specifica commissione d’inchiesta o comunque una seria indagine che accertasse responsabilità a vari livelli, abbiamo chiesto le dimissioni dei responsabili politici e dei vertici dirigenziali in occasione di incendi particolarmente gravi e ripetuti come quelli di tre anni fa. In quell’occasione abbiamo persino consegnato alla Procura di Trapani un dettagliato dossier con elementi sufficienti per aprire un’indagine. TUTTO INUTILE!

Il dossier per le indagini è ammuffito nel cassetto, ignorato dalla Magistratura, i vertici dirigenziali non sono cambiati, la gestione politica è rimasta invariata nel tempo. Alle promesse di rito non sono seguiti ad oggi fatti significativi: l’uso di nuove tecnologie per il controllo del territorio non è mai stato avviato, né c’è stato il necessario ricambio di uomini e mezzi. Senza queste misure di rinnovamento la politica di contrasto agli incendi è un’arma spuntata e la Forestale, già abbandonata a se stessa, è sempre più un pesante carrozzone clientelare.

Crediamo nella gestione pubblica dei beni comuni, tra i quali i boschi e le riserve, ma sono necessarie una visione e una progettualità diverse, con un coinvolgimento più attivo della società civile perché questa abbia un senso.

Ecco le richieste del circolo rinnovate per l’ennesima volta:

istituire un’apposita commissione di inchiesta per individuare eventuali interessi illeciti legati alle operazioni di prevenzione, controllo e spegnimento degli incendi; individuare le responsabilità politiche e gestionali e rimuovere coloro per i quali siano state accertate omissioni, negligenze e/o illeciti; creare un coordinamento effettivo tra gli organi preposti (prefetture, sindaci, protezione civile, Forestale, Vigili del Fuoco, etc…); gestire in modo più razionale e con una tempistica efficace le risorse destinate all’azione di prevenzione, controllo e spegnimento degli incendi, con l’introduzione della responsabilità personale; controllare in modo capillare il territorio attraverso l’uso di nuove tecnologie (sensori termici, telecamere, droni, satelliti) e il coinvolgimento di personale aggiuntivo o delle forze dell’ordine nelle giornate considerate a rischio; dislocare strategicamente i mezzi aerei antincendio a disposizione del territorio per evitare sprechi e ritardi; garantire la pulizia dei terreni a bordo strada o confinanti con la Forestale; coinvolgere la società civile con percorsi didattico-educativi volti a sviluppare una più profonda coscienza ambientale.

“La Sicilia è in piena emergenza incendi ma abbiamo regolarmente assicurato l’attività di prevenzione“. Cosi’ l’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, sottolineando in una nota come “mentre si continua a lottare contro i tanti roghi ancora accesi è già partita la corsa da parte di chi, come Erasmo Palazzotto, va alla ricerca delle responsabilità politiche e delle inefficienze gestionali che avrebbero portato a questa vera e propria devastazione del territorio siciliano”. “Non c’è stato alcun rallentamento delle attività di prevenzione, nonostante i ritardi determinati dalle misure anti Covid – spiega l’assessore Bandiera -. Misure che sono state volute dal governo nazionale, sostenuto da Palazzotto, e che hanno portato la Sicilia ad approntare uno specifico protocollo attuativo condiviso e sottoscritto con tutte le parti sindacali confederali ed autonome. E nonostante tutto, proprio quest’anno, abbiamo notevolmente incrementato le attività meccanizzate così da accelerare ed efficientare al meglio l’esecuzione dei lavori di prevenzione previsti per maggio e completati regolarmente, così come previsto specificatamente nel protocollo sottoscritto con il Corpo Forestale, per la salvaguardia del patrimonio boschivo siciliano dal rischio incendi. Mi pare superfluo sottolineare e ricordare che fino all’anno 2017, le attività di prevenzione avevano iniziato soltanto tra giugno e luglio e non nel mese di maggio, cosi’ come abbiamo programmato e realizzato in questi anni”.

