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08/07/2020 06:00:00

Mafia a Castellammare e Paceco. Arrestato il boss Asaro, indagati Ruggirello e il sindaco Scarcella 

16,25 - Smentisce contatti con appartenenti a Cosa nostra il dirigente dell'Asp di Trapani Francesco Di Gregorio, il cui nome è citato nell'ordinanza che ieri ha portato agli arresti del boss di Castellammare Mariano Asaro e di Paceco Carmelo Salerno e che vede, tra gli altri indagati, anche l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello e il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella. 

Con una nota pubblica il dirigente dell'ASP-  (potete leggere qui) - smentisce di essere l'interlocutore dell'ex deputato Paolo Ruggirello e del boss Mariano Asaro per l'apertura di una clinica dentistica convenzionata, con dei prestanome, a Paceco.

"Non ho mai avuto il benché minimo contatto con Asaro Mariano - si legge nella nota di Di Gregorio - né, tantomeno, sono mai stato suo compagno di scuola (come si lascia intendere da stralci di intercettazioni pubblicati nell'articolo). Non l'ho mai incontrato né sentito".

Riguardo a Ruggirello, Di Gregorio afferma di conoscerlo da anni, solo per via del suo lavoro e quindi per motivi di natura istituzionale.

"Della clinica odontoiatrica - continua Di Gregorio - di cui si parla nell'articolo, non ho mai ricevuto né istanze né richieste di qualsiasi tipo. Inoltre, essendo io il Direttore dell'U.O.C. del Servizio Igiene degli Ambienti di Vita presso l'Asp di Trapani, non potevo avere alcuna competenza istituzionale per istruire le pratiche relative a studi e ambulatori odontoiatrici, che sono di competenza delle UU.OO di Igiene e Sanità Pubblica Territoriale le quali le istruiscono in nome e per conto dei Sindaci competenti per territorio".

Di Gregorio precisa di non essere destinatario di provvedimenti giudiziari o di informazioni di garanzia e di essere stato sentito ieri dagli inquirenti, solo a titolo di persona informata sui fatti. "Ciò dimostra che - conclude Di Gregorio - che l'Autorità Giudiziaria mi ritiene estraneo rispetto a qualsivoglia ipotesi di reato o coinvolgimento diretto in fatti illeciti".

06,00 - Ennesima operazione antimafia ieri in provincia di Trapani. A qualche settimana dall’operazione “Cutrara” che ha smantellato la consorteria castellammarese, e che vede il sindaco, Nicolò Rizzo, indagato, è ancora il Comune che si affaccia sul Golfo, protagonista della cronaca, assieme al Comune di Paceco.

Cinque le misure cautelari, tra le quali, i due arresti dei boss, rispettivamente di Castellammare e Paceco, Mariano Asaro e Carmelo Salerno, (già in carcere arrestato nell'operazione Scrigno)  e decine di perquisizioni. Ancora una volta sono gli intrecci e gli affari che legano la consorteria mafiosa e il mondo della politica al centro di tutta l’inchiesta.

Ed è proprio l’ex deputato regionale del PD, Paolo Ruggirello, uno degli indagati ad aver ricevuto un avviso di garanzia, a qualche giorno dal suo ritorno a casa, dopo che gli erano stati accordati gli arresti domiciliari. Ma non è il solo uomo politico indagato. Sotto inchiesta, coordinata dalla Dda di Palermo, anche il Sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, che ieri nel corso dell’interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere

Gli indagati - I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA. In carcere per associazione di tipo mafioso sono finiti Mariano Asaro di Castellammare e Carmelo Salerno di Paceco. Maria Amato di Alcamo e Maria Vincenza Occhipinti di Paceco sono state raggiunti da ordinanza di sottoposizione all’obbligo di dimora, mentre al medico, Vito Lucido, originario di San Vito Lo Capo, è stata emessa una misura interdittiva del divieto di esercitare la professione per anno uno. Tra gli indagati anche Paolo Ruggirello e il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella. Eseguite inoltre decine di perquisizioni.

