Certamente ad Erice si è scritta un'altra pagina brutta del consiglio comunale, dove questa volta mi ha visto soggetto attivo e non solo passivo.
In questi 3 anni di consiliatura non ho fatto altro che quello che la legge mi impone, controllare l'operato dell’amministrazione, fare proposte e votare gli atti deliberativi con responsabilità. Ho esercitato il mio ruolo con dedizione e abnegazione e questo mi ha portato a fare un'opposizione dura, forte senza scendere mai a compromessi ma semplicemente perché io, a differenza di altri, ho la passione della politica e non perché vivo di politica. Questa mia attività però è sempre stata accolta dall’amministrazione come una sfida, un'accusa tanto da riservarmi continuamente vessazioni rivolte alla mia persona e dei miei più cari affetti. Da marzo 2019 però è successo qualcosa di ben più grave, a qualsiasi mia proposta, a qualsiasi mia parola, non si faceva altro che parlare di mio padre, l’amministrazione volutamente evitava il confronto politico mettendo davanti la mia situazione familiare e questo lo trovo profondamente ingiusto e sbagliato soprattutto quando si arriva addirittura a cercare di farmi terra bruciata intorno mandando messaggi ai miei più cari amici, questa non è più politica ma cattiveria.
Nella tanto discussa seduta, ancora una volta, anche quando non c’entravo nulla con la discussione in aula, infatti non avevo preso ancora neanche la parola, venivo subdolamente tirata in ballo e ancora una volta denigrata, tanto che non ho più resistito e ho invitato la sindaca a non parlare più di mio padre quando lei ha vissuto una situazione ben più grave della mia, visto che secondo l'articolo di stampa il padre fu arrestato nel 1995.
Ciò però deriva da un anno e 3 mesi di continui attacchi pubblici e privati a mio padre, si utilizzava lui per attaccare me, arrivando addirittura a sostenere che non merito alcuna risposta alle mie interrogazioni perché figlia di un rinviato a giudizio.
Orbene io credo che a tutto debba esserci un limite e qui il limite è stato più volte superato, mi meraviglio di chi mi abbia attaccato anche pesantemente perché per UNA volta in 3 anni ho alzato anche io la voce, e mi chiedo perché queste persone non si siano indignate quando ricevevo offese (come cretina, ridicola, patetica, bugiarda patologica, senza dignità, senza spina dorsale, dimmi con chi stai e ti dirò chi sei…e tanto altro ancora) , attacchi, lettere anonime ecc ecc solo perché svolgevo il mio ruolo di consigliere comunale?
Ho sentito la sindaca invitare tutti ad abbassare i toni, cosa che chiedo io da maggio, invitandola più volte al confronto politico facendo svariate proposte per il territorio e i cittadini e ricevendo solo ingiustificate offese, mi dispiace che sono dovuta arrivare a parlare del padre per porre un freno ai suoi attacchi pubblici alla mia famiglia, anche se sono certa continueranno quelli privati.
Auspico che dalla prossima seduta di consiglio comunale, si possa tornare a parlare di territorio e collettività, con educazione e rispetto istituzionale, perché quello umano non potrà mai esserci.
Chiedo scusa ai cittadini se per una volta ho perso anche io la pazienza e metterò la stessa forza per difendere il territorio che amo come ho sempre fatto, ma una cosa non posso promettere, mai e poi mai chinerò la testa alle offese e alle denigrazioni perché la mia dignità di essere umano non ha alcun prezzo!
Ringrazio, infine, quei giornalisti, la maggior parte, che hanno raccontato i fatti per come sono andati, facendo anche una cronistoria di quanto accaduto, ad alcuni, per fortuna la minoranza, che sanno solamente parlare male degli oppositori dei due sindaci astenendosi dallo scrivere sugli stessi quando qualcosa non va, dico che questa non è stampa ma servilismo.
Cordialmente,
Dott.ssa Simona Mannina