Da chi vuole aprire un ristorante a Palermo agli stranieri che investono in Sicilia, alla start up. Ecco chi si è rimesso in pista dopo il lockdown
di Nino Amadore
Guarda il mare. Come se volesse lasciarsi dietro il Coronavirus e tutti i problemi. Scruta l’orizzonte appoggiato al muro bianco dei nuovi edifici costruiti al molo Sant’Erasmo di Palermo dall’Autorità portuale e inaugurati qualche mese fa. Pasqualino Monti, presidente dell’Authority, li ha voluti per risanare una delle aree più belle del water front palermitano. Lui, Saverio Borgia, li farà vivere con un nuovo ristorante che sarà inaugurato nei primi giorni di luglio.
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La caparbietà dell’imprenditore tra Palermo e Milano
Saverio con il fratello Vittorio sono partiti nel 2014 da Palermo con Bioesserì e oggi, spiega «Abbiamo due diversi format: Bioesserì e Fud Bottega Sicula a Palermo e Milano dove i ristoranti sono 4. In totale abbiamo 150 dpendenti con un volume di affari, l’anno scorso, di poco più di 5 milioni: quest’anno pensavamo di crescere ma perderemo almeno il 30 per cento».
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Ai due format esistenti ora si aggiunge quest’altro, un terzo, con il marchio di Molo Sant’Erasmo : «A causa del Covid tutto è slittato di tre mesi, ma non ho mai avuto intenzione di mollare il progetto. Dal punto di vista imprenditoriale abbiamo deciso di continuare il progetto perché crediamo che ora più che mai vi sia l’opportunità: lì abbiamo spazi enormi. Apriamo i primi di luglio: una trattoria sul mare, vogliamo dare la possibilità non un target gourmet, rivivere con la materia prima quelli che sono i piatti della nostra tradizione». I Borgia ripartono dal territorio e all’orizzonte non vedono più un tempo sospeso ma le dinamiche della vita mosse da quello che possiamo definire l’ottimismo del fare incuneato tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà.
Il tempo sospeso con l’occhio del fotografo
Tempo sospeso e l’ottimismo del fare, che Francesco Bellina, fotografo trapanese trentenne, ha raccontato in un lungo servizio pubblicato su New Yorker . Abituato a solcare le rotte dei migranti e dei trafficanti di uomini, degli sfruttatori e delle mafie, Bellina il 9 marzo arriva in Sicilia dalla Nigeria e comincia il suo viaggio nell’isola annichilita dal lockdown: dalle corsie degli ospedali ai paesi deserti, dalle imprese alle tendopoli dei migranti, dalle chiese e municipi alle barche da pesca. E si scopre, in quelle immagini in bianco e nero, una Sicilia dai colori forti, un’isola coesa e solidale con i suoi vecchi e nuovi cittadini. Storie di piccole e grandi imprese: come quella dei migranti del Gambia che si presentano in parrocchia per dare una mano e cominciano a produrre mascherine o dell’imprenditore agricolo che non ferma la produzione di formaggi e ancora del pescatore che sfrutta il digitale e i social per continuare a lavorare o quell’imprenditore agricolo che dice di sé «sono il Berlusconi di Salemi»: c’è la coda per lavorare nella sua azienda e sono soprattutto italiani rimasti senza lavoro. «Non assumo stranieri - dice - ma non per razzismo ma perché ho tanta richiesta di lavoratori italiani, miei paesani». Che Sicilia è questa che ha attraversato la pandemia e ora vorrebbe rialzarsi ? «È una Sicilia con grande spirito di solidarietà, abituata alle disgrazie e che ha recuperato la coesione». Ma non solo, evidentemente.
Il motto della Fase 3: «Aiutati che Dio ti aiuta»
C’è la Sicilia del «calati juncu ca passa la china (calati giunco che passa la piena)» della pazienza in attesa di tempi migliori e c’è la Sicilia del proverbio “Aiutati che Dio t’aiuta» e quindi la capacità di trovare la forza per fare da sé senza aspettare miracoli. Come sembra dire l’imprenditrice catanese Ornella Laneri, ceo della società che gestisce lo Sheraton: «Non ho mai chiuso - dice - perché penso che l’albergo sia una servizio e un luogo di accoglienza. Sono addirittra arrivata al punto di avere un solo ospite per quasi un mese». Ornella ha rimesso in moto la macchina e in particolare quella della Fondazione Oelle di cui è presidente e ha riavviato la mostra fotografica GE/19 Boiling Projects realizzata in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e il Comune di Taormina prorogandola (per il momento) fino al 31 luglio: le opere di 25 artisti sono esposte tra Taormina e Catania. «In questo momento - dice - questa è l’unica mostra aperta a Taormina. Ma è un segnale, una testimonianza. Un modo per dire che ci siamo e andiamo avanti».
Sole24ore