Dura omelia del vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, ai funerali di Rosalia Garofalo, questa mattina. Ha parlato delle vittima come di una donna “considerata e trattata come pecora da macello”.
“Lei ora è nelle mani di Dio, nessun tormento la toccherà più, la sua morte può essere ritenuta una sciagura, la sua partenza da questo mondo una rovina, ma essa è finalmente nella pace, verso la quale l’accompagna la nostra affettuosa preghiera di suffragio, che invoca anche il conforto della fede per il figlio e i parenti tutti, provati da un dolore tanto grande”, le parole del vescovo durante i funerali.
Alla messa per Rosalia Garofalo, massacrata per tre giorni dal marito che lei stessa aveva più volte segnalato alle forze dell’ordine salvo poi ritirare le denunce, hanno partecipato parenti, amici, e anche il sindaco Salvatore Quinci, che ha proclamato il lutto cittadino.
– “Per quanto abbiamo appreso dalle cronache – ha detto ancora il vescovo durante l'omelia – essa è stata vittima di una allucinante fissazione che la riteneva colpevole di infedeltà. Sottoposta a indicibili tormenti e a torture massacranti, sola e senza possibilità di difendersi, è stata vittima di terribili e prolungate sevizie che hanno reso lenta e interminabile la sua agonia". E ancora il religioso ha detto di non poter neppure immaginare “l'abisso di sofferenze patite nel corpo e nell’anima", “associato all'impotenza di fronte alle brutalità del marito”. Dopo l’allarme lanciato dai vicini di casa il 30 gennaio scorso, i sanitari del 118 giunti nella casa di Mazara del Vallo hanno trovato Rosalia riversa sul letto e non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sul suo corpo è stata riscontrata la presenza di numerose ecchimosi, che hanno confermato l'ipotesi secondo cui sarebbe stata picchiata fino alla morte.