E' morto a 79 anni, a Parigi, a causa del Coronavirus, l'ultimo grande pentito della mafia corleonese, Francesco Di Carlo. Nato ad Altofonte fu uno dei principali collaboratori del "papa" Michele Greco. A causa di uno sgarro fu estromesso da Cosa nostra e per salvarsi la vita si trasferì in Inghilterra.
Tra i principali testimoni del ruolo della famiglia di Altofonte nell'organizzazione della Strage di Capaci, fu il testimone dell'incontro avvenuto negli anni settanta a Milano tra Stefano Bontate e Silvio Berlusconi, fatto riportato nella sentenza del processo Dell'Utri. Dopo quell'incontro ad Arcore venne assunto Vittorio Mangano. Ha testimoniato anche nel processo per l'omicidio di Mauro Rosrtagno.
Di Carlo venne arrestato in Inghilterra per associazione a delinquere e dopo diversi anni di carcere venne estradato in Italia. Considerato vicino ai servizi segreti, fu accusato di aver partecipato all'omicidio del banchiere Roberto Calvi avvenuto proprio a Londra. Ha continuato negli anni a partecipare ai processi dove veniva chiamato come testimone. Per anni ha usufruito del programma di protezione dei collaboratori di giustizia ma ne era uscito da qualche tempo. Nei suoi due libri autobiografici "Un uomo d’onore e "Sbirri e Padreterni" diceva che un sacco vuoto non può stare in piedi, e per questo aveva deciso di tenersi qualche segreto che ora si è portato con sè.