Il presidente del Distretto Turistico della Sicilia Occidentale Rosalia D'Alì scrive al presidente della Regione Musumeci agli assessori regionali e ai deputati della provincia di Trapani affinché si adoperino per non far accadere più quello che è successo nie giorni scorsi: "A nome del territorio della Sicilia Occidentale, sfregiato in quest’ultimo fine-settimana dagli ennesimi devastanti roghi, desidero lanciare una sentita e accorata richiesta di aiuto affinché si possa porre termine a queste scellerate azioni. Come le SS.LL. certamente sapranno, il 29 agosto u.s., al primo accenno di scirocco, con puntualità quasi scientifica, sono stati appiccati diversi incendi che, favoriti dal forte vento proveniente da sud, si sono propagati in una vastissima area, infliggendo un colpo mortale alle bellezze ambientali e naturalistiche di un comprensorio senza eguali. La Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, Scopello, San Vito lo Capo, Macari, Bosco Scorace e in precedenza Monte Cofano, Montagna Grande hanno subito danni incalcolabili a causa dei roghi che stanno mettendo in ginocchio un territorio già fortemente provato e, adesso, depauperato di quanto più bello possa offrire ai siciliani e ai turisti provenienti da ogni parte del mondo. Ci chiediamo come possa questo Distretto Turistico lavorare per promuovere una destinazione turistica che ogni anno, sempre nel periodo estivo, viene devastata dagli incendi. Questo parte di Sicilia vanta un patrimonio paesaggistico unico al mondo che la rappresenta e che costituisce un elemento di forte attrazione nei confronti di turisti e appassionati viaggiatori. Devastazioni immani come quelle avvenute nei giorni scorsi richiedono un'attività che non può essere soltanto repressiva, ma anche e soprattutto di prevenzione. Non pensiamo che alla Regione Siciliana
manchino mezzi e risorse umane e finanziarie per mettere in piedi una task force, con compiti anche di “intelligence”, per prevenire la distruzione del territorio. Prevenire e, se possibile, creare le condizioni per agire più rapidamente in modo da scongiurare questi reiterati attentati alla bellezza dei luoghi e alla sicurezza delle persone.
L'aspetto ambientale è parte integrante del nostro patrimonio turistico ed è per questo che non abbiamo più intenzione di assistere inermi alla continua profanazione di un territorio che chiede soltanto di lavorare e vivere valorizzando le bellezze uniche che Madre Natura gli ha donato.
In conclusione, chiediamo al Presidente Musumeci, agli Assessori Cordaro e Messina ma, anche, all’intero Governo Regionale, che la Regione Siciliana intervenga in modo definitivo, non con azioni estemporanee ma adottando misure concrete ed efficaci per porre fine a questo scempio. Confidiamo in un Vostro atto d’amore verso questa terra che, già vessata da numerose criticità, continua a subire attacchi al proprio patrimonio ambientale contraddistinto da luoghi di impareggiabile bellezza, dai boschi secolari di Scorace e Montagna Grande, alla macchia mediterranea dello Zingaro. Risorse di inestimabile valore che, nel tempo, hanno consentito di mettere a punto un’offerta turistica legata ai percorsi naturalistici e di trekking. Il depauperamento di tale patrimonio produce conseguenze nefaste sullo sviluppo socio-economico di quest’angolo di Sicilia e, pertanto, riteniamo indispensabile che il Governo Regionale faccia la propria parte per ripristinare nel più breve tempo possibile lo stato dei luoghi, mettendo a disposizione le necessarie risorse. Auspicando, dunque, che il Governo Regionale dia a questo territorio le risposte che merita, attivando in tempi rapidi tutti gli strumenti che la gravità del problema richiede".

Il Sindaco di San Vito Lo Capo ha depositato una denuncia per disastro Ambientale - Il Sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino,  ha depositato presso la stazione dei Carabinieri, un formale esposto/denuncia indirizzato alla Procura della Repubblica di Trapani per Disastro Ambientale. Gli incendi avvenuti tra la notte del 29 ed il giorno del 30 agosto 2020 di matrice verosimilmente dolosa segnano una ferita indelebile nel territorio comunale di San Vito Lo Capo che del suo patrimonio naturalistico ha fatto vanto e fonte di ricchezza. L’Amministrazione Comunale non può più in alcun modo rimanere inerme davanti alla scelleratezza di reati al patrimonio di simile portata e deve per forza di cose porsi, con il dovuto rispetto delle autorità competenti, quale ulteriore sostenitore delle sicure iniziative di indagine. Altre sono le iniziative in seno alla Giunta Municipale che si fa, certamente, portavoce delle richieste della comunità di Macari-Castelluzzo-San Vito Lo Capo, vittima di tale indicibile violenza, che chiede a gran voce che vengano scovati i colpevoli e, di conseguenza, consegnati alla giustizia.

