Una volta era una scuola. Un luogo di istruzione. Adesso è un luogo di distruzione. Molte persone vengono qui a distruggere la propria vita iniettandosi nelle vene eroina.
Siamo a Sappusi, quartiere popolare di Marsala. Qui c’era una scuola elementare, la Lombardo Radice, che una decina di anni fa è stata chiusa. Di quella scuola non rimane più niente. Si sono portati via tutto. Porte, finestre, ringhiere. E all’interno è tutta distrutta. Restano solo alcuni murales nelle aule e qualche libro sparso per terra a far capire che qui una volta c’era una scuola.
Adesso è un posto dove i tossicodipendenti vengono a bucarsi, a far scorrere nelle vene quella droga che è sempre più facile da trovare a Marsala. Sappusi come tutti i quartieri popolari è una zona che attira criminalità e spaccio. Dagli spinelli alle droghe pesanti, come l’eroina, appunto.
Lo scenario a cui si assiste dentro l’ex scuola è da film dell’orrore. Non solo rifiuti e devastazione. Ci sono siringhe ovunque, in ogni piano, in ogni locale che prima erano aule. Dove i bambini imparavano e giocavano, adesso ci si va per drogarsi. E poi il sangue, nei tovaglioli e per terra. Ci dicono che qui per un periodo ci ha dormito una ragazza, poi portata in una comunità. Qualcuno ancora ci vive, ha sistemato un tappeto, una poltroncina, e cerca qui riparo. A pochi metri ci sono i palazzi, con famiglie che assistono allo sfoderare delle “spade” che iniettano veleno nelle vene. Molti però chiudono le finestre, sanno, preferiscono non intromettersi. Non tutti. Alcuni cittadini denunciano costantemente quello che succede dentro l’ex scuola a Sappusi. Hanno appeso in ogni parete dei manifesti contro la droga.
Recitano: “Chi vende droga non è tuo amico, è il tuo assassino. Non comprare quella merda”. Poi nella stanza in cui ci sono più siringhe tante manine di carta appesa alla parete. “Questo è il grido di aiuto delle persone. Era una scuola, adesso è un luogo di morte. Da dove viene questa droga? Chi la vende? Siamo molto preoccupati, ma molti non ne parlano abbastanza”, ci racconta Giampiero.
La situazione è così da anni, e nessuno fa niente.
Per terra alcuni libri. Uno, accanto ad una delle tante siringhe, è aperto sul frontespizio. Il titolo è “Avventure di ragazzi”.