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01/08/2020 06:00:00

Mazara, l'ex sindaco Macaddino deve ancora dare 40 mila euro al Comune

 40 mila 631,75 euro: era questo il totale dovuto in seguito ad una condanna definitiva (risarcimento del danno più spese di giudizio), irrogata all’ex sindaco di Mazara Giorgio Macaddino, dalla Corte dei Conti sezione giurisdizionale d’appello di Palermo il 7 ottobre 2015. Sono passati quasi 5 anni da allora ed alcuni in Città si sono chiesti se le somme dovute al Comune siano state effettivamente saldate o meno.


IL COMUNE HA AVVIATO IL RECUPERO DELLE SOMME
– “È stata attivata dall’ufficio legale di questo Ente – comunica (il 20/6/2020) la responsabile, per il Comune di Mazara, del procedimento di recupero delle somme, Anna Asaro – la procedura di riscossione coattiva del debito residuo a carico dell’ex sindaco Giorgio Macaddino, pari complessivamente a 32 mila 212,43 euro (al netto delle rate già versate) oltre interessi legali maturandi al fine di consentire la totale esecuzione della sentenza n. 209/2015 e dar notizia formalmente la Procura della Corte dei Conti di Palermo sull’esito finale della stessa”. La nota di risposta è stata indirizzata dalla responsabile, al centro studi ‘La Voce’ di Mazara che ne aveva fatto esplicita richiesta.


PARLA LA ‘CORTE DEI CONTI’ – “I comportamenti tenuti – si legge nella sentenza di rigetto dell’appello al primo grado (sentenza 268/2014) proposto dall’ex primo cittadino, presso la magistratura contabile – nell’esercizio delle sue funzioni dal sindaco Macaddino, in occasione degli incarichi ai professionisti esterni al Comune di Mazara del Vallo, siano stati caratterizzati da gravi illegittimità nonché da censurabile negligenza e superficialità nelle gestione delle risorse finanziarie pubbliche, con conseguente insorgenza di un danno per l’Ente, che ha dovuto sostenere spese superflue e prive di utilità giuridicamente apprezzabili ”.


INCARICHI ESTERNI “NON RAZIONALI, NON TRASPARENTI, NON ECONOMICI, NON EFFICIENTI, NON EFFICACI”
– La Corte ha ribadito anche nell’appello che l’esame della stessa non ha vagliato o punito “nel merito l’opportunità delle scelte compiute da Macaddino ma si è limitata a verificare, sulla base della documentazione acquisita, se i comportamenti ed i provvedimenti da lui tenuti, siano stati o meno conformi alle norme vigenti in materia di conferimento di incarichi a soggetti esterni all’amministrazione comunale nonché ai fondamentali canoni di razionalità, trasparenza, economicità, efficacia, efficienza che costituiscono (…) veri e propri limiti legali dell’azione amministrativa”.


LA REPLICA
– “Ho chiesto” tempo fa, risponde a Tp24.it l’ex sindaco di Mazara, Giorgio Macaddino, “la rateizzazione di queste somme in rate poco inferiori ai 300 euro, per un periodo di 10 anni; mi chiedono la fidejussione, ma non tutte le assicurazioni le fanno, ci volevano circa quattro mila euro per una cosa del genere, pur tuttavia continuo a pagare. Nel frattempo l’impiegata ere tartassata da diversi consiglieri comunali, intanto ritardo qualche pagamento, la funzionaria in maniera giustamente molto meticolosa, mi ritira il piano di ammortamento al che chiedo il perché, visto che il Comune mi ha trattenuto delle somme” e io dico: “andiamo a vedere il conto delle spese legali che mi dovevano ridare, più quelle che ho pagato io già rateizzate, andiamole a dividere per 300 euro, e sono avanti di 8/10 rate”. Le spese legali da rimborsare secondo quanto affermato da Macaddino erano relative a procedimenti giudiziari nei suoi confronti che sono sfociati in un nulla di fatto durante la sua sindacatura. “Il Comune – prosegue il sindacalista – mi ripropone quindi un ulteriore piano di rientro, siamo nel periodo del Coronavirus, le dico la verità, io facevo questi bonifici telematicamente, in quel periodo è saltato tutto, perché ho passato le pene dell’inferno, e non ho pagato. Giustamente arriva l’ennesima lettera del buon Pipitone” (Girolamo n. d. a.) come centro studi ‘La Voce’ alla dottoressa Anna Asaro “la quale – continua Macaddino – ritira nuovamente la proposta di ammortamento del piano di rientro, e gira tutto a Serit Sicilia (Riscossione Sicilia n. d. a.). Io appena arriva la comunicazione di Serit, nel rigoroso rispetto della legge mi vado a sedere lì e dirò: l’importo è questo le mie capacità (finanziarie) sono queste, faccio la rateizzazione, pago qualcosa in più di interessi, ma almeno mi tolgo dall’occhio pubblico nonostante da 15 anni non faccio più il sindaco. Io ritengo di avere sbagliato perché c’è una condanna la rispetto e la eseguirò”.


CON RISPOSTA AL VETRIOLO
– “Poi c’è il buon Pipitone che ha il dente avvelenato, d’altronde mi fa piacere, mi fa ricordare le cose che ho fatto, tra l’altro tutte legittime, se non lo fossero state, sarei in galera o con qualche procedimento in corso. Ho addirittura una ordinanza di archiviazione – prosegue l’ex primo cittadino – per una delle procedure determinate dal ‘buon Pipitone’, che è una persona molto saggia, con una storia antica, molto robusta, ecc. ecc. una sorta di bracconiere che, adesso, fa la guardia campestre, tuttavia la democrazia è bella per questo. E questo signore continua, giustamente, a perseguire la libertà di opinione, io sono contento di questo, tant’è che non manda più lettere anonime, bisogna riconoscerlo, si fa identificare, per farmi ricordare ogni giorno il ‘no’ che gli ho detto per l’assunzione del genero sordomuto all’Ato Belice Ambiente, però questo mettiamolo da parte…”.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo



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