16,30 - Il caso che si sta generando intorno alle domande di cassa integrazione in Sicilia ha fatto una prima vittima (non tenendo conto delle migliaia di lavoratori sul lastrico per colpa dell'inerzia della Regione).
Si è infatti dimesso il dirigente generale dell'assessorato regionale del Lavoro, Giovanni Vindigni.
La decisione è arrivata dopo un colloquio riservato con il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che, d'intesa con l'assessore Antonio Scavone, le ha accolte. Su proposta dello stesso assessore, la Giunta, riunitasi nel primo pomeriggio, ha affidato l'incarico ad interim al ragioniere generale Giovanni Bologna, che si è già insediato.
«Il dottore Vindigni - ha sottolineato Musumeci - è persona perbene, trovatasi, suo malgrado, al centro di una vicenda - quella dei ritardi nelle pratiche per la cassa integrazione - sulla quale occorrerà fare chiarezza. Per questa ragione con l'assessore Scavone abbiamo avviato un'indagine interna e stiamo verificando, al tempo stesso, la quantità e la qualità del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in “lavoro agile”. Domattina, intanto, alle 10.30, il governatore e l'assessore Scavone terranno una conferenza stampa a Palazzo Orleans per fare il punto sui temi della cassa integrazione e sulle risorse ai Comuni destinate all'assistenza alimentare delle famiglie disagiate.
07,00 - Morire di virus o di burocrazia?
Continua la farsa della cassa integrazione in deroga in Sicilia. La Regione procede nell'esame delle domande con una lentezza esasperante. Ieri è emerso che gli impiegati regionali vogliono un bonus di dieci euro a pratica, per velocizzare la procedura, e la richiesta, oltre a creare indignazione, dato che ci sono molte aziende sul lastrico, e decine di migliaia di lavoratori che non vedono un euro da marzo, ha suscitato anche una reazione nel Governo, che ha deciso di inviare degli ispettori in Sicilia per capire cosa stia succedendo.
La ministra della Funzione pubblica Fabiola Dadone annuncia una ispezione in Sicilia: "Ho attivato l'Ispettorato del dipartimento Funzione Pubblica per avere chiarimenti"in merito alla di ulteriori bonus retributivi, da parte dei sindacati dei dipendenti della regione siciliana, per lo sblocco delle pratiche sulla cassa integrazione in deroga", scrive la ministra. "La Pubblica amministrazione in queste settimane, come ho più volte detto, deve essere motore della ripartenza del Paese. E non può permettersi di avanzare col freno a mano tirato".
Il blocco delle casse integrazioni - spiega Repubblica - è alla Regione. Dove si è partiti in ritardo e dove c'è – per esplicita ammissione dell'assessorato, che l'ha detto in uno degli incontri con i sindacati - una piattaforma informatica non all'altezza del carico di lavoro da affrontare, le pratiche di circa 37mila imprese. All'Inps, infatti, non c'è nessun collo di bottiglia: delle 4.022 pratiche trasmesse dalla Regione, domenica sera solo 244 non erano ancora state analizzate dall'Inps.
La mancata assegnazione della cassa Integrazione in deroga in Sicilia dimostra ancora una volta tutto il fallimento del governo Musumeci. Ho sollevato da settimane, anche in V commissione, il tema, dove sono state esposte anche le legittime preoccupazione degli imprenditori e dei sindacati. Il presidente non ha saputo programmare per tempo e adesso scarica sui dipendenti regionali le sue responsabilità. Non è stato capace di trovare le soluzioni con le parti sociali e come sempre rincorre i problemi senza riuscire mai ad affrontarli". Lo afferma il parlamentare regionale di Italia Viva e presidente della Commissione Lavoro dell'Ars Luca Sammartino. "Ci sono quasi 150mila lavoratori che aspettano da due mesi - prosegue - e non è possibile assistere ad un continuo scarica barile di responsabilità tra la Regione e gli uffici. Basta con le polemiche, rischiamo che scoppi una bomba sociale. I siciliani sono stufi. Musumeci venga in aula a chiarire immediatamente".