Sembravano dimenticati i giorni in cui Salemi era stata chiusa al mondo e classificata “zona rossa” per un focolaio di Covid-19 che contò oltre 20 contagiati durante la prima ondata del virus.
Adesso Salemi è ripiombata nella paura dopo la notizia di un caso di Coronavirus. Un caso che da ieri sta generando molto panico nella cittadina del Belìce con un tam tam di post e messaggi su whatsapp. Perchè il nuovo contagiato di Salemi è il titolare di un noto ristorante-pizzeria con annesso B&B a Salemi, “La Giummara”. L’uomo nei giorni scorsi è arrivato con i sintomi tipici del Covid all’ospedale di Castelvetrano e una volta accertata la positività al virus è stato trasferito a Palermo.
L'attività del ristorante e del B&B ad esso collegato è stata sospesa e il lavoro di tracciabilità dei contatti da parte dell'Asp ha già portato ai primi tamponi.
“Invito chiunque sia stato negli ultimi 14 giorni nel locale, oppure ospite del B&B, a porsi in autoisolamento, a contattare il proprio medico curante e il servizio di Prevenzione dell'Asp ai seguenti numeri: dott. Passanante 3383602768; dott. Giaramida 3739044468; dott. Pollina 3278478331”, ha scritto in un post il sindaco di Salemi Domenico Venuti.
“Non servono allarmismi, serve la massima cautela – aggiunge Venuti – rinnovo l’invito a mantenere le distanze e a utilizzare sempre le mascherine: i nostri comportamenti sono fondamentali per impedire la circolazione del virus. Vi terrò aggiornati su tutti gli sviluppi”.
Tutte le procedure intanto sono state attivate non solo per i familiari ma anche per i clienti e gli ospiti del B&B.
In città sembra di rivivere l'incubo di Marzo, quando fu una festa, organizzata a Castellammare del Golfo a poche ore dal blocco di tutte le attività "sociali" imposte dal governo, a causare quella linea di contagio che portò presto Salemi a diventare "zona rossa".
In quel periodo siamo riusciti ad entrare nella zona rossa e a realizzare questo reportage.
Va chiarito, ad ogni modo, che non bisogna avere ansia. Se si rispettano i protocolli: mascherina nei posti affollati, distanza, igiene, evitare baci e strette di mano, il rischio di contagio è minimo. Purtroppo, lo sappiamo, molti stanno vivendo questa estate come se nulla fosse: ristoranti pieni all'inverosimile, folla ovunque, promiscuità.
Diventano così 15 i casi di Coronavirus in provincia di Trapani, a guidare la “classifica” sempre Marsala con 7 positivi, e poi 2 a Mazara, Trapani 1 positivo , Alcamo 2, Valderice 1, Calatafimi 1. E l’uomo di Salemi.
I dati siciliani
In Sicilia ieri sono registrati 34 nuovi positivi al Covid. 10 casi sono nell'Ennese, dodici nel Catanese, 3 nel Palermitano, tre nel Messinese, due nel Ragusano, due nel Siracusano, uno ad Agrigento e uno a Trapani.
Attualmente ci sono 1.114 positivi di cui 68 ricoverati in ospedale (-2), 10 in terapia intensiva e 1036 in isolamento domiciliare, per un totale di 4291 casi dall'inizio dell'epidemia. I guariti salgono a 2.891 (+4). Rimane fermo il dato dei decessi: 286.
I dati italiani
Prosegue il calo dei contagi da coronavirus in Italia: sono 1.365 ieri (contro i 1.444 di sabato) nelle ultime 24 ore. Sale il numero delle vittime, quattro in un giorno (ieri un solo decesso), per un numero complessivo di 35.477 morti. Si ferma la serie record sul numero di tamponi effettuati: sono 81.723 rispetto ai quasi 100 mila di ieri, ma nel bollettino di oggi viene specificato che la Regione Basilicata comunicherà solo domani il numero dei tamponi e dei casi testati di ieri. E' quanto emerge dai dati del ministero della Salute.
Vaccino antinfluenzale, allarme di Federfarma
Con la risalita della curva di contagi da Covid-19, quest’anno è ancora più importante del solito che in prossimità della stagione autunnale - con la riapertura delle scuole e un più ampio ritorno al lavoro “in presenza” - quante più persone possibile si sottopongano alla vaccinazione volontaria antinfluenzale, in quanto i soggetti colpiti potrebbero essere ancora più esposti al rischio di contrarre anche l’infezione da Coronavirus, mentre è necessario potere differenziare le due sintomatologie che presentano aspetti comuni.
Fra le misure adottate dalle varie Regioni, in Sicilia l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha avviato uno sforzo supplementare in tal senso, anticipando l’inizio della campagna vaccinale ed estendendo notevolmente le fasce protette ammesse alla profilassi gratuita, ponendosi il meritorio obiettivo di coprire fino al 75% della popolazione.
Ma Federfarma lancia l’allarme per le quote di popolazione attiva non comprese nelle fasce protette (in Sicilia il 25%, pari a 1,2 milioni di cittadini) che rischiano di non potersi vaccinare: “Infatti – dichiara Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente di Federfarma Palermo – le Regioni hanno incrementato l’acquisto di vaccini di oltre il 40% rendendo difficile la disponibilità di dosi da parte delle industrie farmaceutiche per le farmacie. Questo significa che chi vorrà sottoporsi alla profilassi antinfluenzale su base volontaria non avrà la possibilità di farlo”.
Federfarma evidenzia il rischio che questi soggetti, che costituiscono l’hub produttivo del Paese, dovendosi spostare e venendo a contatto con molte persone, possano più facilmente contrarre la malattia influenzale, incrementare i veicoli di diffusione ed essere costretti a stare in casa nel momento più impegnativo per la ripresa economica dell’Italia.
“E’ opportuno che le Regioni – rileva Roberto Tobia – mettano a disposizione anche di questi cittadini, anche in Sicilia, un canale capillarmente diffuso come la farmacia. E’ necessario, cioè, uno sforzo supplementare nella campagna vaccinale, con l’obiettivo di completare la copertura in questa emergenza sanitaria. Occorre – aggiunge il segretario nazionale di Federfarma – consentire la dispensazione delle dosi anche in farmacia, a supporto della rete pubblica già impegnata con le fasce protette. In tal senso – conclude Tobia – i farmacisti stanno seguendo appositi corsi di formazione gestiti dall’Utifar, promossi da Federfarma nazionale e dalla Fondazione Cannavò, in attesa di un provvedimento legislativo che, come avviene nella quasi totalità dei Paesi europei e negli Stati Uniti, consenta al farmacista di inoculare il vaccino antinfluenzale in farmacia. Auspichiamo che nell’incontro di martedì convocato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, si possa trovare una soluzione”.