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05/08/2020 08:00:00

Monte Cofano, le indagini sull'incendio porterebbero ad una vendetta

Sembra la vendetta come ritorsione sui divieti reali e sui controlli più stringenti negli ultimi periodi, la pista principale che seguono gli inquirenti per l'incendio che la settimana scorsa ha distrutto Monte Cofano, uno dei luoghi naturalistici più belli della provincia di Trapani.

Per come si è innescato, dove e nell'orario in cui ha avuto inizio gli inquirenti credono che sia doloso. Andarci di proposito, non era vicino né agevole.

"La prima segnalazione del fuoco arriva - afferma il capo dell'ispettorato della Forestale di Trapani, Francesco Trapani della - alle 20,56 dalla torretta di avvistamento di Monte Sparagio, da più punti, quattro o cinque".

Secondo le indagini sarebbero state usate dei detonatori ritardanti per permettere di allontanarsi dal luogo, chi lo ha fatto sa bene che in serata e di notte i Canadair non volano.

La riserva di Monte Cofano da anni soffre di dissesto idrogeologico e vi sono da tempo alcuni sentieri e zone vietati al transito sia a piedi e con le auto e alla sosta, comprese un gruppo di piccole case, più ripari che abitazioni vere e proprie, e una di queste è occupata sempre mentre le altre occasionalmente e d’estate e si trovano vicino la tonnara di Cofano. Lì i sono registrate diverse tensioni tra al punto dove gli operai forestali fermano l'ingresso delle auto.

Per il dissesto idrogeologico c'è un finanziamento di un milione e 400 mila euro che dovrebbe andare in gara entro l’anno e i lavori dovrebbero slittare all'estate prossima. Per i proprietari di case dunque si tratta di dove attendere ancora anto tempo prima di poter rientrare. Ancora, dunque, una lunga attesa per i proprietari delle case vicino ai costoni pericolanti e attualmente chiusi al transito.
Quali sono i motivi che fanno pensare alla vendetta?

La nascita della riserva, con benefici economici per il turismo e allo stesso dei limiti all’uso del territorio in difesa dell’ambiente, non mai stata bene accettata. Dai primi di luglio è stato bloccato chi entrava è usciva senza permesso.

Precedentemente, nella parte centrale della riserva, l’ente gestore aveva posto una staccionata alta e robusta e nei pressi della grotta del Crocifisso, lì è stato appiccato il fuoco. Gli operai inoltre hanno iniziato l’istallazione di un sistema di videosorveglianza non ancora terminato. Se la ipotesi della vendetta trova conferma il fuoco per bruciare Monte Cofano doveva avvenire prima che entrasse in funzione l'impianto di sorveglianza.

Le azioni restrittive, i maggiori controlli dell’ente gestore e l’ordinanza del sindaco, avrebbero fatto esplodere chi invece vuole il via libera e d'azione sul quel territorio. Le indagini in corso, anche della magistratura, ci diranno cosa e perché esattamente e accaduto e ha distrutto Monte Cofano.