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29/05/2020 06:00:00

Coronavirus, giù i malati. Per Boccia il "passaporto santario" è anticostituzionale

 I malati ricoverati con sintomi sono 7.379, con un calo di 350 rispetto al giorno prima, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 40.118, con un calo di 2.614 rispetto a mercoledì. 

Salgono i nuovi positivi in Italia, sono ora 231.732 i contagiati totali, 593 più rispetto a mercoledì, quando l'incremento era stato di 584. Il dato comprend positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 382 in più (mercoledì 384) pari al 64,4% dell'aumento odierno in Italia. 

70 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, in calo rispetto alle 117 di ieri. In Lombardia nell'ultima giornata se ne sono registrate 20, mentre ieri erano state 58. I morti a livello nazionale salgono così a 33.142. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile. Otto regioni - Sicilia, Umbria, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria, Molise, Basilicata e Trentino Alto Adige - non fanno registrare vittime.  In calo i ricoverati in terapia intensiva. Sono 489 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 16 meno di ieri. Per la prima volta scendono sotto quota 500, mai così pochi dal 6 marzo. Di questi, 173 sono in Lombardia, 2 meno di ieri. 

I DATI DALLE REGIONI - Sono saliti a 150.604 i guariti e i dimessi in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 3.503. Sono 47.986 i malati, 2.980 meno riseptto a mercoledì, quando il calo era stato di 1.976. Nel dettaglio - secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile -, gli attualmente positivi sono 22.913 in Lombardia (-1.124), 6.072 in Piemonte (-392), 3.750 in Emilia-Romagna (-248), 2.025 in Veneto (-262), 1.380 in Toscana (-80), 1.145 in Liguria (-124), 3.405 nel Lazio (-83), 1.346 nelle Marche (-104), 1.012 in Campania (-134), 458 nella Provincia autonoma di Trento (-19), 1.395 in Puglia (-118), 1.145 in Sicilia (-173), 336 in Friuli Venezia Giulia (-20), 824 in Abruzzo (-42), 157 nella Provincia autonoma di Bolzano (-14), 33 in Umbria (+1), 200 in Sardegna (-15), 23 in Valle d'Aosta (-4), 170 in Calabria (-20), 34 in Basilicata (-2), 163 in Molise (-3). Quanto alle vittime, Lombardia 15.974 (+20), Piemonte 3.838 (+10), Emilia-Romagna 4.094 (+11), Veneto 1.898 (+3), Toscana 1.029 (+2), Liguria 1.445 (+7), Lazio 708 (+7), Marche 997 (+1), Campania 410 (+4), Provincia autonoma di Trento 462 (+0), Puglia 496 (+1), Sicilia 272 (+0), Friuli Venezia Giulia 333 (+2), Abruzzo 402 (+2), Provincia autonoma di Bolzano 291 (+0), Umbria 75 (+0), Sardegna 130 (+0), Valle d'Aosta 143 (+0), Calabria 96 (+0), Basilicata 27 (+0), Molise 22 (+0).

PASSAPORTO SANITARIO, BOCCIA: E' CONTRO LA COSTITUZIONE - "Passaporto sanitario? Rileggete l'articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono". Lo ha detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera. "Nei prossimi giorni con l'ultimo click che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso. Se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all'altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti", aggiunge Boccia. "Le province lombarde di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e quella di Piacenza in Emilia Romagna "hanno vissuto un'ecatombe, il resto del Paese un dramma. Non paragonerei quelle province al resto d'Italia", prosegue il ministro parlando di possibili provvedimenti finanziari per sostenere l'economia di quelle zone. "Commissariare la sanità lombarda? Mai stato all'ordine del giorno e non ci sono elementi per valutare un provvedimento di questa natura", dichiara Boccia. "Il sistema di monitoraggio funziona bene, è stato condiviso con tutte le Regioni, ogni settimana ci dà il termometro della pandemia, non è un giudizio, una pagella, non ci sono dei voti, è il tentativo di accendere luci se c'è un piccolo focolaio e se la resilienza della sanità non è piena", osserva. "Il monitoraggio comprende 21 indicatori diversi che compongono un algoritmo condiviso da tecnici del ministero e delle Regioni - sottolinea - mi dispiace per la polemica con l'Umbria, che poi è uscita (dalla fascia di attenzione). La valutazione non deve incidere sulla ripartenza delle regioni, che è già avvenuta e continuerà la prossima settimana per riprenderci tutto il nostro Paese".

