Riceviamo e pubblichiamo una replica di Vito Milazzo, figlio del consigliere comunale di Marsala, Pino, alle indiscrezioni sui movimenti politici in città pubblicate qualche giorno fa.
Gentile redazione, sono Vito Milazzo, 28 anni, in arte il "fidanzatino". Invio la presente per porre alla vostra attenzione e a quella dei lettori, alcune precisazioni riguardo l’articolo “Marsala 2020. Ombra e Carini ufficialmente fuori. La danza delle liste” pubblicato dalla vostra testata in data 24/02/2020.
Dispiace leggere, su una testata seria ed affermata come la vostra, certe illazioni e falsità. Tirare in ballo una relazione d'amore tra due giovani, al solo scopo di creare audience e di screditare i diretti interessati, è semplicemente squallido. Il vostro motto dice: "La democrazia muore nell'oscurità", oggi potremmo dire: "La democrazia muore nella falsità". Inoltre, nella descrizione sottostante il suddetto motto sono riportate le seguenti frasi: "Cerchiamo di informare il nostro pubblico in modo tempestivo, ma non tenteremo mai di arrivare primi su una notizia per il solo gusto di farlo [..] per noi separare i fatti dalle fantasie sono più importanti che battere i nostri concorrenti." La domanda sorge spontanea. Siete sicuri di avere chiari i fatti e di aver separato le fantasie? La ricerca della verità dovrebbe essere per un giornalista la via maestra da seguire ora e sempre. Se aveste ricercato davvero la verità, anziché di fare cortile, avreste certamente capito come stanno le cose.
La "fidanzatina", in arte Alessia Coppola, non si è mai interessata di politica né ha mai avuto aspirazioni ad eventuali candidature. Premesso che il diritto di elettorato passivo, spetta a lei come a chiunque altro cittadino italiano avente i requisiti richiesti dalla legge. Anche a quel gran genio autore/autrice dell'articolo. Il sottoscritto, invece, chi mi conosce lo sa bene, fa politica attiva sin da adolescente, con ruoli anche all'interno di movimenti politici. Screditare le capacità e la passione politica di un giovane solo perché è “figlio di” non dovrebbe essere la “mission” di una testata giornalistica degna di questo nome. Qualora l'autore/autrice dell'articolo abbia eventuali dubbi circa la mia preparazione in ambito politico sarò lieto di dargliene conto, anche pubblicamente, in un confronto alla luce del sole, senza nascondersi dietro una tastiera. Concludo, infine, con un’ulteriore precisazione.
L'ultimo assunto riguardo questa assurda vicenda, contiene un'altra falsità. Infatti, qualora le vostre supposizioni siano vere (e non lo sono), a nessuno dei nostri genitori sarebbe consentito di far parte della giunta, poiché la legge non consente che ci siano parentele di primo grado tra un membro della giunta e un membro del consiglio comunale. Queste nefandezze e falsità rischiano solo di compromettere il dibattito pubblico che deve accompagnare l'elezione del prossimo Sindaco e dei prossimi consiglieri, dibattito che auspico possa svolgersi nel rispetto delle basilari regole democratiche e della verità.