Quantcast
×
 
 
29/04/2020 07:00:00

Il Governo vorrebbe misurare anche l'affetto "stabile"?

 L’ultima conferenza stampa del Premier Giuseppe Conte è stata un pasticcio, esposizione non chiara, comunicazione interrotta da non fluidità di concetti basilari e non rassicuranti.


Il Presidente del Consiglio non ha dato una buona performance istituzionale. Il 4 maggio dovrebbe partire la fase 1 bis, poco cambia rispetto alla fase iniziale.

Ci si potrà muovere per andare a trovare i congiunti, il caos è stato servito.
Chi sono i congiunti? Nel senso stretto del termine lo chiarisce un articolo del Codice penale: “S’intendono per i prossimi congiunti gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti: nondimeno, nella denominazione di prossimi congiunti, non si comprendono gli affini, allorché sia morto il coniuge e non vi sia prole”.


Una definizione medievale, che esclude le coppie di fatto, anche quelle dello stesso sesso, che esclude i rapporti sentimentali non legati da convivenza.


Dopo la figuraccia arcaica, peggio del decreto Pillon di qualche mese fa, Conte corre ai ripari: si potrà uscire per andare a trovare pure gli affetti stabili.
Cosa si intende per affetto stabile? Può un governo indicare l’intensità della stabilità di un rapporto? E come lo misura? Può un governo dirci chi incontrare e quando? E per quanto tempo? Può un governo limitare così tanto la libertà dei cittadini entrando dentro le scelte del cuore e indirizzarle? No, non può.


Un governo, serio, avrebbe dovuto porre in essere tutte le misure atte a contenere la diffusione del virus, ad aiutare concretamente le imprese italiane, il sud del Paese che va avanti grazie alla pesca, all’agricoltura, al turismo.
Un governo non può entrare dentro le camere da letto dei cittadini e decidere quando ci si deve incontrare per concedersi una passione.

Abbiamo assistito al peggiore spettacolo della storia repubblicana dell’Italia.
Ci sono rapporti che si sono consolidati così tanto che superano un legame di famiglia, ci sono amicizie così cementificate da superare le barriere del sangue perché rappresentano l’unione di un cuore e di un’anima, in barba ai congiunti.
Siamo tutti congiunti se siamo responsabili.


Si agli incontri per le famiglie da Mulino Bianco ( esistono ancora?) e no all’amore Lgbt. Tremate, tremate, le streghe son tornate.
Il diritto ai sentimenti dovrebbe prevalere sul diritto di sangue, il discorso di Conte è stato una dittatura.
Siamo donne e uomini, viviamo in socialità e di socialità, più di due mesi di isolamento si reggono per alto senso di rispetto verso la comunità, come tutela per se stessi e per gli altri.


Il governo non è rimasto umano, ha elencato una serie di divieti e obblighi a cui gli italiani si sono attenuti, siamo stati bravissimi in questo.
Adesso non vogliamo andare ad affollare le piazze e nemmeno le spiagge. Vogliamo tornare a sorridere, pur dentro le nostre case, con gli amici di una vita, con le persone che ci emozionano e che ci fanno stare bene.
Cosa significa affetto stabile? Nulla.


Qualcuno lo dica a Conte. Nulla nella vita è stabile, ce lo ha dimostrato proprio il Coronavirus. Negli affetti ci vuole coraggio, costanza, pazienza, follia, intraprendenza, mediazione. Vanno coltivati ogni giorno, seppure nello scontro, vanno alimentati con intelligenza e curiosità.

Di stabile non c’è nemmeno questo governo, che a breve dovrà affrontare la sua di fase 2: quella annunciata da Matteo Renzi. Cambio di passo, e non è detto che tutte le poltrone resteranno occupate dalle stesse persone. Questione di stabilità precaria.