IL CALCIO RIPARTE IL 20 GIUGNO - Il calcio riparte e quel ritorno alla normalità che il Paese aspettava ora avrà anche pallone e partite. L'appuntamento con il fischio d'inizio della Serie A e le esultanze per i gol è fissato per il 20 giugno, con la Coppa Italia a fare da prologo già il 13, il 14 e il 17 per una finale che cadrà 50 anni dopo Italia-Germania 4-3, segnando a modo suo un'altra data storica: dopo oltre tre mesi di digiuno causa coronavirus si torna a giocare.

MILAN CONTRARIO: "Comprendiamo il valore di poter offrire a tutti gli appassionati partite di qualità dopo mesi di lockdown, ma, sotto il profilo sportivo, troviamo discutibile assegnare un trofeo importante come la Coppa Italia con due partite in tre giorni e con le squadre in campo dopo oltre tre mesi di fermo". Così il presidente del Milan, Paolo Scaroni, all'ANSA esprime le perplessità del club sulla scelta della Lega di riprendere la stagione con il ritorno delle semifinali e la finale di coppa Italia. Il Milan giocherà a Torino con la Juventus dopo l'1-1 dell'andata.

Il governo, incassato il parere favorevole del comitato tecnico scientifico, ha dato il via libera. L'annuncio è stato del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, che a conclusione del vertice in videoconferenza con tutte le componenti della Figc durato una quarantina di minuti, e dopo aver consultato il premier Giuseppe Conte per stabilire la data, ha indicato il giorno della ripartenza del campionato (il 20 appunto), ma si comincerà a fare sul serio anche prima, con la Coppa Italia. "E' giusto che il calcio riparta, così come tutto lo sport. La serie A riprende il 20 giugno, il mio auspicio è che nella settimana precedente si possa giocare la Coppa Italia" aveva detto Spadafora, con la Lega Serie A che a stretto giro ha ufficializzato la ripartenza proprio con la coppa nazionale. Il calo della curva dei contagi era condizione indispensabile per decretare il disco verde anche alla ripresa delle gare, dopo quello degli allenamenti.

LA SITUAZIONE NEL MONDO - I decessi legati al coronavirus nel mondo hanno superato quota 350mila (350.423), secondo i dati dell'università americana Johns Hopkins. I casi totali sono 5.588.400. I tre Paesi più colpiti sono Stati Uniti, Regno Unito e Italia.

COREA DEL SUD - La Corea del Sud ha reintrodotto le misure di blocco nell'area metropolitana di Seul, che ospita metà della popolazione del Paese, dopo il nuovo picco di infezioni registrato ieri. Musei, parchi e gallerie d'arte saranno chiusi di nuovo da domani per due settimane e le aziende sono state esortate a reintrodurre il lavoro flessibile. Ai residenti è stato anche consigliato di evitare incontri sociali o di andare in luoghi affollati, tra cui ristoranti e bar. "Le prossime due settimane saranno cruciali per prevenire la diffusione dell'infezione nell'area metropolitana - ha detto il ministro della Sanità Park Neung-hoo - Se dovessimo fallire, dovremo tornare al distanziamento sociale". Le restrizioni erano state revocate in tutto il Paese il 6 maggio, dopo che l'epidemia sembrava sotto controllo. Ma ieri la scoperta di un nuovo focolaio in un enorme magazzino di stoccaggio merci a Bucheon, non lontano da Seul, con almeno 36 casi dei 49 nuovi registrati nelle ultime 24 ore.

STATI UNITI - Superano quota 100.000 i morti per coronavirus negli Stati Uniti, secondo i calcoli del New York Times. Si tratta del numero più alto di decessi al mondo per il Covid-19 ed eccede il numero dei militari americani morti in tutti i conflitti combattuti dagli Usa dalla guerra di Corea in poi. La pandemia si appresta a diventare la più letale della storia americana dopo quella della Spagnola nel 1918, in cui persero la vita 675mila americani. I contagi sono oltre 1,7 milioni, che si prevede arrivino a due milioni in estate.

