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02/06/2020 06:00:00

Marina Bay/2. Fine dei giochi? Così è morto il progetto faraonico sul porto di San Vito

 Seconda puntata del nostro viaggio sul pericolo scampato a San Vito lo Capo di una cementificazione che avrebbe potuto devastare la città del turismo.

Il progetto della Marina Bay, che avrebbe trasformato il volto della piccola cittadina sul mare, meta di migliaia di turisti ogni anno, è tramontato. Non senza patemi, però, e senza rischi di una guerra a suon di carte bollate. Ma San Vito è davvero salva dalla speculazione edilizia? Vediamo oggi (qui la prima parte) come si è conclusa la vicenda del progetto che ha messo paura ai sanvitesi.


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Per due anni, quindi, a San Vito lo Capo i cittadini hanno temuto che la propria cittadina affacciata sul mare potesse essere stravolta da un progetto faraonico e devastante.

Il progetto della Marina Bay prevedeva, in sintesi, di ricostruire il porto turistico ma, sfruttando la legge Burlando, di realizzare anche hotel, centro benessere, campi sportivi, supermercato. Nella richiesta di concessione, la società ha chiesto la disponibilità di un totale di 114.986 metri quadrati, di cui 64.431 di specchio acqueo, 42.839 su area demaniale marittima, 8.761 su area demaniale comunale. Un progetto che prevede la realizzazione di venti posti barca in più, un albergo a piani con 90 posti, una passeggiata sul lungomare riservata, piscine e un parcheggio.
Una roba che avrebbe cambiato totalmente il volto alla piccola cittadina sul mare meta di migliaia di turisti che arrivano ogni anni affascinati dal carattere rustico e incontaminato del borgo.

Dopo la presentazione del progetto da parte della società trapanese monta la protesta. Si costituisce un comitato a San Vito, con cittadini, amministratori, operatori turistici. Tutti uniti per dire no al progetto della Marina Bay.

Il primo no del Comune
Prima l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Matteo Rizzo, poi quella del sindaco Giuseppe Peraino, sono d’accordo. Marina Bay non si deve fare, non c’azzecca nulla con San Vito.

“Le iniziative private sono bene accette se compatibili con le politiche di sviluppo. E questo progetto non lo è”, disse l’allora sindaco Matteo Rizzo. Il progetto potrebbe mettere in crisi i sistemi idrici e fognari del paese, soprattutto in estate, infrastrutture già carenti.
“Il nostro progetto anzi risolve le criticità ambientali del bacino portuale. Il bacino infatti non ha una messa in sicurezza”, replicarono dalla Marina Bay.


In quei mesi, siamo nel 2018, il Comune incarica degli esperti che mettono nero su bianco una relazione che smonta l’utilità del progetto.
“Si evidenzia – si legge in una relazione approvata dalla giunta comunale sul progetto della Marina Bay – una assoluta mancanza di un adeguato e indispensabile studio legato ai risvolti di natura anche economica sull’intero territorio comunale di San Vito lo Capo, Macari e Castelluzzo”. In sostanza il progetto del porto se realizzato non stravolgerebbe in negativo soltanto l’area della spiaggia cittadina, ma una cementificazione così selvaggia provocherebbe ripercussioni anche nelle zone limitrofe perchè sarà imprevedibile la “reazione” del mare. E la spiaggia di San Vito, ad esempio, in questi anni ha conosciuto una consistente erosione.

 

Il passo indietro di Marina Bay 
Troppi no. Troppe proteste, troppa negatività nell’aria. Marina Bay decide di fare un passo indietro. E’ l’estate del 2019. Con una nota inviata al Comune la società Marina Bay ha comunicato la volontà di presentare una bozza di masterplan progettuale e urbanistico da condividere con l’Amministrazione comunale al fine di trovare “il giusto equilibrio tra investimento privato e interesse pubblico”. Tradotto: è solo uno stop, la società vuole rivedere il progetto, ma non rinunciarvi.

Infatti Marina Bay chiede di spostare la data della conferenza di servizi, prevista per il 14 agosto 2019, per avere il tempo di redigere la bozza di masterlplan. La richiesta della Marina Bay è stata accolta dall’amministrazione comunale che ha sospeso la programmata conferenza.

 

Il ritorno alla carica
Quando sembrava scongiurato il pericolo di cementificare una buona parte della baia di San Vito, la società torna alla carica e ci riprova. Il 16 gennaio scorso i suoi i rappresentanti hanno incontrato l’amministrazione comunale comunicando l’intenzione di riprendere l’iter procedurale del quale aveva richiesto il rinvio nel luglio 2019. La società è pronta a rivedere il progetto e annuncia di voler presentare un nuovo masterplan, mentre la conferenza di servizi era in corso. L’amministrazione Peraino continua a dire no, ma è aperta a visionare le modifiche della Marina Bay e a condividerle con la città. La mezza apertura dell’amministrazione nei confronti della società non viene vista bene da operatori e comitato “No Marine Resort”. I responsabili del comitato scrivono che il primo cittadino ha ribadito ciò che loro sostengono da sempre e cioè: “Il progetto della Marina Bay non è mai stato ritirato né bloccato. Esiste, verrà modificato (come?) e costituisce la minaccia concreta di cui abbiamo paura da sempre; la società Marina Bay non ha mai incassato il No ufficiale che la nostra amministrazione avrebbe dovuto darle adottando la delibera di consiglio del 01 Febbraio 2018 e mettendo fine alla tragica vicenda; la società Marina Bay, non avendo ottenuto il NO unanime dettato dal Consiglio Comunale, bensì i "Miti Consigli" dichiarati dal Sindaco, intende oggi proseguire l'iter pendente del quale aveva richiesto (ed ottenuto) la sospensione".
“Davvero dobbiamo credere che i professionisti della Marina Bay – si chiede il Comitato - abbiano percorso oltre 100 chilometri, per più di un incontro, solo per informare il nostro Sindaco che a breve verrà presentato il masterplan? Quale è stato il contenuto dei ripetuti incontri? Sono state date delle direttive sulla base delle quali rimodulare l'esistente progetto? No, la nostra intelligenza non verrà mortificata”.

