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13/03/2020 08:57:00

"La mia felice esperienza all'ospedale di Marsala: grazie per le vostre belle anime"

 A distanza di mesi, e in un momento di turbolenza come questo, dove l'oscurità avanza volevamo testimoniare di quanto incredibilmente accaduto in reparto di ginecologia ostetricia di Marsala, per dare luce alle cose belle.

Siamo una coppia giovane che vuole raccontare la propria storia, non per auticompiacersi ma per testimoniare che nella vita, nulla accade per caso e che si incontrano persone meravigliose che fanno del proprio lavoro, una missione.
Il nostro percorso inizia alla triage del pronto soccorso dove ci dirigono verso il reparto.
Sono le cinque del mattino.
Veniamo prontamente accolti e appuratosi delle membrane rotte, veniamo ricoverati;
non ci rimaneva che aspettare e meditare sulla grande opera che stava per compiersi.
Passarono ore, ove monitoraggio e gentilezza furono rappresentati dallo staff, quando all'improvviso, grazie al prezioso intervento di un medico, visto l'anomalia dell'ultimo tracciato decisero di fare un cesareo d'urgenza.
La sala operatoria sembrava una grande famiglia,
Dagli O.S.S. alle infermiere alle ostetriche ai dottori, e alle preziose anestesiste.. Erano tutti pronti a dare una parola di conforto, e ci riuscirono.
Finalmente nasce Nicolò , (ricorderò per sempre il suo primo vagito) .
Usciamo dalla sala operatoria in tre..i parenti schiamazzarono di gioia e la famiglia era finalmente al completo.
Ma, nel mentre ci dirigevamo verso la stanza sentì dentro me, una sensazione strana, misto gioia incontenibile, sovrastata da uno strano e presente male tetanico.. togliendo (di conseguenza) la serenità di quel momento.
Da quell'istante, inizia il percorso più arduo della mia esperienza, era in atto una imponente emorragia; tutta l'equipe si è mostrata pronta e reattiva, ma dopo vari tentativi (ahimè invani), di recuperare la cosa, si rientra in sala operatoria.
E' un momento delicato per i dottori, per la famiglia che rimane in attesa , per mio figlio che aspettava la sua mamma e per me, che ero morta come ragazza e rinata come mamma.

Un Umile consigliera e preziosa consolatrice, mi raccontò che in sala operatoria ci furono momenti difficili con non poche complicazioni, tanto a tal punto da chiamare dottori d'urgenza per salvarmi la vita. Ebbene si, poteva essere un attimo. Ma in quel momento sentivo che non ero sola, le mani dei dottori agivano per volontà del Signore e che forze misteriose, come la preghiera, mai furono così forti. L'emergenza rientrò.
Con ciò, vorrei dire, che il lavoro dei dottori è una vera missione di vita e che non sempre vince la negligenza in sanità. Anzi, ho conosciuto umiltà e consapevolezza del limite dell'uomo. Credere in Dio sempre, in ogni momento, perché l'onnipotenza non appartiene all'uomo ma bensì a qualcosa di più grande e misterioso, di incredibilmente bello. Ora più che mai, il mio pensiero va a tutti gli ospedali che stanno combattendo contro questo male. È un momento dove ogni persona fa i conti con sé stesso , che criticare, additare, giudicare non serve a niente, che la quotidianità che tanto lamentiamo, improvvisamente la vogliamo ardentemente.

Che questo piccolo frammento di eternità che tanto sottovalutiamo, improvvisamente la salvaguardiamo, che la paura della morte ci fa fare pazzie, allontanandosi dal lume della ragione, avanzando egoismo e individualismo.

Allora, non ci resta che credere e pregare fervidamente e che difronte all'ineluttabilità può, solo Dio!

Un ringraziamento doveroso va al Primario Roberto Perricone, al Dott. Giovanni Aliotta per il pronto intervento e l'umiltà , al Dott. Giardina per esser arrivato tempestivamente ad intervenire, nonostante la sua "NON reperibilità". Agli OSS Giuseppe Ferro, Anna Curridori per la loro delicatezza, alle preziose infermiere Veronica Cangemi e Cristina Spanò per i loro abbracci, alle ostetriche Laura Testagrossa, Luana Burgarella e Sara Agosta , per avermi regalato sorrisi, forza e tenacia a partire dai loro sguardi. All'anestesista Giovanna Commare per avermi mantenuta in vita in attesa dell'arrivo del dottor Giardina . A Rosaria Gargano, che ha sofferto tanto, insieme alla mia famiglia; bene prezioso da custodire in reparti come questi e oltre, perché mi ha confortato, consolato e alleviato non una sola volta in quel letto d'ospedale, grazie alla sua dolcezza e soavità che pochi hanno..

Ringrazio Dio per avermi regalato il dono più bello da custodire ; e grazie di vero cuore, per le vostre belle anime.

Che Dio vi benedica sempre!

La mamma di Nicolò



Native | 2024-07-16 09:00:00
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