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06/03/2020 06:00:00

Il primo, vero leghista di Marsala

La parola “Lega” in Sicilia suscita reazioni contrapposte. C’è chi vede nella figura di Matteo Salvini l’innovatore schietto e indomito della politica italiana; e ci sono altri che diffidano del malcelato sentimento razzista e secessionista, che il partito del Capitano da sempre ha rivolto nei confronti dei meridionali.

Per questi motivi, nell’imminente campagna elettorale di Marsala, la vicinanza leghista di Giulia Adamo ha suscitato molte perplessità. Anche se «non è una tesserata della Lega» - ha sostenuto l’europarlamentare Francesca Donato in un’intervista di qualche giorno fa - «ne può incarnare i valori».

Ma l’Adamo non sarà di sicuro la prima (e forse nemmeno l’ultima) a sfilare accanto al simbolo del Carroccio. A Marsala, infatti, checché se ne dica, questa "verde" vocazione è andata consolidandosi negli anni. A partire dalle mitiche elezioni amministrative del 1993.

Tutto comincia da quelle straordinarie comunali, che vedevano per la prima volta l’elezione diretta del sindaco. Ad aspirare all’ambito ruolo furono in nove, tra cui: Salvatore Lombardo (spoiler: alla fine, vinse lui), Eleonora Lo Curto, Enzo Genna, Gaspare Sammaritano, Antonino Galfano, Michelangelo Giacalone… E infine un vero outsider, un uomo che non voleva rilasciare interviste né tantomeno farsi fotografare, l’architetto Nunzio Giacomarro, candidato della Lega Sud di Stalteri.

Dai giornali dell’epoca, Giacomarro viene descritto come un eccentrico polemista, quasi un Savonarola dei suoi tempi.

Continuamente, e tenacemente, impegnato nelle sue campagne contro la "disamministrazione" della città, era il terrore di sindaci, assessori e imprenditori. Il primo punto del suo programma recitava così: «Voglio perseguire gli amministratori che nell’ultimo decennio si sono macchiati di crimini amministrativi, condizione questa indispensabile perché si trovino i mezzi per colmare e risanare tutti i settori sino ad oggi trascurati».

Il senatùr Umberto Bossi, al banale indirizzo di «Roma ladrona», non avrebbe saputo fare di meglio.

Certo, la sua attività di censore lilibetano gli costò anche qualche brutta rogna. L’anno prima delle elezioni, nel novembre del 1992, fu portato in tribunale da Giuseppe Salvo, sostituto procuratore di Marsala, per rispondere dell’accusa di “danni all’onore e alla reputazione”.

Giacomarro aveva inviato una lettera al Consiglio Superiore della Magistratura, al Presidente della Repubblica e al Procuratore Generale di Palermo, in cui sosteneva che il magistrato marsalese era “colluso con noti mafiosi e politici riciclatori di denaro sporco”. La lettera, inoltre, l'aveva fatta circolare in città come se fosse un volantino.

Salvo chiese a Giacomarro un miliardo di risarcimento danni. Nel 2007 fu condannato dal Tribunale di Marsala, Sezione Civile (sentenza 30/06/2007) ad un risarcimento di 80.000 euro. Cliccando qui potete leggere la sentenza.

In sede penale Giacomarro fu condannato, dal Tribunale di Caltanissetta, sia in primo grado che in Appello. Non fu quella l'unica querela persa da Giammarinaro, stando alla stampa dell'epoca. Nel 2005, sempre il Tribunale di Caltanissetta, ha assolto Nunzio Giacomarro dall'accusa di diffamazione ai danni dell'ex Procuratore della Repubblica di Marsala, Paolo Borsellino. *
 

A margine di tutte queste polemiche, ormai passate e superate, oggi possiamo dire che Nunzio Giacomarro, da sindaco, sarebbe potuto essere il grande "moralizzatore" che Marsala non ha mai avuto.

***

Riceviamo e pubblichiamo dal dottore Giuseppe Salvo: 

Egregio Direttore,

solo oggi, 11 agosto 2020, prendo conoscenza della pubblicazione in data 6.3.2020 di un Suo contributo sul portale TP24 dal titolo “ Il primo, vero leghista di Marsala”, dedicato alle imminenti consultazioni amministrative per l’ elezione del Sindaco di Marsala e al rinnovo degli organismi locali di giunta e consiglio comunale.

Con mia viva sorpresa vi leggo il mio nome che, nell’articolo, viene ad un certo punto accostato all’attività di “ censore lilibetano” del noto Nunzio Giacomarro, nel descrivere le cui trascorse campagne di denuncia contro il malaffare e “ la disamministrazione della città” Ella testualmente chiosa “… oggi possiamo dire che Nunzio Giacomarro, da sindaco, sarebbe potuto essere il grande moralizzatore che Marsala non ha avuto ”.

Da concittadino, lascio a Lei il peso ed il senso di queste parole ma, con la presente, Le rivolgo formale invito a volere dare adeguata diffusione su questo stesso mezzo di stampa, col medesimo risalto col quale era stata pubblicata la notizia oggi in commento, degli esiti dei processi seguiti - sia in sede penale che in sede civile - alla corrispondenza, che Ella riporta, che all’epoca il Giacomarro indirizzò alla Presidenza della Repubblica, al Consiglio Superiore della Magistratura ed al Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo e che divulgò a mò di volantino presso l’intera Comunità Marsalese: si tratta di importanti circostanze oggettive, mancanti nella (incompleta) informazione da Ella fornita su quella vicenda, e decisive per l’apprezzamento che la notizia di stampa evoca riguardo alla onorabilità della mia reputazione.

A Lei l’onere, che sono certo assolverà egregiamente, della ricerca delle pertinenti fonti documentali necessarie a dare completezza alla notizia.

In attesa di Suo sollecito riscontro, ritengo superfluo rammentarLe che l'esercizio legittimo del diritto di cronaca esige che la notizia divulgata, oltre che socialmente rilevante e descritta con continenza espressiva, sia vera, il che implica che sia riportata in modo completo.

Cordialmente.

Giuseppe SALVO
Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Venezia

 

* Questa parte è stata aggiunta a seguito della richiesta dell'interessato, sulla base delle fonti documentali disponibili e conosciute alla redazione di Tp24, che si dichiara disponibile ad ulteriori integrazioni.