L'IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI TRAPANI - "In conseguenza dell’incendio di domenica che ha gravemente danneggiato l’impianto di trattamento dei rifiuti “umido” e “secco” della Trapani Servizi - scrive il sindaco Giacomo Tranchida -  nell’attesa del completamento della bonifica ad opera dei Vigili del Fuoco impegnati da oltre 48h, le operazioni di raccolta e dunque smaltimento, inevitabilmente stanno subendo gravi ritardi. Si invita la comunità cittadina a contenere l’esposizione su strada e comunque esporre tali tipi di rifiuti (umido e secco) esclusivamente dentro gli appositi contenitori in dotazione. Diversamente le operazioni di bonifica cittadine subiranno ulteriori rallentamenti causando conseguenti problemi igienico sanitari. Si anticipa che non è escluso si debba ricorrere in maniera emergenziale anche all’emissione di apposita ordinanza sindacale in deroga alla legge, per quanto riguarda le modalità di raccolta – smaltimento. In ogni caso rimane indispensabile la civile collaborazione dei cittadini".  In serata il sindaco Tranchida ha  comunicato però la fase di normalizzazione della raccolta dei rifiuti come da calendario.
"Provvidenziale, nel frattempo, un intervento interlocutorio del Sindaco con la Prefettura, le Forze dell'Ordine, la Magistratura, i Vigili del Fuoco e l'Arpa, che consentiranno da domani l'ingresso dei mezzi nel piazzale dell'impianto di Belvedere, specie quelli dell'umido. La Trapani Servizi, tra l'altro, si è attivata per ottenere dalla Regione l'autorizzazione ad utilizzare il tritovagliatore indispensabile per la lavorazione del secco.
"Stiamo vivendo giornate drammatiche e frenetiche - afferma l'Ass.re Romano - e auspichiamo la comprensione dei cittadini che, capisco, sono costretti a subire disagi. Stiamo lavorando ininterrottamente e desidero esprimere il mio grazie per l'instancabile collaborazione dell'ing. Guarnotta".

ARTICOLO UNO TRAPANI - La Sicilia è a lutto. I terrificanti incendi provocati da mani criminali organizzate, hanno distrutto gran parte del nostro patrimonio naturale e culturale. Intere aree boschive, gioielli della nostra terra, ardono da giorni complice i venti e le alte temperature. Riserve naturali di pregio, polmoni verdi di straordinaria importanza, gli stessi centri abitati, nulla è stato risparmiato dalla feroce aggressione di organizzazioni malavitose dedite alla distruzione della nostra isola. Questa criminale attività non è una novità, innumerevoli volte abbiamo dovuto subire la violenza incendiaria, che adesso pare manifestarsi con una regia unitaria che alza il livello della distruzione portata a compimento. A nulla è servito l'allerta diramato dalla protezione civile, è mancata la prevenzione, il controllo del territorio, la necessaria manutenzione delle aree boschive, l'intelligence per scoprire i responsabili. Per questi criminali vige l'impunità, assicurata dalla assoluta mancanza della azione di contrasto da parte delle funzioni pubbliche preposte alla prevenzione del rischio, alla tutela del bene pubblico, alla repressione dei reati. Cosa deve accadere ancora per cacciare i responsabili di questa disfatta e dare vita ad una reazione efficace? Il governo regionale, così pronto nel nascondere le proprie incapacità con l’emanazione di ordinanze inefficaci sul tema dei migranti e della salute pubblica, dimostra la sua lontananza dai veri e gravi problemi della Sicilia. Nella opinione pubblica, tra le associazioni impegnate sul tema dell'ambiente e della cultura, nel sentimento di molti, sta nascendo un movimento di indignazione e di mobilitazione per mettere la politica di fronte alle sue responsabilità. Occorre uno sforzo straordinario per mettere insieme idee e mezzi per affrontare finalmente questa gravissima ferita alla nostra terra con la volontà e la determinazione che fino adesso sono mancati. Articolo Uno rivolge un appello alla mobilitazione e alla organizzazione per costruire, con l’impegno di tutte le associazioni e i soggetti presenti sul nostro territorio provinciale, il movimento necessario alla decisiva battaglia culturale e politica per la tutela della natura.

 



Native | 2024-07-16 09:00:00
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