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25/04/2020 06:00:00

 Salemi. Comune e ANPI insieme per celebrare il 25 Aprile 

Nella mattinata di domani 25 aprile, come in moltissime altre città italiane, anche a Salemi è prevista la celebrazione l’ anniversario della Liberazione. Una cerimonia che di recente si rinnova ormai annualmente dal 2015, da quando a guidare l’Amministrazione comunale è il sindaco Domenico Venuti.

Merito anche di Silvio Spisso, rappresentante dell’Anpi locale che per l’occasione ci ha precisato che, a causa dell’emergenza sanitaria e per rispettare le disposizioni vigenti in materia di distanziamento sociale, quest’anno la ricorrenza sarà condotta all’insegna della semplicità.
E previsto un intervento del sindaco e la lettura dei nomi dei partigiani salemitani dal parte di un rappresentane dell’associazione e la deposizione di un omaggio floreale ai piedi della lapide che si trova nell’atrio antistante il Palazzo Municipale.

Per il sindaco Venuti:Quest'anno le celebrazioni per il 25 aprile saranno necessariamente più contenute per via delle norme emanate in seguito alla pandemia di Covid-19 che ci ha investito. Ma non per questo saranno prive di significato. Anzi, direi tutto il contrario. Questo è l'anno in cui possiamo celebrare la Liberazione riscoprendo il suo significato più profondo: è l'anno in cui il ricordo della nostra libertà è più importante e si fa sentire in ognuno di noi la consapevolezza di doverlo tenere sempre vivo nella memoria.
Il 25 aprile non è e non deve diventare una festa lontana, senza più significato. È il giorno in cui possiamo e dobbiamo ritrovare il senso di comunità; un sentimento che, in questi momenti di estrema difficoltà, assume un valore centrale.
Il 25 aprile, inoltre, è un anniversario che non ha un 'colore' politico: è una ricorrenza che va ricordata da tutti noi perché appartiene a tutti ed è legata all'impegno di chi ha consegnato nelle nostre mani la libertà che oggi viviamo. Per questa libertà, ognuno nel nostro piccolo, deve impegnarsi ogni giorno nel tentativo di migliorarla e di progredire.

E’ il caso di sottolineare che la “Lapide” che ricorda i caduti della guerra di Liberazione fu posta sotto il portico del palazzo municipale nel lontano 1953 per disposizioni dell’allora sindaco Vero Felice Monti. Nel 75° anniversario della Liberazione è doveroso ricordare la figura di questo singolare uomo politico, che tanti salemitani ancora con stima come sindaco, e che forse non è stato adeguatamente apprezzato nella sua Marsala e in Provincia, a differenza di alcuni mediocri ma spesso citati.

Non tutti sanno infatti che oltre ad essere stato sindaco del comune di Salemi per ben due volte, Vero Felice Monti fu anche un valoroso comandante partigiano. Quando venne diffuso il proclama di Badoglio nel settembre del 1943, indossava la divisa dell’esercito italiano come coscritto.Si trovava in Emilia, dalle parti di Crevalcore, in provincia di Bologna.

Come tanti militari, dall’oggi al domani, Monti si ritrova senza ufficiali superiori al comando.  Sono i terribili giorni del “tutti a casa”! L’Italia spezzata in due. Da una parte il nord con fascisti e nazisti, dall’altra il Regno del Sud.  In quella Regione operava già una delle numerose organizzazioni aderenti al movimento di liberazione dagli occupanti tedeschi e dai collaborazionisti di Salò. Monti che, prima di essere arruolato nell’esercito italiani, si era già distinto nella sua città natale Marsala come organizzatore clandestino di giovani operai antifascisti, non esita un istante.

Non segue l’onda degli “sbandati”, come vennero chiamati tutti gli ex militari che si riversavano con tutti i mezzi nelle terre originarie del Sud.
Si unisce subito ad una organizzazione partigiana operante sui monti dell’Appenino, all’interno della quale avrà modo di distinguersi per coraggio e generosità. Esponendosi più del necessario e rischiando la cattura. Gli consigliano di allontanarsi dall’area operativa e di scendere al sud e verso le zone liberate.

Ma ad Ancona, mentre sta tentando di attraversare le linee, viene arrestato. Saranno quaranta i giorni di carcere. Appena liberato dai compagni ritorna a Crevalcore dove, per decisione del comitato politico, continuerà ad operare con altri incarichi e rischiando nuovi arresti.
Alla fine delle guerra, nel ’46, sarà riconosciuto “Partigiano combattente”.

Solo nell’aprile 1984, il Presidente della Repubblica dell’epoca Sandro Pertini gli conferirà la prestigiosa onorificenza del “Diploma d’onore al combattente per la libertà d’Italia 1943-1945”. Ecco, Vero Felice Monti fu anche questo e, come dice la sua compagna di sempre la marsalese Maria Stella Incandela, “egli appartiene a quella folta schiera di italiani, dei tanti siciliani che hanno scritto una gloriosa pagina della nostra storia nazionale, per sconfiggere il nazi-fascismo, operando, nel contempo, in un processo di fondazione e di crescita della nostra democrazia e per la conquista di quella Bibbia laica che è la nostra Costituzione repubblicana".

Franco Ciro Lo Re

 



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