L’ultimo atto. Presenta così il suo nuovo libro Andrea Bulgarella. L’imprenditore trapanese, a capo di un gruppo leader in Italia nel settore turistico - alberghiero e nel recupero di edifici di pregio, dopo il successo de “La partita truccata” del 2018, ha dato alle stampe, sempre con la collaborazione del giornalista Giacomo Di Girolamo, un nuovo libro. Si chiama “Finale di partita”. Ed è disponibile da oggi e già ai primi posti in classifica su Amazon.
Ancora una volta Andrea Bulgarella torna a raccontare, senza ipocrisie e mezze verità, la sua lotta contro il “sistema”. “Il mio precedente libro - spiega Andrea Bulgarella - nasceva mentre le indagini della Procura di Firenze a mio carico erano ancora in corso, nonostante io avessi dimostrato, nei fatti e nei documenti, la mia totale avversione al sistema mafioso e clientelare. Adesso che è giunta finalmente l’archiviazione, posso raccontare quello che ho vissuto, e che non auguro a nessuno”.
Nella prima parte del volume, infatti, Andrea Bulgarella ripercorre le indagini che, nel 2015, hanno portato gli inquirenti ad accusarlo, addirittura, di riciclaggio dei soldi di Cosa nostra, in combutta con i vertici Unicredit. “Un mare di fango, montato ad arte da finti pentiti e pm compiacenti, con dichiarazioni ad orologeria, errori marchiani e sospetti diventati certezze granitiche per gli inquirenti” spiega oggi Bulgarella.
Nella seconda parte, invece, Bulgarella passa al contrattacco, e racconta, ancora una volta, tutto quello che non va a Trapani, in Sicilia, e non solo. Dal modo in cui le grosse imprese del Nord hanno gestito i grandi appalti in Sicilia, alla scomparsa delle banche trapanesi, fino a tutte le sue denunce mai ascoltate su consulenti della Procura di Trapani vicini ad ambienti mafiosi, ad esempio, o sulla gestione dei lavori pubblici, arricchendo il racconto con documenti finora inediti.
Infine, nella terza parte, Bulgarella, che nella sua assurda vicenda giudiziaria non è stato mai né interrogato né ascoltato da nessun magistrato, si concede un interrogatorio “mai fatto” per rispondere alle domande che nessuno procuratore ha avuto forse il coraggio di fare.
“Spero ancora una volta di riuscire con questo mio libro ad arrivare a tantissime persone, soprattutto giovani - spiega Bulgarella - . È a loro che dico che per cambiare questa terra bisogna lottare e reagire alle ingiustizie, come ho fatto, denunciando, sempre a testa alta. Mi piacerebbe che sugli episodi che racconto si aprissero vere inchieste, giornalistiche e giudiziarie, per ristabilire la verità”.
“Io - racconta Bulgarella - denuncio da quaranta anni, ancora prima di Tangentopoli ancora prima che sui giornali fosse di moda parlare di lotta alla corruzione. Adesso dico basta a funzionari, politici, imprenditori che si autodefiniscono “paladini della legalità” solo per avere un lasciapassare per fare quello che vogliono. Sono stanco dell’equazione “impresa siciliana uguale mafia”, perché a molti torna comodo dimenticare il vero ruolo che ha avuto il sud nello sviluppo dell’Italia. Tutte le migliori risorse in Sicilia, sono state, negli anni, saccheggiate. In particolare, il territorio di Trapani è stato svenduto. E non trovo nessuno, capace di indignarsi. Sono un pazzo? E allora ricoveratemi in qualche ospedale psichiatrico. Sono un bugiardo? Denunciatemi. Sono un calunniatore? Arrestatemi. Altrimenti pretendo verità e giustizia”.