Ma è anche il quadro economico a preoccupare molto, con un crollo del 5% del Pil nel primo trimestre dell'anno e altri 2,1 milioni di americani che negli ultimi sette giorni hanno fatto richiesta di un sussidio di disoccupazione. Sale così a oltre 40 milioni il numero di coloro alla disperata ricerca di un posto, in pratica un lavoratore su quattro. E il Washington Post, citando fonti ben informate, rivela che l'ordine dalla Casa Bianca (senza precedenti almeno dagli anni 70) sarebbe quello di non pubblicare l'aggiornamento delle previsioni economiche, programmato come sempre tra luglio e agosto. Perché mettere nero su bianco quelle cifre significherebbe certificare un tracollo a pochi mesi dal voto per le Presidenziali. Un incubo per Trump, alimentato dai principali sondaggi che vedono in testa il suo rivale dem Joe Biden.

Intanto, il presidente americano prosegue i suoi attacchi a Pechino definendo la pandemia "un regalo dalla Cina", con il virus che sta colpendo duramente "ovunque nel mondo". Ma qualcuno a New York la pensa diversamente. "Siamo stati attaccati dall'Europa, quando tutti guardavano alla Cina. Il coronavirus è arrivato a New York dall'Europa, non dall'Asia", ha detto il governatore Andrew Cuomo, nella conferenza stampa giornaliera in cui ha reso noto che i decessi nello Stato sono stati 74 nelle ultime 24 ore. In totale, le vittime di New York sono oltre 29mila e i casi di contagio 375mila.

AMERICA LATINA - L'America Latina ha confermato nelle ultime 24 ore una progressione dinamica della pandemia di coronavirus con un deciso aumento sia dei contagi (833.493, +35.000), sia delle morti (44.765, +1.400). Lo si rileva da una elaborazione statistica realizzata dall'ANSA sui dati riguardanti 34 nazioni e territori latinoamericani. Il primo campanello d'allarme suona ancora per il Brasile, che ha registrato in un giorno oltre 20.000 contagi, raggiungendo quota 411.821, e più di 1.000 morti, per un totale di 25.598. Ma anche per il Messico, Paese al 4/o posto per contagi (74.560), ma al 2/o per decessi (8.134), oggi cresciuti alla cifra record di 501. Stabili al 2/o e 3/o posto Perù (135.905 e 3.983) e Cile (82.289 e 841). Fra gli altri Paesi con più di 5.000 contagi, ci sono Ecuador (38.103 e 3.275), Colombia (24.104 e 803), Repubblica Dominicana (15.723 e 474), Argentina (13.228 e 492), Panama (11.447 e 313) e Bolivia (7136 e 274).

CINA - La Cina si avvia a lanciare un green channel, una corsia preferenziale per i voli charter da 8 Paesi, tra cui l'Italia. Il Global Times, in base a documenti della Civil aviation administration of China (Caac), l'agenzia che regola il trasporto aereo civile, cita anche Giappone, Corea del Sud, Singapore, Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera. La mossa è un primo passo per sbloccare i collegamenti internazionali dopo la stretta decisa a marzo per contenere la pandemia e i contagi di ritorno. Intanto, il premier Li Keqiang, nella conferenza stampa in collegamento video seguita al Congresso nazionale del popolo, ha assicurato che il governo "non inonderà di stimoli l'economia", ma "userà politiche speciali in momenti speciali". L'eccesso di liquidità sui mercati "potrebbe creare opportunità di arbitraggi" e bolle speculative. Gli obiettivi sono "occupazione e vita delle persone". Il premier ha poi ribadito che la Cina è favorevole "ad un'indagine indipendente" sull'origine del virus e che pertanto "continuerà a cooperare con la comunità internazionale nella convinzione condivisa che il Covid-19 potrà essere sconfitto solo con uno sforzo congiunto".

RISCHIO POVERTA' PER 86MILIONI DI BAMBINI - Secondo un nuovo studio lanciato oggi da Save the Children e UNICEF, le ricadute economiche della pandemia di COVID-19 potrebbero causare un aumento del numero di bambini in condizioni di povertà familiare, fino a 86 milioni in più entro la fine del 2020, ovvero un incremento del 15%. Lo studio sottolinea che, senza azioni immediate per proteggere le famiglie dalle difficoltà finanziarie causate dalla pandemia, il numero totale di bambini che vivono sotto la soglia di povertà nazionale nei paesi a basso e medio reddito potrebbe raggiungere i 672 milioni entro la fine dell'anno. Circa 2 su 3 di questi bambini vivono in Africa subsahariana e Asia meridionale. I Paesi in Europa e in Asia centrale potrebbero assistere all'aumento più significativo, fino al 44% nella regione. L'America Latina e i Caraibi potrebbero vedere un aumento del 22%.