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27/02/2020 07:15:00

Sicilia, Coronavirus: Musumeci non vuole la Sea Watch. Nuovo caso sospetto

12,20 -  "Nella serata di ieri è stato esaminato a Catania un caso di sospetta positività al Coronavirus, relativo ad una donna catanese rientrata da Milano nei giorni antecedenti l’inizio della emergenza lombarda. La signora è del tutto asintomatica, guarita da ogni sindrome influenzale e si trova precauzionalmente in isolamento domestico". Lo dice l'assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza.

"Per le linee guida nazionali - prosegue -, nella medesima condizione di isolamento domestico sono stati posti i due suoi familiari conviventi: anch’essi sono privi di qualsiasi sintomatologia. Il caso è sotto l’esame del dipartimento competente dell’Asp e del reparto di malattie infettive dell'ospedale 'Garibaldi' di Catania, che sono impegnati a tracciare la scheda epidemiologica".

"Attenderemo, ovviamente, l’esito dell’esame dell’Istituto Superiore di Sanità cui i campioni sono stati inviati - conclude l'assessore - . Gli altri casi esaminati ieri, tra cui quello della paziente ricoverata al San Marco di Catania, sono tutti negativi. E non risulta in città alcuna ulteriore criticità.

NAUFRAGHI. "Il governo di Roma ha respinto la nostra proposta, autorizzando a Messina lo sbarco dei migranti e la loro sottoposizione a isolamento in un hotspot che le autorità sanitarie hanno dichiarato inadeguato allo scopo. È una decisione grave che non rispetta la dignità dei migranti e le preoccupazioni dei siciliani. Sarebbe stato più umano indirizzare la nave in un porto attrezzato e in un territorio lontano dalla emergenza sanitaria. Ne prendiamo atto".
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

07,00 -  Alla fine pagano sempre i disperati, pure nell'emergenza Coronavirus. In Sicilia, infatti, il governatore Musumeci non vuole fare sbarcare la Sea Watch, che ha salvato diverse persone in mare, circa 200,  tra le quali 19 donne e 31 bambini.  Come mai? C'è l'emergenza Coronavirus. Una correlazione logica tra le due cose non c'è, ma Musumeci vuole farsi bello agli occhi di Salvini. Questa mattina la Sea Watch arriva comunque a Messina, e per Musumeci l'hotspot del luogo non è idoneo alla quarantena. Il fatto è, come nota qualcuno, che le norme di sicurezza sono applicate solo alle navi che prestano soccorso in mare, e no alle altre navi ...

Nella caserma Gasparro Bisconte di Messina "sono emerse rilevanti criticità sotto il profilo igienico-sanitario, in merito all'accoglienza di nuovi migranti". Lo scrive il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in una lettera inviata al premier Giuseppe Conte, alla luce del paventato sbarco nella città dello Stretto di circa 200 migranti. Nella missiva a Palazzo Chigi, il governatore rileva che "il Centro di primo soccorso ed identificazione, destinato per legge ad una permanenza breve limitata alla identificazione dei migranti, appare strutturalmente incompatibile con l'esigenza del prolungato regime di isolamento a cui dovrebbero essere sottoposti i cittadini non comunitari in arrivo". Musumeci ha quindi esortato il presidente del Consiglio dei ministri "a condividere il senso di responsabilità nei confronti della Comunità dei siciliani, anche in ragione dell'emergenza nazionale che sta impegnando tutte le nostre strutture sanitarie nella complessa azione di contrasto alla epidemia Covid-19".

"194 poveracci salvati in mare sarebbero, secondo il presidente Musumeci, una sfida al popolo Siciliano alle prese con i casi del nuovo Coronavirus. Poco importa che non arrivino da Codogno o dalla Cina ma dai lager libici in cui il tasso di mortalità (stupri ed esecuzioni sommarie) è piuttosto alto. La richiesta al governo italiano di impedirne lo sbarco a Messina perché facciano a bordo della nave la quarantena è grottesca. Ma se poi si chiama in causa anche il 'popolo siciliano', il grottesco si fa ridicolo". Questo il commento del deputato regionale Claudio Fava. 

RAZZA. L’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza informa sulla situazione in Sicilia: tutti i turisti bergamaschi giunti a Palermo con la donna risultata positiva al Covid-19 sono negativi all’esame del tampone. I casi sono limitati perciò ai tre già ufficializzati, la turista, il marito e un amico di questa.

“In questo momento – continua Razza – la Sicilia non rientra tra le Regioni in stato emergenziale, non avendo rilevato qui un focolaio autoctono. Non esiste un focolaio siciliano del virus. I tre casi sospetti sono epidemiologicamente connessi al cluster originario dell’area nella quale è stata individuata una zona rossa“.
“In Sicilia – aggiunge – sono stati esaminati oltre 100 tamponi faringei e solo tre sono risultati dei sospetti casi positivi. Sono stati trasmessi allo Spallanzani, attendiamo l’esito degli esami che presumo saranno disponibili domani”.

L’esponente della Giunta Nello Musumeci ha confermato inoltre che il gruppo di turisti giunti nel capoluogo con la donna che per prima è risultata positiva al virus sono tutti negativi, a eccezione dei due ulteriori casi confermati del marito e dell’amico della donna. Quest’ultima è ora ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Cervello di Palermo.


“Sono stati tutti tempestivamente posti in isolamento – spiega Razza -. Anche l’accertamento sanitario condotto su operatori e dipendenti struttura alberghiera in cui alloggiavano i turisti bergamaschi ha dato esito negativo. Se c’è una regione per la quale ci siamo trovati ad affrontare un caso sospetto con macchina organizzata e rodata, effettuando subito i tamponi su 30 persone, ponendole in isolamento, sgomberando un intero albergo in poche ore e con il rispetto delle direttive nazionali e perché il dipartimento e le aziende sanitarie avevano adottato con pedissequa attenzione ognuna delle indicazioni fornite dell’Istituto nazionale di sanità“.

“Musumeci ha chiesto al presidente del Consiglio, non appena saranno definiti i passaggi dell’emergenza sanitaria, un tavolo per dare risposte alle attività produttive coinvolte – conclude l’assessore -. In una regione come la nostra dove alcuni indici lasciavano presagire un buon andamento come il turismo, un’attenzione credo sia indispensabile. Da parte del governo c’è stato il massimo dell’attenzione e della disponibilità. Per chi proviene dalle zone gialle permane obbligo di dare comunicazione all’autorità sanitaria e di attenersi ad alcune condotte quale quella di potere informare immediatamente l’autorità sanitaria se dovessero insorgere ragioni di preoccupazione. Solo in quel caso partiranno i protocolli“.