Cresce la protesta per le strade impraticabili della Sicilia.
Anav - Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori - e Confartigianato regionale, puntano il dito sul «totale degrado delle strade e autostrade del territorio, ormai ridotte a trincee». A destare più preoccupazione è ancora l'A19, «costretta a chiudere il transito dei mezzi pesanti in direzione Catania a causa del viadotto di Resuttano, in condizioni precarie da più un trentennio. Ci chiediamo perché, nel corso di questo periodo, l'Anas si è preoccupata solamente di restringere la carreggiata senza mai rimediare al grave stato dei piloni e delle strutture portanti».
Proprio nei giorni scorsi, il Presidente della Regione, Nello Musumeci, ha attaccato l’Anas sui disservizi registrati nell’autostrada Palermo Catania e sulla mancata manutenzione delle strade di loro competenza.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindacato della Cisl siciliana che, in un lungo comunicato, ha denunciato uno stallo che, nonostante le polemiche e le prese di posizione, continua a persistere. “Anas, Cas? Governo nazionale, governo regionale? Non ci interessano le diatribe – si legge nella nota – né i ping pong di responsabilità né gli annunci roboanti di piani speciali per la Sicilia con effetti sempre di là da venire”.
Per uscire dall’impasse, la Cisl siciliana lancia un appello. “Pensiamo sia arrivato il momento – spiega ancora il sindacato – di una grande mobilitazione che tolga a chiunque l’alibi del non fare o del far male”. La Cisl siciliana quindi sottolinea che l’importante è che i “siciliani desiderano è avere strade sicure e infrastrutture efficienti”.
“Siamo stufi – ha detto Sebastiano Cappuccio, segretario generale – di essere il quarto mondo del sistema italiano dei trasporti”. In particolare la Cisl specifica come senza infrastrutture, la Sicilia resterà sempre indietro rispetto alle altre regioni d’Italia.
“Né si può continuare con le mere prese d’atto dello stato disastroso della viabilità dell’Isola – prosegue la nota – di quella principale sul triangolo Palermo-Catania-Messina come di quella cosiddetta secondaria”.
Ma il sindacato aggiunge che la situazione non è migliore sulle strade provinciali di competenza dei Liberi Consorzi.
“Il governo nazionale – rimarca il sindacato – sblocchi i miliardi per infrastrutture destinati al Sud e alla Sicilia, il governo regionale dia corso alle opere di propria competenza”.
La Cisl ricorda di aver lanciato sul proprio sito, CislSicilia.it, un provocatorio contatore del tempo trascorso dal crollo del viadotto Himera sull’A19 (“quasi 5 anni”), “ma quella strozzatura – sottolineano – è ancora lì. Ben altra sorte è toccata alla ricostruzione del ponte Morandi, a Genova”.
La Cisl ha ribadito poi di aver illustrato criticità e proposte per l’ammodernamento del sistema regionale dei collegamenti, nel maggio dello scorso anno in occasione della presentazione del libro bianco Connettere la Sicilia. Cappuccio aggiunge che la rete siciliana dei trasporti “resta quella che è, nonostante non si possa parlare di carenza di risorse, perché i soldi ci sono ma troppo spesso restano bloccati. Insomma, tutti in Sicilia, cittadini, sindacati, imprese, associazioni, sono stanchi di essere figli di un Dio minore. Così, per la Cisl è tempo di una grande mobilitazione affinché la Sicilia sia riconnessa con il Paese e il resto del mondo”.