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03/04/2020 08:44:00

Coronavirus, la crisi per prostitute, venditori di automobili, colf

La crisi da coronavirus colpisce tutte le categorie, vediamo come i giornali italiani, oggi in edicola, trattano alcune categorie particolari.

 Prostitute
Prima del coronavirus battevano le strade italiane 160 mila prostitute, per un fatturato di 4 miliardi l’anno. Adesso, senza lavoro, si rivolgono alla Caritas per mangiare. Suor Albina dichiara a Repubblica: «Non chiediamo chi sono, ma la professione perduta è chiara». Non hanno soldi da parte perché quasi sempre, dopo aver pagato il magnaccia, spedivano i denari a casa. Nella stessa condizione altri uomini e donne che vivono sulla strada: giostrai, circensi, ambulanti, artisti itineranti, stagionali ingaggiati nei campi. Gli accessi agli otto market solidali di Milano sono cresciuti del 50%.

Venditori di automobili

Altra categoria a rischio quella dei venditori di automobili. 120 mila lavoratori, 1.400 imprese quasi tutte piccole, solo meno di 80 fatturano più di 175 milioni l’anno. Le immatricolazioni si sono praticamente azzerate. Nel periodo 2007-2019, essendo le vendite di macchine calate del 23,2%, si persero 30.000 posti di lavoro. Con i numeri di adesso è a rischio l’intero comparto. Gianluca Italia, amministratore delegato di Overdrive, una delle concessionarie più grosse del nord: «Un concessionario medio può resistere tre mesi ma poi, per poter ripartire, ha bisogno di misure a capital incentive, ovvero di supporto alla liquidità», vale a dire prestiti. Si invocano le rottamazioni di una volta, scrive Il Sole 24 Ore. 

Colf

Il 60% delle circa 680 mila colf e badanti pagate non in nero in questo momento è fermo. Lo scrive Avvenire. 

Disoccupazione
In uno studio delle Nazioni Unite, «si riporta la stima dell’Organizzazione mondiale del lavoro sull’esplosione della disoccupazione nel mondo. Tre scenari. Nel primo, il meno pessimista, perdono il lavoro 5,3 milioni di persone, nel secondo 13 milioni e nel terzo quasi 25 milioni. Con una riduzione dei redditi da lavoro che può variare tra gli 860 e i 3.400 miliardi di dollari. Per quel che riguarda l’istruzione, 166 Paesi hanno chiuso scuole e università. Più di un miliardo e mezzo di studenti ha un accesso precario all’istruzione o non ne ha affatto: 740 milioni di ragazze e 785 milioni di ragazzi. Più di 60 milioni di docenti non sono in classe» così il Corriere della sera.