Chi è Mariano Asaro - Al centro dell’inchiesta coordinata dal Procuratore Capo di Palermo Francesco Lo Voi, dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido e dal Sostituto Procuratore Gianluca De Leo, c’è il boss Mariano Asaro. La storia di Asaro appartenente a Cosa nostra inizia già prima degli anni 80, quando viene affiliato alla famiglia mafiosa di Castellamare del Golfo, all’interno della quale rivestiva una posizione di vertice e viene autorizzato dai vertici di Cosa Nostra, in particolare da Vincenzo Virga, ad avere rapporti con personaggi mediorentali fornitori di esplosivi. Fu anche a lungo latitante ed inserito nella lista dei trenta latitanti più pericolosi fino all’arresto nel 1997. Il nome di Mariano Asaro insieme a quello di altri esponenti di Cosa nostra, fra i quali Mariano Aagate e Natale L’Ala, fa parte dell'elenco degli iscritti alla loggia massonica coperta "Iside 2" scoperta nel 1986 all’interno del circolo Scontrino presieduto dal maestro venerabile Gianni Grimaudo. Asaro è stato accusato, ma poi prosciolto, dei fatti di sangue tra i più gravi della storia mafiosa della provincia di Trapani, ma poi condannato più volte in via definitiva per associazione mafiosa, detenzione di armi ed estorsione.

Il progetto dello studio odontoiatrico di Mariano Asaro – Tornato in libertà nel 2018 Asaro lavora ad un progetto imprenditoriale illecito, che poi effettivamente portò avanti: costituire una società, da intestare fittiziamente alla cognata Maria Vincenza Occhipinti, raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora, per la gestione di un ambulatorio di odontoiatria da aprire a Paceco. In questo progetto ASARO era coadiuvato fattivamente anche da un’altra indagata, AMATO Maria, anch’ella raggiunta da misura cautelare dell’obbligo di dimora, moglie del pregiudicato mafioso COPPOLA Rocco Antonino, già condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso dalla Corte d’Appello di Palermo per aver predisposto quanto necessario per l’organizzazione di incontri con vari latitanti tra cui Matteo MESSINA DENARO e Vincenzo SINACORI. L’AMATO, in qualità di collaboratrice di uno studio notarile, predisponeva la documentazione e gli atti per la costituzione della società di capitali voluta da ASARO. Mentre il COPPOLA presentava ad ASARO il medico compiacente, LUCIDO Vito, raggiunto da misura inderdittiva di sospensione dall’esercizio dell’attività di medico per un anno.

Il sostegno ad Asaro di Paolo Ruggirello e Carmelo Salerno - Ma ASARO poteva contare ancora su due figure molto importanti. Il capo mafia di Paceco, Carmelo SALERNO, anch’egli arrestato, e l’ex deputato regionale Paolo RUGGIRELLO al quale i Carabinieri hanno notificato l’informazione di garanzia. Quest’ultimo veniva incaricato, in seguito ad incontri riservati che ASARO riusciva ad organizzare grazie proprio al SALERNO, di attivarsi con i vertici dell’ASP affinché l’ambulatorio di odontoiatria fosse convenzionato con il servizio sanitario.
Insomma un sistema ben congeniato che, come osserva il GIP nell’ordinanza di custodia cautelare, aveva permesso ad ASARO di potere contare, in qualsiasi momento, sui suoi qualificati contatti, derivanti dall'appartenenza a "cosa nostra" per avviare ogni attività fonte di guadagno, sì da penetrare massivamente e con straordinaria speditezza ed efficacia nel tessuto economico del contesto territoriale di riferimento.

In questo progetto imprenditoriale ciascuno aveva un ruolo preciso che portò avanti con piena consapevolezza e volontà: la cognata OCCHIPINTI diede la propria disponibilità, in quanto soggetto incensurato, ad intestarsi fittiziamente la società, il dottore Lucido accettò di comparire quale direttore sanitario, svolgendo il contributo essenziale all'ottenimento delle autorizzazioni sanitarie ed al convenzionamento con la mutua, la AMATO, moglie di Rocco Coppola, in quanto impiegata presso uno studio notarile, doveva provvedere a reperire e predisporre la documentazione necessaria e l'atto costitutivo della società, cosa che fece con solerzia; SALERNO doveva provvedere ad aiutare l'indagato in ogni fase del progetto, dal reperimento dell'immobile a quello del medico, poi reperito invece da COPPOLA, e ad ottenere il contributo del politico Paolo RUGGIRELLO, per attivare l'iter burocratico all' ASP ed ottenere così le autorizzazioni necessarie e l'essenziale convenzionamento con la mutua, cosa che l’ex deputato regionale fece prospettando in un primo tempo che l’interessato allo studio era un suo "cugino".

