Antonella Coppola, dirigente dell'Istituto comprensivo “Giovanni XXIII-Cosentino” che riunisce a Marsala l'Istituto Tecnico Tecnologico, il Liceo Classico e l'Istituto Professionale. In tanti anni di insegnamento e dirigenza non si aspettava che doveva far fronte ad una crisi da Coronavirus, a rimodellare la scuola e la didattica. Che scuola è stata da marzo in poi?
Un periodo sospeso. Un anno scolastico differente. All'inizio ci ha fatto andare tutti in letargo, ci siamo dovuti svegliare subito, come tutte le scuole in Italia. Ci siamo dovuti riorganizzare con la didattica a distanza, con tutte le difficoltà che ne derivavano. Anche se la scuola poteva essere pronta, non lo erano però molte famiglie. Mancavano i computer e c'erano idee poco chiare e confuse. Noi ce l'abbiamo fatta, abbiamo deciso di rimboccarci le maniche immediatamente e abbiamo avviato la Dad, la didattica a distanza. Molti ragazzi hanno apprezzato questa modalità. Abbiamo notato che molti ragazzi che nelle lezioni in aula mal tolleravano il fatto di stare fermi di ascoltare, sono stati invece molto attenti e diligenti a distanza.
Siete intervenuti a sostegno delle famiglie e degli alunni che non potevano permettersi i computer o la connessione internet?
Assolutamente sì. Il Ministero ha dato diversi finanziamenti, anche se non erano sufficienti per coprire tutto il fabbisogno. Ma le scuole secondarie in genere hanno maggiori disponibilità rispetto alle scuole primarie. Abbiamo messo mano alle nostre risorse, anche con tablet e pc nostri, e abbiamo cercato di raggiungere tutte le famiglie. Abbiamo provveduto a pagare la connessione internet. Abbiamo cercato di rispondere tempestivamente alle indicazioni ministeriali che in verità ci hanno fatto girare un po' la testa. Ma è andata.
Cosa è mancato di più ai ragazzi in questo periodo di scuola a distanza?
Sicuramente l'impossibilità di stare assieme, il rapporto umano non c'era. L'interazione fa parte della didattica. Non era mai esistita una scuola a distanza. Questo è stato il lato negativo, ma i ragazzi sono riusciti a trovare alternative. Hanno fatto gruppi, videoconferenze, si sono sentiti con i docenti, hanno regolarmente fatto i compiti. Tutte le scuole hanno fatto la stessa cosa. C'è stata una comunione d'intenti tra dirigenti, abbiamo fatto parte di varie chat e siamo riusciti a fare di necessità virtù e abbiamo condiviso come stava andando e migliorare.
Le nuove modalità di didattica a distanza possono dare via al nuovo corso della scuola verso una maggiore digitalizzazione?
La Dad può essere accostata nell'ordinaria attività didattica, ma occorre sempre l'attività in presenza. Altrimenti viene snaturato il processo educativo. Spero che dal Ministero arriveranno indicazioni ben precise.
Come saranno gli esami?
In presenza. Abbiamo dovuto rispettare un protocollo di sicurezza, recepito dalle scuole. Abbiamo dovuto integrare il documento di valutazione. Ci sono molte misure restrittive, abbiamo dovuto individuare degli spazi molto ampi. Abbiamo dovuto mettere pannelli plexiglas, bollini verti per le postazioni, strisce rosse per il distanziamento, la sanificazione degli ambienti. C'è un grande lavoro fatto in collaborazione con tutti.