40 anni di promesse non mantenute. La storia del Commerciale di Marsala
La storia dell’istituto Commerciale di Marsala è l’emblema del fallimento delle politiche sull’edilizia scolastica in Sicilia.
L’Itet “Giuseppe Garibaldi”, come si chiama oggi, vive da 40 anni in affitto in un edificio pensato per essere un albergo. Un edificio non idoneo ad ospitare una scuola, nonostante tutti i lavori di adeguamento fatti. Per quarant’anni tutte le forze politiche di governo, e non, hanno promesso di tutto e di più. Promesse mai mantenute, con generazioni di studenti di una delle scuole più frequentate della provincia di Trapani presi in giro. Traditi, di anno in anno. E di anno in anno le loro proteste sono state dimenticate, silenziate. Con loro quelle dei dirigenti scolastici, dei docenti, del personale. L’ultima speranza per avere un edificio adeguato era il trasferimento nell’ex palazzo di Giustizia. Ma la giunta Di Girolamo ha cambiato idea, si è rimangiata la promessa, e nei giorni scorsi ha inaugurato lì i nuovi uffici tecnici. Una scelta che ha fatto arrabbiare la dirigente del Itet, Loana Giacalone, che non ha usato mezzi termini nel dire che l’amministrazione non ha mantenuto la promessa. Ripercorriamo i punti principali della storia del Commerciale di Marsala.
40 ANNI DI DISAGI E PROTESTE A Marsala, l’Istituto Tecnico Economico Turistico, il Commerciale per intenderci. ha due sedi. Una in via Fici, nel centro storico della città, e una in via Trapani. Proprio qui vengono ospitati quasi 500 studenti ogni anno, più i docenti e il personale scolastico. La scuola di via Trapani, non è una scuola, ma un edificio pensato e costruito per diventare un hotel. Una struttura non adeguata, che è stata rimaneggiata per ospitare le classi dove dovevano esserci le camere d’hotel. Corridoi stretti, aule sottodimensionate, e una palestra allestita in un capannone. L’ex Provincia, che ha competenza sulle scuole superiori, paga ogni canno circa 300 mila euro di canone d’affitto per questa struttura. Da quarant’anni.
E da quarant’anni tutti gli studenti che si sono succeduti, che hanno frequentato il Commerciale, hanno chiesto una scuola. Hanno chiesto una struttura adeguata, protestando contro una classe politica che si è interessata solo a parole e proclami. Tante promesse, pochi fatti.
TRIBUNALE Sì, TRIBUNALE NO
Non solo protesta. I ragazzi del Commerciale avevano proposto una soluzione. Negli anni erano stati promessi edifici nuovi, ristrutturazioni di vecchie strutture, progetti faraonici. Dal progetto di via Vita, al podere Badia alla ex scuola Lombardo Radice. Ma è rimasta tutta una promessa. La loro proposta era semplice, invece. Quando si sarebbe inaugurato il nuovo Tribunale di Marsala, in via del Fante, un’opera attesa da anni, il Commerciale si sarebbe trasferito nell’ormai ex Palazzo di Giustizia di piazza Borsellino. Una proposta fattibile, bastava aspettare che finissero i lavori al nuovo tribunale. Anche l’ex Provincia sposò quest’idea, e fece formale richiesta al Comune di Marsala, proprietario dell’immobile. Il sindaco Alberto Di Girolamo disse sì, poi qualcosa è cambiato.
“All’interno del tribunale solo alcuni locali hanno superfici sufficienti ad ospitare delle aule. Al primo piano c’è un’aula penale che ha caratteristiche sufficienti e che addirittura potrebbe ospitarne due se divisa, al secondo piano ce n’è un’altra e al piano terra una terza. Per il resto sono aule di magistrati, aule dei cancellieri, aule che necessitano comunque di una ristrutturazione da singoli uffici da 15-20 mq per diventare delle aule scolastiche. Il tutto con costi che sicuramente non sono come è stato detto di trecento mila euro. La stima dei costi, ammesso che ci possano essere le condizioni per soddisfare tutte le esigenze del Commerciale, esattamente non può costare, per una ristrutturazione leggera, meno di 300 euro al metro quadro o nel caso di quella pesante, non meno di 1000 euro al metro. In totale si spenderebbe una cifra che va da 1 milione e duecento mila ai 4-5 milioni di euro, ma non ci sarebbe la palestra, non ci sarebbe il parcheggio né gli spazi verdi. Si dovrebbero sostituire i solai, togliere gli impianti attuali e realizzare quelli nuovi e soprattutto adeguare la struttura alla normativa antisismica scolastica che è diversa da quella degli altri edifici pubblici”.
L’INDIGNAZIONE DELLA DIRIGENTE, LA RISPOSTA DEL SINDACO
Una retromarcia che ha fatto infuriare gli studenti, i docenti, il personale. E non solo. Nei giorni scorsi sono stati inaugurati i nuovi uffici tecnici all’ex tribunale. Le foto di rito, il giro per i locali. Un’occasione che ha messo la parola fine alle speranze del Commerciale di avere un edificio suo. Ed è stato motivo di indignazione per la dirigente dell’Itet, Loana Giacalone, che con una lettera pubblica ha espresso tutta delusione per la “promessa non mantenuta” dell’amministrazione. Il sindaco ha risposto che c’è il progetto della Lombardo Radice di Sappusi e ha chiosato polemico: “Da un dirigente scolastico mi sarei aspettato il massimo impegno per raggiungere l'obiettivo migliore per i propri alunni, e non certo un ripiego. Ritengo quindi veramente fuori luogo il comunicato della dirigente, a meno che non abbia un altro fine, dato che siamo alla vigilia delle elezioni”.
IL PIANO DELLA PROVINCIA E IL PROGETTO DI SAPPUSI Dopo anni di affitti pagati dall’ex Provincia, che hanno ingrassato le tasche dei proprietari degli immobili, si è scoperto che c’era un modo per comprare gli edifici. Per decenni l’ex Provincia di Trapani, oggi Libero Consorzio, ha pagato lauti canoni d’affitto per gli edifici di diverse scuole superiori del territorio. E nei mesi scorsi ha scoperto come ottenere un tesoretto per comprare alcuni edifici. Per il Commerciale però la situazione è diversa. Il progetto è quello di utilizzare la ex scuola “Lombardo Radice” di Sappusi, dismessa da tempo, e possibilmente un’area adiacente per l’eventuale costruzione di altri edifici scolastici. Si stima per questo progetto una spesa di sette milioni di euro. E’ stata, nel frattempo, presentata richiesta di finanziamento per la redazione di progetti esecutivi per realizzare edifici scolastici nell’ex scuola “Radice”i, e nell’ex scuola “Cosentino” in viale Regione Siciliana.
Ma ci vorranno anni, tanti anni. E passeranno altre classi, altri studenti che scenderanno in piazza e grideranno la loro rabbia.
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