Il boss Asaro: “Al Comune di Paceco non ci sono problemi” - Lo diceva con convinzione il boss di Castellammare del Golfo Mariano Asaro. Aveva individuato il locale per lo studio odontoiatrico e c'erano delle autorizzazioni da chiedere. Ecco cosa dice Asaro, intercettato, all'interno dell'immobile mentre parla con il nipote Gaspare Chiarenza: " ... non c'è problema al Comune! Non c'è problema al Comune ... al Comune non d sono problemi ... il Sindaco ... al Comune non ci sono problemi... il Sindaco il Sindaco è Dattularo (originario di Dattilo frazione del Comune di Paceco ndr.) Il Sindaco di Paceco è Dattularo ... arrivo lì e gli dico al Sindaco: "com 'è no? E allora facci la variante!"... io non ho problemi con lui... io arrivo lì... Peppe Scarcella ... ». Il sindaco Scarcella lo riceve il 28 Febbraio 2019 per fornirgli rassicurazioni per un certificato di agibilità in favore del suocero Vito Occhipinti, per un immobile a Dattilo: "Noialtri dobbiamo fare quella cosa che tu mi hai detto .. e la facciamo ..." Poi un altro incontro, l'8 Aprile, nel quale il Sindaco chiama Asaro "Don Mariano" e viene informato da Asaro della prossima apertura dello studio medico: "Noi altri praticamente stiamo aprendo lo studio qui a Paceco .. lo studio dentistico ...". E ancora: "... A me interessa che mi danno la SCIA subito per cominciare a tramezzare altrimenti mi perdo di casa" . E il Sindaco Scarcella, oggi indagato per concorso esterno, non si tira indietro.

Il medico dell’ASP interlocutore con Paolo Ruggirello e il Mariano Asaro - Per l'apertura della clinica dentistica convenzionata, con dei prestanome, a Paceco, secondo gli investigatori, come emerge dalle carte delle indagini che hanno portato agli arresti di Asaro e di altre persone coinvolte nella vicenda, si tratta "con certezza" del castellammarese Francesco Di Gregorio, Direttore dell'U.O.C. del Servizio Igiene degli Ambienti di Vita presso l'Asp di Trapani. Oltre ad una conversazione dove Ruggirello e Asaro fanno espressamente il suo nome, ci sono anche i contatti telefonici tra Di Gregorio e Ruggirello. I rapporti personali intrattenuti Paolo Ruggirello e Francesco Di Gregorio sono risultati risalenti nel tempo ed in particolare agli anni 2015 e 2016, periodo nel quale l'allora Onorevole e Questore dell'A.R.S. Ruggirello, ancora in carica, coordinava - sfruttando le sue conoscenze istituzionali - l'iter autorizzativo finalizzato poi all'accreditamento da parte della Regione siciliana del "centro diurno per minori autistici" in contradada Strasatti a Marsala gestito dalla società "Serenità Società Cooperativa Sociale Onlus". Anche Asaro in un'intercettazione parla di un castellamarese che dà una mano per le pratiche in corso: "... il Presidente dell'ASP di qua, è castellammarese che è un ex compagno mio di scuola e tutto e ... perciò non è che ci sono problemi ...". Quando Mariano Asaro parla con la cugina e racconta di essere riuscito a trovare una prestanome per la sua clinca, la cognata Maria Vincenza Occhipinti, fa anche riferimento ad un "presidente dell'Asp", indicandolo come suo paesano (cioè sono entrambi di Castellammare del Golfo), e "coetaneo" e chiamandolo Franco. Mariano Asaro nel corso del dialogo spiegava, altresì, di essere riuscito anche a parlare con Francesco Di Gregorio per avere l'ambita convenzione con l'Asp. "Tanto tu non è che la stai dando a me, la stai dando alla struttura con il direttore sanitario".

Il sindaco di Paceco si avvale della facoltà di non rispondere - Il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella, nell'interrogatorio davanti ai militari dell'Arma, a seguito dell'avviso di garanzia ricevuto questa mattina nell'ambito dell'operazione antimafia della DDA di Palermo, che ha portato agli arresti del boss Mariano Asaro di Castellammare e di Carmelo Salerno di Paceco, e di altre tre misure cautelari.

 Secondo il primo cittadino di Paceco, che è avvocato, le contestazioni sulla sua persona sono troppo generiche, ma ha detto di voler richiedere subito un interrogatorio, non appena avrà maggiore contezza delle accuse che si muovono nei suoi confronti.

Scarcella ha, però, rassegnato le dimissioni da presidente dell’assemblea del Consorzio trapanese per la Legalità e lo Sviluppo.



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