Il consigliere comunale di Marsala Daniele Nuccio interviene sull'emergenza coronavirus, sull'essere comunità in questo momento così difficile e precario per tutti ma anche sulla attuale "sospensione della democrazia". Qui la nota completa:
Da quando è iniziata l’emergenza legata alla pandemia ho ritenuto opportuno non accodarmi al partito degli opinionisti sempre pronti a dispensare consigli su cosa è giusto fare, quelli che hanno sempre e comunque la soluzione in tasca, quelli che “se fai sbagli” e “se non fai sbagli comunque”. Uno schema già visto, finalizzato esclusivamente a racimolare anche in una fase così drammatica un certo consenso, speculando sulla paura della gente data da una condizione così straordinaria, di incertezza per il proprio futuro e per le proprie famiglie.
Ho ritenuto opportuno mantenere un profilo basso, limitandomi esclusivamente a far leva sulla necessità di seguire quelle che erano e che sono le direttive emanate dal governo centrale al fine di limitare il propagarsi di questo stramaledetto virus.
Sono convinto che in un momento così difficile sia importante riscoprirsi comunità, marciare uniti verso una direzione a prescindere dalle differenze/diffidenze politiche, cercando di limitare al minimo ogni polemica, perché chiunque rivesta ruoli di responsabilità in questo preciso momento credo abbia diritto ad una sorta di “beneficio di buona fede” nelle scelte che è chiamato a compiere.
Tuttavia ci sono alcune considerazioni che non posso trattenere oltre. Perché avere rispetto di chi deve prendere decisioni importanti oggi non vuol dire lasciare carta bianca.
E’ in corso nel nostro territorio una sorta di “sospensione della Democrazia”.
Sono state intraprese scelte che giocoforza riguardano la comunità che siamo stati chiamati ad amministrare.
La querelle legata alla destinazione dell’ospedale “P. Borsellino” di Marsala è nota ai più.
Non entro nel merito della questione legata al “non nel mio giardino” di quanti più o meno legittimamente si sono chiesti seguendo quali criteri si è giunti a questa determinazione. La temporanea soppressione del pronto soccorso è lì in evidenza a dimostrarci che qualcosa di molto controverso e tendenzialmente pericoloso stia avvenendo.
Il punto focale in tutta questa vicenda dal mio modestissimo punto di vista rimane uno: chi ha preso questa decisione con chi si è confrontato? Perché a leggere le note quotidiane di una zelante deputata regionale avevamo tutti capito che si era giunti a tale determinazione attraverso una concertazione, salvo poi assistere alle rimostranze del Sindaco rispetto alla scelta intrapresa.
Allora mi chiedo ancora una volta: chi prende le decisioni in questo momento con chi si confronta, può scavalcare in nome dell’emergenze ogni organo democraticamente eletto, chiamato a fare gli interessi della propria comunità?
E nell’ottica della solidarietà di un intero territorio (anche questo in fondo è un principio legato al concetto di “area vasta”) se alla Città di Marsala è stato chiesto un sacrificio importante e che è stata pronta ad accogliere consapevole del ruolo che ha in questa provincia, oltre che in termini di logistica legati alla struttura ospedaliera, è stata prevista una rete di solidarietà diffusa in termini di professionalità mediche specialistiche e di mezzi da mandare in supporto della comunità marsalese dagli altri presidi territoriali?
Quando in più occasioni in questi cinque anni mi sono ritrovato a rimarcare il ruolo e l’importanza dell’assemblea popolare, del “massimo consesso civico” che è il Consiglio Comunale, pensavo alla necessità che ogni comunità ha di avere un luogo fisico, ideale ed Istituzionale deputato al confronto.
Tuttavia, ad un mese dall’inizio dell’emergenza, ancora oggi nonostante diverse sollecitazioni non si è in grado di convocare l’assemblea.
Il Sindaco, che pure dal mio punto di vista a modo suo sta cercando di gestire la situazione con i mezzi e le competenze che ha e che certamente merita rispetto, ha sentito la necessità di avviare un confronto che vada oltre le comunicazioni social?
E’ snervante non poter dare informazioni certe alla propria comunità, perché è certamente vero che bisogna essere rassicuranti ma se la percezione che di giorno in giorno va montando è legata all’incertezza delle notizie, alla precarietà delle informazioni, la conseguenza rischia di essere una catastrofica rassegnazione.
