"Un atto dovuto, per le pressioni del comitato di vigilanza, e non solo". Commenta così Massimo Ombra la notizia, pubblicata sabato da Tp24, che la Regione Siciliana ha revocato la concessione demaniale alla Myr per la realizzazione del tanto agognato porto turistico di Marsala.
Qui potete leggere il provvedimento di revoca. La stipula dell'Accordo di Programma con la Regione Siciliana, è stato sottoscritto a Marsala il 15 aprile del 2016, alla presenza dell'allora presidente della Regione, Crocetta e il 1° dicembre del 2017 c'è stata la firma della concessione. I lavori avrebbero dovuto iniziare entro l'estate successiva (2018) per completarsi nel 2021.
"Purtroppo siamo in un circolo vizioso - aggiunge l'imprenditore marsalese - che ci ha messo in grave difficoltà. La burocrazia e certe incomprensioni hanno allungato a dismisura il nostro lavoro". Eppure di recente la Myr aveva presentato un partner importante per la realizzazione dell'importante infrastruttura, Vittadello. "E loro - conferma Ombra - hanno anche presentato una proposta di cambio della metodologia costruttiva".
Il 17 febbraio scorso l'ingegnere Luigi Palmeri, nominato dal Comune di Marsala Rup del procedimento, aveva convocato una Conferenza di Servizi per il 18 marzo per l'acquisizione dei pareri sulla richiesta di variante. L'emergenza coronavirus e le disposizioni del Decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte del 9 marzo, hanno determinato il rinvio dell'incontro che, invece, ha visto scattare ufficialmente la revoca della concessione demaniale marittima, firmata dal dirigente Battaglia il 19 marzo scorso.
Spiega Ombra: "In seguito alle nostre richieste aspettavamo la convocazione di una conferenza di servizi, invece è arrivata la comunicazione della revoca della concessione. Ma, ripeto, è un atto dovuto. Perchè alla fine è vero: noi siamo inadempienti". Ma chi è che ha fatto pressioni per la revoca? "Oltre a normali pressioni politiche che ci sono dietro un'infrastruttura importante come questa, soprattutto, adesso che siamo alla vigilia delle elezioni amministrative - dice Ombra - ci sono stati anche dei privati che hanno adito le vie legali nei confronti della Regione Siciliana, visto il perdurare stallo al porto, e quindi la Regione stessa per ripararsi dai problemi di eventuali risarcimenti ha dovuto revocare la concessione. Ecco perchè parlo di atto dovuto".
La Myr ha 60 giorni di tempo per fare ricorso. "E avremmo ottime argomentazioni per farlo" commenta Massimo Ombra, che tuttavia aggiunge: "A noi non interessa a questo punto il ricorso. Perché ci metterebbe nelle condizioni di prima. A noi invece interessa sederci con tutti gli enti interessati per riconsiderare l'accordo di programma alla base dell'infrastruttura". Perchè? "In quell'accordo sono previste opere esterne al porto per venti milioni di euro, investimenti, a nostro carico, che non portano un euro di reddito. Ecco perchè non funziona l'architettura generale di tutto il progetto. Per fare un esempio: a noi hanno imposto anche la realizzazione della diga foranea. E invece, se vogliamo andare spediti, e ricominciare, la parte pubblica dell'infrastruttura è giusto che venga realizzata con i fondi pubblici, e che il privato faccia sinergia".
Questo implica anche il cambiamento del piano regolatore del porto? "No - dice Ombra -. Che nessuno pesni di mettere mano al piano regolatore del porto, o di tornare alla vecchia suddivisione tra la parte turistica e quella commerciale. Ripeto: andiamo avanti con il progetto, ma non alle condizioni attuali. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma gli enti pubblici facciano anche la loro".