Ventisette anni e mezzo di carcere sono stati inflitti dal gup di Palermo Claudia Rosini a quattro dei sette imputati del processo abbreviato scaturito dall’operazione dei carabinieri “Mafia Bet” (14 tra arresti e denunce, tra febbraio e marzo 2019, a Campobello di Mazara, Castelvetrano, Mazara e Salaparuta).
La pena più severa (12 anni di carcere) è stata inflitta, per concorso in associazione mafiosa e in corruzione elettorale, nonché per estorsione, all’imprenditore Salvatore “Mario” Giorgi, di 61 anni, di Campobello di Mazara. A dieci anni e mezzo, invece, è stato condannato, sempre per associazione mafiosa, Francesco Catalanotto, di 47, di Castelvetrano, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara. Entrambi sono stati difesi dall’avvocato Giuseppe Pantaleo.
Per favoreggiamento personale (ma senza l’aggravante mafiosa, come invece aveva contestato l’accusa) sono stati, poi, condannati a due anni di reclusione ciascuno, ma con pena sospesa, i campobellesi Paolo De Santo, di 45 anni, e Giacomo Barbera, di 67 anni. In passato, Barbera è stato condannato, con sentenza definitiva, per il tentato omicidio del capo famiglia di Campobello di Mazara, Nunzio Spezia, su ordine dell’anziano capo mafia Natale L’Ala, quest’ultimo assassinato nel 1990. Il gup Rosini ha, infine, assolto Calogero Pizzolato, di 40 anni, anche lui di Campobello di Mazara, Antonino Tumbiolo, di 48, di Mazara del Vallo, e Giuseppe Di Stefano, di 82, di Salaparuta. Per loro, il pm Dessì aveva chiesto due anni ciascuno. Altri sei imputati sono attualmente sotto processo davanti il Tribunale di Marsala. L’indagine ha coinvolto anche il deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino, accusato corruzione elettorale in concorso senza aggravante mafiosa. La sua posizione, però, è stata già stralciata e il gup Rosini deve ancora decidere sulla richiesta della Dda. L’udienza è fissata per il prossimo 28 ottobre. Giorgi e Catalanotto dovranno anche versare somme come risarcimento danni alle parti civili. E cioè i Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara (50 mila euro ciascuno), l'immancabile e ormai famigerata associazione antimafia e antiracket “La Verità Vive” di Marsala, rappresentata dall’avvocato Peppe Gandolfo, “Codici Sicilia” (avv. Giovanni Crimi) e Antiracket e Antiusura Trapani (avv. Giuseppe Novara), alle quali il giudice ha liquidato 20 mila euro ciascuna. Oltre alle spese processuali. Giorgi e Catalanotto, inoltre, sono stati condannati anche al pagamento delle spese per il loro mantenimento in carcere, all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e all’interdizione legale durante l’esecuzione della pena. Altri sei imputati sono giudicati davanti il Tribunale di Marsala: quattro al “collegiale”, due al monocratico. Tra i primi quattro, il nome di spicco è quello del 40enne imprenditore campobellese Calogero Jonn Luppino, nipote di Salvatore “Mario” Giorgi, che deve difendersi dall’accusa di associazione mafiosa, a differenza degli altri tre imputati, Giorgio Gaspare Luppino, di 66 anni, Paola Maggio, di 38, e Gaudenzia Zito, di 50, che sono accusati di reati di minore gravità.