Operazione delle fiamme gialle in Sicilia che hanno disarticolato una rete di criminali che gestivano spaccio di droga e mettevano a segno furti in abitazioni.
Undici arresti per associazione a delinquere, tutti in provincia di Catania, di cui dieci in carcere e uno ai domiciliari. Fra gli arrestati, anche alcuni soggetti con legami con cosa nostra.
Il cervello dell'organizzazione sarebbe stato Carmelo Russo, sessantacinque anni, detto Turazzo. Nella sua abitazione di Misterbianco ci sarebbe stata va centrale operativa della gang.
Il fratello Mario, cinquantotto anni, pregiudicato e affiliato al clan Cursoti Milanesi, mantevena contatti con fornitori di droga palermitani e calabresi. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia.
Scrive la Guardia di Finanza:
L’indagine è convenzionalmente denominata operazione “CONSEGNA A DOMICILIO” in ragione del fatto che l’appartamento del principale indagato era divenuto una base logistica per la compravendita all’ingrosso e al dettaglio di cocaina e marijuana.
Nello specifico, l’indagine dei Finanzieri del G.I.C.O. di Catania trae la sua origine dallo sviluppo diretto delle evidenze emerse in un distinto procedimento penale che portò, nel gennaio 2016, all’arresto in flagranza di reato di 2 soggetti trovati in possesso di cocaina e eroina, sostanze stupefacenti destinate ad essere acquistate proprio dal sodalizio criminale successivamente investigato. Nel proseguo delle attività, i Finanzieri del Nucleo P.E.F. delineavano anche l’operatività di una distinta associazione che, oltre a spacciare stupefacenti, si era specializzata nella realizzazione di furti in abitazione e in esercizi commerciali “con spaccata”.
Il primo sodalizio criminale ruota intorno alla figura di RUSSO Carmelo (cl.1955) detto “TURAZZO” la cui abitazione di Misterbianco fungeva da centrale operativa dello spaccio oltreché sede di incontri con pregiudicati e soggetti sottoposti a provvedimenti di sorveglianza speciale della pubblica sicurezza. RUSSO Carmelo unitamente al fratello Mario (cl.1972), quest’ultimo già condannato per la sua appartenenza al clan mafioso dei “Cursoti Milanesi”, mantenevano costanti relazioni con fornitori (palermitani e calabresi) ed acquirenti (localizzati a Messina, Siracusa, Motta Sant’Anastasia, Portopalo di Capopassero) avvalendosi della collaborazione dei seguenti sodali (tutti ristretti in carcere):
INNAO Filadelfo (cl.1957) e GIANNETTO Cirino (cl.1971) quali detentori della “cassa comune” del gruppo criminale e, quando necessario, corrieri dello stupefacente acquistato o da cedere;
PAVONE Emanuele (cl.1966) il quale si occupava della fase di approvvigionamento degli stupefacenti nonché della vendita in territorio messinese;
BEVILACQUA Antonio (cl.1974) e PELLE Antonio (cl.1986), entrambi reggini, quali stabili fornitori di cocaina della formazione criminale catanese.
Il secondo focus investigativo dell’operazione in rassegna era rappresentato dall’associazione a delinquere capeggiata da Vito Danilo CAPUTO (cl.1989) e da Pio Giuseppe SCARDACI (cl.1986) e completata da Alfio STANCAPIANO (cl.1994) e Carmelo MOTTA (cl.1985) – i primi tre sono stati ristretti in carcere, il quarto ai domiciliari – i quali erano autori seriali di furti, anche tentati, in appartamento. Nello specifico, gli indagati erano soliti impossessarsi delle chiavi dell’abitazione che il malcapitato lasciava incustodite nella sua autovettura per poi recarsi presso l’appartamento della vittima e agire indisturbati. Spesso la persona offesa non si rendeva conto della sottrazione delle chiavi in quanto l’autovettura veniva aperta senza che gli indagati lasciassero evidenti segni di effrazione.
Tra i fatti criminosi orchestrati dal citato gruppo criminale figurano:
il furto di una Fiat Bravo a Lentini (SR) e conseguente utilizzo dello stesso veicolo contro la vetrina di un esercizio commerciale di Siracusa per l’impossessamento di oltre 500 capi di abbigliamento del valore di circa 25 mila euro;
il furto in un’abitazione di Belpasso (CT) con il conseguimento di un bottino di gioielli del complessivo valore di 1.500 euro circa;
il furto in un appartamento a Cefalù (PA) di gioielli e denaro contante per circa 80 mila euro recuperati dalla Guardia di Finanza di Catania in occasione dell’arresto in flagranza di reato dei 2 responsabili.
L’indagine del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania ha, dunque, permesso di porre fine all’attivismo di due agguerriti sodalizi che si muovevano a stretto contatto con soggetti interni ad organizzazioni mafiose già raggiunti da provvedimenti restrittivi richiesti da quest’Ufficio ed eseguiti anche da altre forze di polizia.