Meno di una settimana fa la Dda di Palermo ha chiesto sette anni di reclusione per Antonio Vaccarino.
L’ex sindaco di Castelvetrano era stato arrestato il 16 aprile dell’anno scorso, insieme a due carabinieri, il colonnello Marco Alfio Zappalà della Dia di Caltanissetta e l’appuntato scelto in servizio a Castelvetrano Giuseppe Barcellona.
I due militari sono sotto processo in abbreviato, mentre Vaccarino martedì scorso ha partecipato all’udienza di Marsala, in videoconferenza dal carcere di Catanzaro.
Il sostituto procuratore Pierangelo Padova, così come riportato dall’agenzia Agi, nella sua requisitoria ricorre ad una citazione: “Diceva Hemingway ’non lasciare che la verità rovini una bella storia’, ma questo non è un romanzo, né una sceneggiatura di un film e credo che si debba applicare un principio radicalmente opposto”.
I fatti, avvenuti nel 2017, riguardano le foto del testo di un’intercettazione che l’appuntato invia al colonnello. Poi, dall’account di posta elettronica di Zappalà, arrivano all’indirizzo mail di Vaccarino che, a sua volta, le stampa e le consegna al pregiudicato per mafia Vincenzo Santangelo.
L’ex sindaco di Castelvetrano è imputato per “concorso in rivelazione di segreto d’ufficio” e “favoreggiamento personale” aggravato dall’aver agevolato la mafia.
I pm della Dda di Palermo, nella descrizione dell’accusa riportata dall’Agi, dicono che “Vaccarino ha istigato Zappalà, facendosi consegnare copia del verbale di trascrizioni, perché probabilmente si era accreditato e il giorno dopo Vaccarino consegna a Santangelo l’intercettazione che aveva di certo interesse per la cattura di Messina Denaro”.
Ci si chiede però che tipo di interesse per la cattura del boss latitante potesse rappresentare quell’intercettazione in cui due tizi sono convinti che il Santangelo (che ha un’agenzia funebre) avrebbe fatto il funerale gratis alla famiglia Cimarosa, in seguito alla morte del loro congiunto Lorenzo, noto collaboratore di giustizia.
La conversazione contestata, secondo la difesa rappresentata dagli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo, è infatti “priva del presupposto del favoreggiamento, essendo priva di ogni informazione rilevante”.
Mentre, sull’altra parte dell’accusa, i difensori hanno sottolineato che “soltanto un pubblico ufficiale può commettere il reato di rivelazione del segreto d’ufficio”.
Il che è vero. Ma è anche vero che a Vaccarino viene attribuito il “concorso” nella rivelazione.
Non è però emersa alcuna intercettazione sulle sue eventuali sollecitazioni o pressioni nei confronti del colonnello Zappalà per conoscere notizie di ufficio segrete.
Insomma, come sottolineato dalla difesa, “qui mancano i reati, non c’è la rivelazione e manca pure il favoreggiamento”.