Valentina Villabuona, presidente dell’associazione Punto Dritto e dirigente del Pd, il tesseramento del partito si è concluso. Che numeri ci sono per la provincia di Trapani?
Il tesseramento si è concluso il 7 gennaio, in verità ad oggi non si hanno numeri ufficiali, è probabile che si concluda con un migliaio di adesioni. Attendiamo però che vengano comunicati i dati all’ufficio adesione provinciale per procedere alla certificazione degli iscritti.
Pare di capire che non ci sia una grande soddisfazione, i numeri del passato erano di gran lunga più importanti. Il commissario regionale Losacco ha detto che non c’è da preoccuparsi perché, in passato, si trattava di tesseramento gonfiato e che quello di adesso risulta veritiero. Non è una ammissione di colpa? Un corto circuito che hanno pagato i territori?
È evidente che non c’è soddisfazione in generale per le modalità di adesione, perché si sono svolti pochi eventi pubblici e il tesseramento online non ha certo permesso di riconnettere con i territori un partito che per troppo tempo è rimasto fermo.
Il Partito Democratico in Sicilia ha vissuto un periodo molto difficile che ha portato ad un commissariamento ma soprattutto alla disgregazione di una comunità politica, anche volendo prendere per buona la modalità di tesseramento online, questa andava accompagnata con assemblee nel territorio che non ci sono state.
Ho letto le dichiarazioni di Losacco e non solo le sue, ora è chiaro che chi avalla la tesi del tesseramento gonfiato si autodenuncia, soprattutto se negli anni precedenti ha governato il Pd.
Io non ho elementi per sostenere questa tesi, non voglio nemmeno prenderla in considerazione per il rispetto che nutro nei confronti del mio partito, credo invece che la crisi del Pd siciliano e la paralisi del Partito dall’elezione di Faraone al commissariamento abbiano prodotto questo risultato. O si rendono protagonisti gli iscritti tutti i giorni o difficilmente poi le tessere vengono rinnovate.
Credo che se il tesseramento fosse stato preceduto da un lavoro preparatorio sul territorio parleremmo di altri dati.
A breve dovranno essere indetti i congressi di circolo e provinciali, il Pd ha già due aree ben delimitate, una fa capo a Gucciardi che sponsorizza Pasquale Calamia per la segreteria provinciale e l’altra ala è più Trapani centrica e sponsorizza Camillo Oddo. Voi, cioè lei e Marco Campagna, insieme ad alcuni esponenti del nazionale, vi ponete come una terza via innovativa e riformista?
Queste due aree esistono da sempre all’interno del Partito Democratico e che vi siano indiscrezioni su nomi veri o presunti sta nelle cose nel periodo congressuale, il tema è capire che modello di partito vogliono proporre agli iscritti. Io non credo che il problema sia il nome del segretario, ma il metodo di lavoro per individuarlo e soprattutto gli obiettivi che si intendono raggiungere. Ecco, ad oggi il dibattito all’interno del Pd oltre ad essere svolto in sedi non ufficiali si concentra sui nomi e non sul modello di partito da proporre agli iscritti.
Sicuramente insieme a Marco Campagna con cui ho condiviso l’impegno politico in questi anni e con gli iscritti del Pd ragioniamo sul futuro del partito, consapevoli che bisogna andare oltre le aree, guardare all’esterno provando a proporre non un nome ma un modello di partito. Siamo in una fase nuova della politica, la piazza di Bologna non va inglobata, va ascoltata e deve essere da stimolo per creare un Pd diverso.
È chiaro che chi sul territorio si muove su schemi conservativi, può anche vincere il congresso, ma certamente risulterà perdente nella società e le Europee lo hanno dimostrato con l’affermazione di Pietro Bartolo che nel nostro collegio e’ stato il secondo più votato.
Sinceramente preferisco ragionare di come il Pd possa tornare ad essere punto di riferimento di quelle piazze che oggi si mobilitano autonomamente anche nella nostra provincia. I nomi arriveranno al momento giusto e soprattutto attraverso un ragionamento collegiale.
Il Pd può risorgere dopo un periodo non edificante che ha portato lo scollamento dal territorio? Punto Dritto ha fatto più attività politica rispetto ai dem, non è una sconfitta per la classe dirigente?
Punto Dritto nasce proprio dall’esigenza di alcuni esponenti del Partito Democratico di sperimentare nuove forme di partecipazione, di aprirsi all’esterno e confrontarsi con le associazioni, i sindacati, i movimenti per fare Politica su temi importanti ma che devono necessariamente trovare una ricaduta sul territorio. I temi nazionali non possono restare fuori dal dibattito delle nostre comunità ed essere riusciti a discutere di famiglie arcobaleno, mozione Segre, immigrazione e tanto altro, facendo rete con tante belle realtà locali è la dimostrazione che c’è voglia di politica sul territorio. Quando arriva un commissariamento è sempre la sconfitta di una classe dirigente, questo non vuol dire che non si possa ripartire, ci vuole tanta buona volontà, la presenza sul territorio e magari la capacità di creare davvero percorsi unitari, senza invocarli a sproposito magari ponendo veti.
Villabuona, ha iniziato un tour per la provincia di Trapani con i deputati nazionali Carmelo Miceli e Fausto Raciti. Quali le prossime tappe e con che obiettivi?
In realtà abbiamo accolto le sollecitazioni del territorio, mettendo a disposizione i nostri deputati.
Ci sono questioni importanti da affrontare e sabato abbiamo proposto un modello di partito capace di esserci dove serve, dal Cpr di Milo dove si sono verificati disordini, a Castelvetrano al fianco di una comunità che difende il suo ospedale e poi a Calatafimi insieme ad altre associazioni e movimenti per parlare dell’impianto di rifiuti di Gallitello facendo rete con altre realtà della provincia dove sui temi ambientali c’è preoccupazione, penso alla vicenda della Sea di Favignana e al progetto di Marina Bay sul porto di San Vito Lo Capo.
Continueremo a farlo, recependo le sollecitazioni del territorio con chi ha voglia di mettersi a disposizione, fortunatamente il Pd ha rappresentanti ovunque dal Parlamento Europeo all’Ars e il nostro compito è creare le condizioni affinché siano in grado di rappresentare le comunità, fornendo ai segretari di circolo e ai consiglieri comunali gli strumenti per dare risposte ai cittadini.