La pandemia esplosa in tutto il mondo,come ben sappiamo,ci ha costretti a rimanere a casa e non uscire se non per ragioni di strettissima necessità.
Le scuole in questo periodo sono rimaste chiuse ma le lezioni ovviamente non si sono improvvisamente interrotte.Infatti per la prima volta la scuola italiana ha adottato misure per l’insegnamento a distanza,le lezioni sono state sostituite con videolezioni a loro volta integrate con schemi digitali o video. La scuola italiana ha superato ben questa esperienza.
Con l’avvento di queste nuove modalità di insegnamento si è creato quindi il problema delle valutazioni degli studenti.
La questione è: bisogna valutare gli alunni con un voto aritmetico come del resto si è sempre fatto? Oppure bisogna valutare soltanto con un giudizio scritto che spieghi i pregi,i difetti,le difficoltà e le potenzialità di ogni singolo alunno?
A prescindere dal metodo di valutazione sia con voto sia con un giudizio,una cosa è certa:La didattica a distanza ci sta dando la possibilità di riscoprire la passione per la conoscenza.
Quante volte è capitato di sentire dire alla propria insegnante:-Ragazzi studiate non per il voto ma per la vostra formazione,immaginate che non esistano i voti o che il vostro lavoro non si possa valutare con un voto-:
Ecco! ...quelle che prima erano solo delle supposizioni per convincere i ragazzi ora sono divenute realtà.
Ci siamo ritrovati infatti in un periodo nel quale difficilmente i professori mettono voti,perchè non possono certificare l’autenticità di un compito o di una interrogazione.I professori preferiscono dunque mettere dei giudizi su ogni specifico alunno.Il voto certamente è pur sempre un valido indicatore della preparazione di un alunno ma non ci farà mai capire chi siamo e sopratutto in cosa siamo veramente portati.
Questa momentanea condizione può essere considerata una possibilità più unica che rara per smettere di studiare soltanto per un voto. Lo studio diviene quindi l’occasione per impegnarci di più e per riscoprire la vera passione per la conoscenza,una conoscenza vera che non sia fine a se stessa e che punti a non essere aridamente dimostrata per farne inutilmente uno sfoggio di vanto.
Questa è l’occasione buona per rendersi veramente conto dell’importanza della scuola e pensare a chi non ha possibilità di frequentarla per guerre o condizioni di estrema povertà.
Insomma è l’occasione buona per ottimizzare il proprio studio e magari approfondire ciò che più ci piace per la nostra formazione ed il nostro futuro ruolo di cittadini.
Giuseppe Culmone