Sul futuro porto turistico di Marsala, quello che in questi anni abbiamo imparato a chiamare “Marina di Marsala”, nei giorni scorsi è calato il sipario, rappresentato dalla revoca della concessione alla MYR, che al momento sembra porre definitivamente fine a tanti anni di sogni e speranze in questa importante infrastruttura che, doveva servire a cambiare il volto della città dal punto di vista turistico-economico.
Da oggi su tp24 facciamo una cronistoria dei passaggi più importanti del progetto del porto turistico. Prima però dobbiamo ricordare ciò che è accaduto nei giorni scorsi. La Regione come abbiamo scritto, ha revocato la concessione alla Marsala Yachting Resort di Massimo Ombra, (qui il provvedimento di revoca) da parte del dirigente Giuseppe Battaglia del Dipartimento Regionale dell’Ambiente che fa capo allo stesso assessorato regionale Territorio e Ambiente.
In sostanza, la Regione ha dato più volte tempo per l’inizio dei lavori che non sono mai iniziati, ma non solo, a dicembre la MYR non ha presentato, assieme alla richiesta di variante, il progetto esecutivo che in fase di crono-programma nel luglio 2019 aveva comunicato, sarebbe stato pronto entro i mesi di novembre/dicembre del 2019. I lavori, per ricostruire in breve gli ultimi passaggi, dovevano iniziare entro il 1 giugno 2018 e cioè entro sei mesi dal rilascio della concessione avvenuto il 1 dicembre 2017.
MASSIMO OMBRA - "Un atto dovuto, per le pressioni del comitato di vigilanza, e non solo", così Ombra spiega l’avvenuta revoca (potete leggere qui). "Purtroppo siamo in un circolo vizioso - aggiunge l'imprenditore - che ci ha messo in grave difficoltà. La burocrazia e certe incomprensioni hanno allungato a dismisura il nostro lavoro". Ombra, però oltre a dire il perché si è giunti a questo stallo, ha aggiunto che la MYR non ha intenzione di fare ricorso nei confronti del provvedimento di revoca della concessione, perché si troverebbe nelle stesse condizioni. Alla MYR, invece, interessa riconsiderare con gli interessati tutto l'accordo di programma alla base dell'infrastruttura, perché sono previste delle opere esterne al porto per venti milioni di euro, investimenti, che erano a carico della società e che non avrebbero portato un euro di guadagno. "Ecco – dice Ombra – il perché non ha funzionato l'architettura generale di tutto il progetto. Per fare un esempio: la diga foranea che è la parte pubblica dell'infrastruttura è giusto che venga realizzata con i fondi pubblici, e che il privato faccia sinergia".
IL SINDACO DI MARSALA ALBERTO DI GIROLAMO - "Mi dispiace per la vicenda della MYR. Mi dispiace tanto per Marsala che si sia arrivati alla revoca demaniale da parte della Regione. In questi anni – ci dice il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo – abbiamo sempre sostenuto questa iniziativa e cercato di superare gli ostacoli che si sono presentati, affinché Marsala potesse finalmente avere questo porto, ma purtroppo dopo la firma dell’accordo di programma nel 2016 e soprattutto dopo il rilascio della concessione a dicembre 20017, i lavori dovevano iniziare. Sembrava finalmente fatta con la presentazione del partner industriale, Vittadello, una impresa esperta in questo tipo di realizzazioni. Sembrava che fossero ormai pronti per iniziare i lavori ma, purtroppo, non è mai stato presentato il progetto esecutivo. In questo momento Marsala perde una grandissima occasione di sviluppo, vista l’importanza strategica che poteva avere quel tipo di infrastruttura, non solo per la nostra città, ma ritengo per l’intera Sicilia occidentale. Adesso non so cosa succederà anche per l’emergenza coronavirus che stiamo vivendo”.
Questo è il punto sull’attualità che con la revoca della concessione alla MYR pone lo stop al “Marina di Marsala”, ora facciamo un salto indietro nel tempo, per risalire agli albori dell’idea del progetto del nuovo porto turistico. Nella seconda metà degli anni duemila l’amministrazione del Comune di Marsala, guidata allora dal sindaco, Renzo Carini, avvia la procedura di una nuova legge per le infrastrutture pubbliche, che prende il nome dal suo ideatore, l'ex ministro dei Trasporti, Burlando. La legge prevede questo: ci sono tanti porti da realizzare in Italia, ma non ci sono i soldi, allora i Comuni possono fare una gara, e dare in appalto ad una ditta l'incarico di realizzare a proprie spese il porto e la marina.
Cosa ci guadagna la ditta? Il fatto che può ottenere la concessione del porto per un numero di anni da stabilire, una cinquantina d'anni, ad esempio, e quindi rifarsi dell'investimento - stiamo parlando di decine di milioni di euro - con i profitti generati da posti barca, aree commerciali, indotto, etc. Il Comune ci guadagna il porto. La ditta ci guadagna i profitti eventuali. La comunità ci guadagna in posti di lavoro. In molte parti d'Italia, soprattutto in Liguria, l'applicazione della legge ha portato ad aspre polemiche, per la cementificazione un po' "allegra" alla quale sono state sottoposte delle zone fino ad allora ora "vergini" della riviera ligure. Tuttavia, la Burlando è una legge molto utile per i casi di zone abbandonate o aree degradate, come quella di Marsala (dove tra capannoni di cemento armato e discariche a cielo aperto, l'ambiente è già devastato di suo.
Il Comune attiva la procedura e la vince la società MYR di Massimo Ombra. Si attiva dunque la conferenza di servizio per procedere all'aggiudicazione definitiva dell'area. Ma a quel punto sorge il primo problema: il porto va messo in sicurezza. Così com'è, infatti, è inadatto a qualsiasi tipo di attracco. Come fare? La MYR decide di seguire le indicazioni del Comune e propone di fare un ulteriore investimento per la messa in sicurezza del porto, senza la quale, è ovvio, non si può fare il porto.
A quel punto la storia della MYR e del futuro Marina di Marsala si intreccia con quella di Giulia Adamo, che si candida Sindaco a Marsala e annuncia: "non c'è bisogno di dare il porto ai privati, ci pensa la Regione". Adamo infatti dichiara in campagna elettorale che la Regione Siciliana ha dato mandato al Genio Civile Opere Marittime di progettare la messa in sicurezza del porto di Marsala. Ci sono i soldi, dice Adamo, 50.000.000 di euro. C'è il progetto, lo stanno facendo.
Una volta eletta Sindaco, dunque, Adamo blocca il progetto della MYR. A Giugno 2012 manda una direttiva alla società dicendo: spiacenti, il vostro progetto non va più bene, perchè c'è troppo cemento, e poi dovete eliminare tutte le attività commerciali, perché così pregiudicate le attività del centro storico. Da quel momento il progetto della Myr è bloccato. Continua…