C’è chi comunica ‘urbi et orbi’, immediatamente, la costituzione di parte civile quando l’ente locale che dirige viene danneggiato, direttamente o indirettamente, da un fatto di presunta corruzione e, chi, invece, si ‘rammarica’ dell’operazione di Polizia.
Il primo esempio di buona prassi viene dal Comune di Palermo ed è relativo all’ultimo episodio di presunta corruzione di ex dirigenti e consiglieri comunali (Pd e Iv) – avvenuto pochissimi giorni fa – legata ad appalti di edilizia popolare che ha investito l’amministrazione guidata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando; il secondo esempio – probabilmente più maldestro che voluto – viene da Mazara del Vallo ed è relativo alla recentissima operazione di Polizia, ‘Ottavo Cerchio’.
Ebbene il sindaco Salvatore Quinci ha così espresso il proprio rammarico, il giorno dopo gli 11 arresti effettuati martedì scorso, uno dei quali ha toccato da vicinissimo gli interessi della Città del Satiro ed il dragaggio del porto canale. L’arresto riguarda la persona dell’ingegnere Giancarlo Teresi, direttore dei lavori all’uopo incaricato dal Genio Civile di Trapani, finito ai domiciliari.
IL ‘RAMMARICO’ DEL PRIMO CITTADINO – “Con rammarico – dichiara il sindaco Salvatore Quinci – prendo atto dell'operazione di Polizia che ha portato alla luce presunte attività illecite negli uffici del Genio Civile di Messina e Trapani. Mi giunge notizia – continua il primo cittadino, a seguito degli arresti avvenuti ieri mattina, legati a presunte mazzette agli uffici del Genio Civile di Messina e Trapani – che già il Dipartimento Regionale Tecnico nella persona di Salvo Lizzio si sia già attivato per avviare la procedura di sostituzione del direttore dei lavori del dragaggio del porto canale di Mazara del Vallo. Resto fiducioso e mi auguro che i lavori pulizia proseguiranno senza ulteriori ritardi”.
E NESSUN PLAUSO ALLE FORZE DELL’ORDINE – Altro corto circuito, che emerge da questo scarno comunicato del primo cittadino, è l’assoluta assenza di un qualsivoglia cenno di apprezzamento o fiducia nei confronti della magistratura e della Polizia per il lavoro svolto. È come se il tentativo faticosissimo nel nostro Paese di gettare una luce sanificante sui possibili appetiti di pubblici ufficiali infedeli venisse dimenticato, ignorato. Sembra che in Città, ormai, l’unica cosa importante sia l’ultimazione del dragaggio, da realizzare prima possibile, costi quel che costi, ma tale agognato e condivisibile traguardo non può essere raggiunto se non nel pieno rispetto della legge e sostenendo, senza se e senza ma, i suoi tutori.
CORROTTO PER UN ‘PIATTO DI FAVE’ – La presunta corruzione di Teresi si sarebbe sostanziata – secondo quanto scritto nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, Maria Militello – in cambio di una manciata di danari: il classico ‘piatto di fave’. Ecco la lista: 700 € per l’acquisto di un’auto d’epoca Alfa Romeo; un soggiorno gratuito all’hotel Royal di Messina; una cena in un ristorante di Milazzo, per sé ed altri cinque ospiti. Tali indebite elargizioni nei confronti del dirigente del Genio Civile, sarebbero state concesse da Giuseppe Micali, in qualità di titolare della ‘Ecol 2000 srl’ – che si era aggiudicata il lavori – per il dragaggio del porto canale di Mazara, per un importo di 836 mila euro circa. Le regalie a Teresi sarebbero, inoltre, giunte anche dal ravennate Giorgio Calderoni, che con la sua ditta aveva preso parte ai lavori di esecuzione al porto canale. Il dirigente nelle sue funzioni di pubblico ufficiale è accusato (art. 819 codice penale), di aver favorito Micali e Calderoni nella procedura definitiva di aggiudicazione dell’appalto e negli atti ad essa conseguenti. I diversi eventi corruttivi si sarebbero svolti nelle città di Marsala, Messina e Milazzo nei giorni vicini al 10 ottobre 2019, data di aggiudicazione definitiva dei lavori.
Alessandro Accardo Palumbo
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