Sono un centinaio le istanze di scarcerazione dei mafiosi siciliani che chiedono di tornare a casa per motivi di salute e tra questi il nome più importante è quello del fratello di Totò Riina, Gaetano. L'anziano boss ha 87 anni e sta scontando la sua pena nel carcere di Torino, dove deve restare ancora due anni.
«Nella nostra istanza - afferma l'avvocato Riggi - scriviamo che ci sono 60 detenuti risultati positivi al Coronavirus in carcere, una situazione davvero pericolosa per un anziano che ha un solo rene, che ha già rischiato la vita con più infarti e un enfisema polmonare».
E mentre non si sono ancora placate le polemiche sul caso del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria, finito ai domiciliari per motivi di salute, che anche altri boss, stavolta di Cosa nostra, rinchiusi con il regime del carcere duro, sono finiti ai domiciliari sempre per motivi di salute. Tra questi Vincenzo Di Piazza, 80 anni, boss di Casteltermini. Ha lasciato il regime del 41bis dove era rinchiuso dal 2011 quando venne arrestato in seguito all'operazione "Kamarat".
Con l'emergenza Coronavirus il tema delle scarcerazioni dei boss mafiosi è al centro del dibattito. Sono tanti infatti i carcerati per reati di mafia che stanno chiedendo di poter lasciare il carcere per motivi di salute. Vincenzo Di Piazza è uno di questi.
La sua carriera criminale parte da molto lontano. Venne arrestato nel '95 per essere stato uno dei fedelissimi del boss Fragapane, trovato in una masseria di Di Piazza. Poi rimase coinvolto assieme al figlio Giuseppe nell'operazione Kamarat che si avvalse del contributo di diversi collaboratori di giustizia che accusarono i Di Piazza.
Vincenzo è stato condannato a 18 anni di reclusione, gli è stato sequestrato un patrimonio di un milione di euro, tra fabbricati, 335 appezzamenti di terreno, sia di seminativo che di pascolo; un’azienda per l’allevamento di bovini e caprini; una ditta individuale per la coltivazione di cereali e cinque conti correnti bancari.
Oltre a Di Piazza sono tornati a casa, Giuseppe Sansone, imprenditore arrestato l’estate scorsa perché ritenuto uno degli anelli della nuova riorganizzazione mafiosa e Francesco Bonura, che si trovava al 41 bis. Stesso reparto dove era recluso Vincenzo Di Piazza, il capomafia di Casteltermini, ora ai domiciliari nella sua abitazione in provincia di Agrigento.
In totale sono 376 i mafiosi e i trafficanti di droga che hanno lasciato il carcere per motivi di salute legati all’emergenza Covid. Un dato che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ora guidati dal giudice Dino Petralia e dal suo vice Roberto Tartaglia, ha comunicato alla commissione parlamentare antimafia.