Come anticipato già ieri, oggi proseguiamo con la terza delle cinque tappe di approfondimento sulle criticità legate alla 24esima ‘Bandiera Blu’, data dalla Fee, alle spiagge delle frazioni balneari di Menfi (Ag), con la replica del vice sindaco di Menfi.
LA REPLICA DEL VICE SINDACO – Dalla breve chiacchierata – intrattenuta col vice sindaco di Menfi, Ludovico Viviani, a margine dell’issa bandiera del 5 luglio scorso è emerso che alcune criticità legate agli imperativi richiesti dalla Fee sono al momento insormontabili: la raccolta differenziata in spiaggia, ad esempio “non si può fare” a detta del secondo cittadino. Il perché non si possa ottemperare ad uno dei parametri obbligatori per ottenere il vessillo blu resta un mistero. Altro obbligo altra mancanza: la presenza di spogliatoi e bagni pubblici: “abbiamo speso – continua Viviani – 2.500 € nel 2019 per affidare la gestione dei servizi igienici alla ‘Pro Loco’ ma per quest’anno l’autorizzazione demaniale ad aprirli non è ancora arrivata: siamo ospiti del demanio”.
SPIAGGE LIBERE A SINGHIOZZO E RICORSI AL TAR – Una nota dolente, anzi dolentissima, poiché si perpetra da alcuni decenni ormai, senza che alcuna amministrazione sia mai intervenuta fino ad oggi, è la regolamentazione del libero accesso alla spiaggia e, più che mai, a quei litorali cui viene attribuita la Bandiera Blu. Ebbene dall’albergo ‘Miramare’ e per circa 500 metri alla sua sinistra, la spiaggia appartiene a pochi eletti, ex sindaci compresi. Le molteplici case e palazzine che sono state costruite negli anni, a poche decine di metri dalla spiaggia, hanno chiuso – con una serie ininterrotta di cancelli e cancelletti – l’accesso alla spiaggia. Stessa condizione di divieto d’accesso e proprietà di tutti, che diventa di pochi, si registra al Lido Fiori (anch’esso Bandiera Blu); in quest’ultima frazione balneare, per diverse centinaia di metri, non si può andare in spiaggia a piedi: gli unici accessi possibili sono quelli delle piazzette con parcheggi e strisce blu. La questione non è sconosciuta all’amministrazione comunale: “Per uno degli accessi – ci ha risposto il vice sindaco – (tra la foce del torrente ‘ Gurra – Finocchio’ ed il Miramare’ n. d. a.) un privato ha presentato un malloppo di carte, con ricorso al Tar, contro l’apertura del passaggio pedonale al mare”; e tutte le altre decine di altri passaggi vietati? Lido Fiori compreso? Non è possibile, chiediamo a Viviani, emanare un’ordinanza comunale per ripristinarne il libero accesso? Nessuna risposta è giunta nel merito. La legge regionale (n. 37 del 1985 art. 12) sul riordino urbanistico, riguardo agli accessi al mare, così recita: “I comuni costieri sono obbligati, in sede di formazione degli strumenti urbanistici generali, a prevedere i necessari accessi al mare con eventuali aree di parcheggio pubblico. Le antiche strade vicinali e comunali di accesso alle spiagge abusivamente chiuse da privati devono essere riaperte al transito pubblico entro 180 giorni dalla pubblicazione della presente legge. I comuni provvedono agli adempimenti necessari per il ripristino della percorribilità e per i lavori eventualmente occorrenti”.
Domani pubblicheremo alcuni parametri che, per la Fee, non possono mancare alle spiagge che già hanno ottenuto in passato il ‘vessillo blu’.
Alessandro Accardo Palumbo
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