Dario Safina assessore della giunta Tranchida al Comune di Trapani. State affrontando queste settimane di emergenza coronavirus con una spinta ulteriore alla digitalizzazione e allo smart working?
Sì, noi siamo stati primi ad attivare per i nostri dipendenti lo smart working e tutti gli strumenti che con il decreto “Cura Italia” sono stati potenziati, liberandoci da alcuni vincoli. Abbiamo la quasi totalità del personale di categoria B e C che lavorano in Smart working. Abbiamo solamente i servizi essenziali che lavorano ancora dagli uffici. Per il reato la funzionalità dell’Ente, per quanto è chiaro un po’ di rallentamento lo si deve scontare, perché bisogna adeguarsi a questa nuova dimensione, il Comune funziona perfettamente, continuiamo a fare le gare, a garantire i servizi sociali, la manutenzione della rete fognaria, i controlli sulla raccolta dei rifiuti. Abbiamo anche approvato il Piano di utilizzo del demanio marittimo, che può essere una fonte di sviluppo del nostro territorio. Di questo devo ringraziare i dipendenti del Comune che non si stanno sottraendo ai loro doveri e, anzi, devo dire che al di là di quelli che sono i loro doveri collaborano con gli amministratori oltre ogni limite di orario e oltre ogni obbligo giuridico.
Safina come sta rispondendo la città di Trapani all’emergenza Coronavirus?
Ma devo dire che la città ha capito e non si vede più nessuno in giro se non per le esigenze fondamentali e i dati di questi giorni sui contagi nella città Trapani sono lì a confermarlo. E’ chiaro che non bisogna vanificare nulla e bisogna stare a casa fino a quando non saremo in grado di vivere con questo nemico invisibile.
Musumeci ha chiamato tutti i Prefetti dell’Isola per rendere più aspri i controlli perché ci sarebbe ancora troppa gente in giro.
Ma, io su Trapani ma anche nella vicina Erice, visto che siamo nello stesso territorio, non noto tutta questa gente per strada e questa mia impressione è confortata da quello che mi dicono i vigili. Vedo le file che si creano quando si fa la spesa e le vedo molto ordinate e stessa cosa alla posta per il ritiro delle pensioni. Io vivo in una strada centralissima e non vedo tutte questa macchine in giro e non vedo pedoni.
Sui maggiori controlli forse influisce il braccio di ferro quotidiano che fa con il Governo, il presidente della Regione Lombardia, Fontana, che va molto sui media.
Anche io la penso allo stesso modo. Fontana ma anche Musumeci, vanno spesso in tv e sui giornali e usano un linguaggio per far capire che lavorano meglio. Secondo me, invece, potrebbero prendere ad esempio il metodo usato in Emilia Romagna, che lavorano, non vanno ogni giorno in tv e ottengono risultati, probabilmente è quello il metodo corretto, oppure quello che fanno tanti amministratori locali che, nell’ombra, perché non godono della ribalta delle televisioni nazionali, hanno dato risposte ai loro cittadini.
Safina, ha sorpreso la reazione solidale di Trapani, senza barriere religiose, senza barriere politiche, tutti stanno dando una mano agli altri con aiuti piccoli o grandi che siano. Lei è altrettanto sorpreso?
Penso che non ci sia da sorprendersi. Questa è una caratteristica della nostra gente. Noi a volte ci dimentichiamo il senso di appartenenza ad una comunità. Siamo abituati a pensare che lo Stato o gli Enti locali siano un qualcosa di diverso da noi, salvo poi a riscoprirle in questo momento, quando viene fuori quella che è la bontà d’animo dei siciliani, dei trapanesi, dei cittadini italiani. Questa è qualcosa che unisce il nostro territorio dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Mi ha chiamato, per fare un esempio, un’associazione che vuole organizzare un dispensario di generi di prima necessità per le famiglie in difficoltà anche nelle frazioni ed io ho chiamato l’Asp perché si sarebbe individuato un locale dell’Azienda Sanitaria che potrebbe essere il punto di riferimento per l’iniziativa.