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13/07/2020 06:00:00

Marsala 2020. Il "manifesto" di Di Girolamo per il bis. Gli ostacoli Adamo, Grillo e Patti (che potrebbe ritirarsi)

 Ci siamo quasi, la candidatura del sindaco uscente, Alberto Di Girolamo, è pronta per essere confermata.


A spingere l’intera giunta e i consiglieri comunali del Pd.
Un appello che lanciano al Primo Cittadino a non tentennare, a decidere di lavorare in continuità, partendo proprio dai risultati: “Marsala sta cominciando a cambiare volto, ad assumere il profilo di città sempre più europea. I servizi sono migliorati ed è stata anche attuata un'azione di spending review; la mobilità urbana ha subito una vera e propria rivoluzione copernicana con l'arrivo di 12 nuovi autobus a cui se ne aggiungeranno presto altri 9; diverse opere pubbliche sono state completate o realizzate ex novo.
E poi ancora l’elenco dei fondi europei intercettati e quelli di “Agenda Urbana” e “Area Vasta”.


La firma apposta è quella degli assessori Anna Maria Angileri, Salvatore Accardi, Agostino Licari, Clara Ruggieri, Andrea Baiata, Rino Passalacqua, e dai consiglieri comunali: Federica Meo, Calogero Ferreri, Mario Rodriquez, Linda Licari, Luana Alagna, Vito Cimiotta.

Domenica mattina è stato il sindaco a rompere gli indugi, direttamente sulla sua pagina facebook, iniziando a ricordare come sia stato difficile amministrare: “Nel meridione la cultura clientelare è così radicata nel profondo, che sconfiggerla è veramente un'impresa ardua e chi ci prova si crea più nemici che amici. Perché quando parliamo di lotta al clientelismo si pensa esclusivamente alla mafia, ai grandi appalti, ecc. Ma la vera lotta per avere una società più giusta riguarda e parte anche dalle azioni quotidiane. Tra l'altro clientelismo e mafia sono strettamente connessi, il primo è terreno fertile allo sviluppo dell'altra. Ciò che in questi anni ci siamo impegnati a combattere è un modus operandi che purtroppo fa parte del dna di molti. E vi assicuro che è stata una lotta ardua, difficile, anche molto faticosa, che ha determinato scontri frontali con chi per anni era abituato a ben altro, e a causa della quale abbiamo perso anche il saluto di alcune persone, magari di quelle stesse che in passato osannavano la mia onestà e serietà. Ma quando poi questi valori si scontrano con gli interessi personali, ecco che in quel caso non vanno più bene. Davanti per esempio ad una richiesta di raccomandazione ovviamente non esaudita, perché per me devono andare avanti i migliori; dinanzi a richieste di favori personali non andati a buon fine, perché le cose secondo Di Girolamo si fanno solo se la legge lo permette e seguendo l'iter corretto, e potrei continuare a lungo”.

 

Il sindaco parla di fatti accaduti, li racconta ma commette l’errore di nascondere i nomi di chi ha abusato chiedendo raccomandazioni, di chi utilizza il clientelismo come modus operandi. Di chi parla? Chi sono questi soggetti? Sono presenti in politica, tanto da rendere le acque non cristalline?
A fronte degli scenari che hanno coinvolto e sconvolto la provincia, magari, è meglio non parlare attorniati dall’alone del mistero. Se il sindaco, davvero, per come scrive ha visto e ascoltato questi episodi perché li denuncia su Fb e non lo fa agli organi inquirenti?
Fatto altrettanto grave è quando Di Girolamo scrive: “Abbiamo effettuato la rotazione dei dirigenti e dei funzionari, che invece in passato rimanevano per tanti anni sempre nella stessa posizione, che in alcuni casi poteva anche divenire posizione di potere, con tutto ciò che questo significava. Queste azioni, insieme a tante altre scelte, ovviamente ci hanno creato non pochi "nemici" a vari livelli e conseguenze non piacevoli. In consiglio comunale per esempio presto non ho più avuto una maggioranza: perché ero un "dittatore" come qualcuno sosteneva o semplicemente perchè questo mio modo di amministrare la città dava fastidio ad alcuni? Vi assicuro che amministrare con la maggioranza del consiglio comunale contro o che ritarda di mesi l'approvazione di atti importanti, come il bilancio, è veramente difficile…nonostante tutto, continuo a credere fermamente che anche nella nostra terra si possa creare una società dove la legalità, il rispetto delle regole e la civiltà possano divenire i capisaldi del vivere quotidiano”.


Quali episodi di non legalità il sindaco ha registrato? Perché non li ha denunciati? Quali tipi di problemi ha avuto con la rotazione dei funzionari? Tutte domande che ogni cittadino dovrebbe porsi.
Perché la legalità va praticata, non annunciata sui social.
Il post è molto chiaro: il sindaco è in campagna elettorale, si candida, ha l’appoggio della giunta e di quei pochi consiglieri comunali e ha scaricato la colpa su tutto quello che non è riuscito a fare al consiglio comunale, o meglio all’ostruzionismo dell’opposizione, tace sul fatto che gli atti in consiglio arrivavano in ritardo e, quindi, sempre in ritardo vengono approvati.
I consiglieri pagano la colpa di volere leggere e approfondire le delibere, i bilanci, e di non votare a scatola chiusa.

Venerdì pomeriggio Massimo Grillo ha rilasciato un comunicato stampa in cui apriva la sua coalizione alle forze moderate e riformiste, un laboratorio che parte da Marsala e che potrebbe poi doppiarsi in altri Comuni.
Una sorta di patto di buon governo, con un perimetro di linee programmatiche entro cui muoversi.
Sono giorni in cui la coalizione sta ragionando, molti di loro non gradiscono la Lega in appoggio e pongono la pregiudiziale: “Insieme alla coalizione civica e ai partiti che sin dall’inizio mi hanno proposto la candidatura a sindaco, sono disponibile ad andare avanti a condizione che possa, appunto, guidare un progetto aperto e inclusivo come mi è stato chiesto. Lancio, così, un ultimo appello a tutte le forze che stanno discutendo circa l’offerta politica da presentare alla città: costruiamo ponti, non muri. Se entro il 15 luglio il mio appello sarà stato raccolto, sono dunque disponibile a sottoscrivere un patto civico che coinvolga la città con il contributo di tutti alla definizione del programma”.


Una data importante quella del 15 luglio, Grillo deciderà se essere candidato oppure lasciare la coalizione.

Cosa accadrebbe in questo caso? Che il centro destra regionale ha già chiesto a Paolo Ruggieri di essere il naturale candidato, la deputata dell’UDC Eleonora Lo Curto, invece, spingerebbe per Salvatore Ombra che si dice disinteressato mentre a Palermo le voci che si susseguono sono altre: se il presidente della Regione, Nello Musumeci, desse il via libera ad Ombra, lui non ci penserebbe e si candiderebbe.
Che fine ha fatto Andreana Patti? La sua candidatura è stata bruciata dalla troppa fretta che hanno avuto i movimenti e la politica trapanese. Da una parte il lancio delle primarie come strumento di lotta interna progressista tra la Patti e Di Girolamo, poi il fatto che viene identificata come delfina di Giacomo Tranchida.
C’è ancora pressing su di lei ma una candidatura lanciata nell’agone rischia di stroncare ogni altra opportunità di crescita politica.