Poi arriva il Coronavirus
Così, arriva il Coronavirus, il lockdown, la chiusura delle frontiere, e San Vito si avvicina ad una stagione estiva le cui premesse sono vicine alla catastrofe economica. Tutto va in pausa, con il timore che nel frattempo Marina Bay tornasse a studiare come realizzare il proprio porto turistico con tutto il resto attorno.


La forzatura di Peraino
Poi l’amministrazione comunale guidata da Peraino fa una forzatura e chiude la procedura relativa al progetto. Il sindaco in consiglio comunale spiega che il 27 marzo il Comune ha inviato una lettera alla società e all’assessorato regionale territorio e ambiente, e a tutti gli enti della conferenza si servizi, comunicando “conclusione dei lavori per la mancata produzione di documentazione ritenuta essenziale”. Secondo l’amministrazione la società non aveva più inviato il masterplan rivisto come aveva promesso: “decorsi 8 mesi dalla richiesta di differimento della Conferenza e tre dal proposito di consegna “a breve”, la società non ha presentato alcunché”.



Ma l’opposizione lancia l’allarme
Ma potrebbe non essere tutto finito. La società potrebbe rivalersi sul comune per la procedura di chiusura unilaterale della conferenza di servizi chiedendo cospicui risarcimenti danni. A lanciare l’allarme è Gruppo Consiliare "Orgoglio Sanvitese": "Il progetto che Peraino dà per morto, è più vivo che mai", si legge nella nota a firma del capogruppo Gaspare Scola.
"La procedura adottata dal Sindaco è di dubbia legittimità. Oltre alla poca trasparenza mostrata dal Peraino in questi mesi, notiamo dopo aver attenzionato i documenti che il Sindaco ha agito per lo più da solo, o assieme alla sua Giunta, su un progetto in itinere e questo lo riteniamo illegittimo”. 


Parlano quelli di Marina Bay
E’ come se gli avessero sbattuto la porta in faccia. Decidono di non “imporre” nulla, di non fare causa al Comune per lo stop ad una procedura che stava evolvendosi in maniera “pacifica”. Ma si tolgono qualche sassolino, quelli di Marina Bay che parlano, in conferenza stampa, della decisione dell’amministrazione Peraino che priva l’intera comunità sanvitese della possibilità di «condividere l’evoluzione progettuale» attraverso «il massimo coinvolgimento e la massima trasparenza nella valutazione di merito» così come era stato concordato e scritto il 16 gennaio 2020 in un verbale d’intesa con la stessa amministrazione comunale. In quel verbale, Marina Bay ha “preso l’impegno di realizzare una opera condivisa da tutti e che rispondesse tanto alle proprie legittime esigenze di investimento, quanto all’interesse diffuso della comunità di San Vito lo Capo”.
Marina Bay non proporrà alcuna opposizione formale al Comune di San Vito, benché sia stata inviata nota all’amministrazione, e per conoscenza a enti e organismi della conferenza dei servizi (in primo luogo l’ARTA), in cui la società puntualizza tre aspetti che mettono in discussione il valore giuridico e amministrativo della dichiarata “conclusione dei lavori”.

 


In particolare che la conferenza dei servizi “non è mai iniziata e di conseguenza alcun termine per la sua conclusione può essere decorso”. Marina Bay dice anche che la dichiarazione unilaterale di “conclusione dei lavori” è stata prodotta dal Comune di San Vito Lo Capo il 27 marzo 2020, in piena pandemia, quando tutti i termini procedimentali erano già stati sospesi dal legislatore proprio in relazione all’emergenza sanitaria”. E conclude sottolineando che il 16 marzo scorso aveva comunicato di aver concluso la redazione del masterplan ma di aver intenzione di depositare tutta la documentazione relativa dopo la fine della emergenza sanitaria dichiarata con il DPCM del 9 marzo 2020.

E’ una battaglia quella sul progetto del porto di San Vito che è finita come doveva, con l’addio definitivo, o quasi, di un iter che ha visto tutta una comunità schierarsi contro anche alla sola idea di toccare la costa di San Vito. Una battaglia che cittadine come San Vito, con un ecosistema incantevole, sono spesso costrette a combattere, per preservare il territorio dalle speculazioni edilizie e da quelli che in molti casi sono dei veri e propri ecomostri.



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