Allora, abituato come sono a far seguire ad ogni contestazione una o più proposte, ed essendo scaduto il tempo delle sollecitazioni bonarie a chi di competenza, credo sia giunto il momento di procedere nell’immediato alla convocazione di una seduta di Consiglio Comunale, mediate la piattaforma on-line che l’Ufficio di Presidenza ed i nostri funzionari riterranno opportuno utilizzare, convocando in audizione il Sindaco, i vertici dell’ASP e la deputazione regionale (quest’ultima invitata a risparmiarci per una volta comunicati stampa e chiamati a relazionare sulla concreta attività svolta in assemblea regionale, considerando il fatto che entrambi i rappresentanti marsalesi sostengono il governo regionale).
In quella occasione e nelle successive, potremo far nostro il grido di allarme che in forme diverse si è levato dal personale ospedaliero. Potremo chiedere sui dispositivi di protezione individuale di medici ed infermieri.
Potremo chiedere delle misure intraprese per quei giovani che hanno seguito alla lettera le procedure di quarantena una volta tornati dalle zone più colpite del nord Italia.
In quella occasione e nelle successive, essendo il Consiglio Comunale organo di controllo e di proposta, potremo valutare ulteriori misure a sostegno della rete di solidarietà diffusa che si è determinata a sostegno delle famiglie più deboli. Dimostrando ancora una volta che il “servizio sociale” non può ridursi come nelle acclarate deviazioni del “sistema” a circuito di interessi per speculazioni privatistiche a danno di quegli operatori che nella legalità hanno tenuto fede all’alto servizio civico rivolto al prossimo in difficoltà.
In quella occasione e nelle successive potremo cominciare a discutere di quali misure potremo intraprendere a sostegno dell’economia del territorio una volta superata l’emergenza. Quali misure per le piccole e medie imprese dell’artigianato, del commercio, del comparto turistico e per gli operatori culturali, tutti comparti che giocoforza subiranno un colpo micidiale se non saranno concretamente sostenute dalla pubblica amministrazione.
In quella occasione e nelle successive potremo chiedere dei tanti invisibili che pure ci sono nel nostro territorio, sconosciuti all’anagrafe comunale e che vivono in alloggi di fortuna (migranti colpiti dai decreti vergogna denominati “sicurezza”, come i senza tetto che spesso si trovano a dormire alla stazione centrale).
Potremo confrontarci sulla necessità di tenere alta la guarda relativamente alla drammatica possibilità che poteri criminali, che in un territorio difficile qual è la Provincia di Trapani nella quale la longa manus di Cosa Nostra risulta drammatica attualità, possano sostituirsi allo Stato assolvendo al ruolo di “ammortizzatore sociale” per chi vive il dramma e l’esasperazione del non poter sfamare la propria famiglia
In tutto questo è mancata la Politica.
Come è mancata da parte di certa politica l’assunzione di responsabilità nell’aver determinato tante delle maggiori criticità di un comparto attorno al quale, la sanità, in virtù della mole di miliardi che da sempre vi orbitano sono cresciute clientele importanti, lottizzazioni, affari privatistici e tagli indiscriminati da parte di ogni governo di ogni colore politico.
Ed è da lì che dovremo ripartire quando il dramma che stiamo vivendo sarà alle spalle. Ringraziando quanti ogni giorno con grande senso di responsabilità ed importanti sacrifici portano avanti una sanità pubblica che nonostante tutto resta un modello importante per tutto il mondo, una sanità che non fa discriminazioni di sorta nella tutela del malato.
Dovremo far tesoro della generosità che è venuta fuori da parte di quanti hanno chiuso i social network e si sono rimboccati le maniche per dare una mano, a prescindere, dando una plastica lezione a quanti non hanno ben compreso che la “solidarietà” non va ostentata e non tanto perché risulta volgare questo se ha travalicato la riservatezza personale, quanto perché se operata da figure istituzionali questa facilmente può essere intesa quale strumento di propaganda che tante riflessioni può innescare in termini di etica.
La storia della Città di Marsala, la generosità della sua gente può farci ben sperare sulla ricostruzione e sul superamento di uno dei momenti più drammatici mai vissuti.
Servirà umiltà, pragmatismo, spirito di collaborazione, serietà dei comportamenti e rispetto dei ruoli.
Solo così un giorno se qualcuno dovrà scrivere della classe politica chiamata a governare il territorio in questo tempo, potremo sperare di non vederci sul banco degli imputati di chi ha mancato, per egoismo, per incompetenza o per colpevole pavidità, un appuntamento importante.