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14/01/2020 06:00:00

Rifiuti in Sicilia, la battaglia contro il monopolio dei privati e gli impianti pubblici

 Al problema del sistema della raccolta dei rifiuti che in Sicilia va sempre più spesso in tilt, ora si aggiunge quello della battaglia con i privati che gestiscono le discariche e la concorrenza sui progetti per la realizzazione degli impianti di compostaggio e biogas.

Musumeci ha detto chiaramente che si può arrivare alla revoca delle autorizzazioni. Ma gli stessi privati rispondono a Musumeci e tra questi la Oikos, la società che gestisce l'impianto di Misterbianco che è pronta a portare le carte in un’aula giudiziaria.

La Sicula Trasporti, che gestisce l'impianto di Lentini, il più grande in Sicilia, avverte che la capacità della discarica si sta esaurendo e in quel caso la Regione dovrà dirottare altrove i rifiuti della parte occidentale della Sicilia che non possono più andare a Bellolampo.

I gestori degli impianti privati fanno sentire la loro voce rivendicando un ruolo importante: «Senza i nostri impianti il sistema non sarebbe in equilibrio e non ci sarebbe dove smaltire il l'immondizia non differenziata», così dice Marco Morabito, direttore generale dell'impianto di Lentini.

Il sistema rifiuti in Sicilia con la discarica di Bellolampo al minimo storico di capienza è andato nuovamente in tilt. Le discariche pubbliche attive a Enna, Castellana Sicula, Trapani e Gela riescono a mala pena a servire le loro province e non riescono a incamerare tutti i rifiuti prodotti in Sicilia.

Per questo Musumeci, ha detto che i rifiuti prodotti nell'Isola vanno per il 70% negli impianti dei privati e per il 30 in quelli pubblici. Anche se - fa notare l'assessorato guidato da Alberto Pierobon - fino all'anno scorso il rapporto era 80-20%.

Otto impianti pubblici come soluzione al problema rifiuti e argine al monopolio - Quattro in Sicilia occidentale e quattro in quella orientale. Sono questi gli impianti pubblici alternativi alle discariche pianificati da Musumeci con l'assessore Alberto Pierobon e con i quali si cerca di dare una svolta al sistema di smaltimento dei rifiuti. Sono 8 progetti pubblici tra impianti di compostaggio e biogas. Questi accoglieranno la parte umida dell'immondizia dopo la raccolta differenziata.

Nella Sicilia orientale il commissario Sebastiano Conti Nibali, ha individuato quattro siti: uno nell'area industriale di Catania, uno in quella di Ragusa e uno nel territorio di Siracusa e uno a Messina.

Per la Sicilia occidentale l’impianto sorgerà a Bagheria in un terreno confiscato alla mafia, un altro fra Partinico e Balestrate e uno ad Altofonte, mentre a Bellolampo nascerà un nuovo impianto che affiancherà quello esistente.

Per Musumeci gli impianti su cui la Regione investirà saranno quelli di compostaggio e di biogas con procedimento anaerobico. I primi sono quelli che permettono di produrre concimi dalla fermentazione della parte umida dei rifiuti. Quelli di biogas sono una evoluzione tecnologica: con un procedimento analogo, e senza combustione, viene prodotto metano oltre a fertilizzanti.

La concorrenza dei privati  - A fare la concorrenza anche in questo caso ci sono i privati. Sono tanti i colossi internazionali che già hanno investito e presentato progetti alla Regione. La Asja Ambiente realizzerà due impianti di biogas investendo una somma tra i 50 e i 75 milioni di euro. Uno sarà a Marsala e uno Biancavilla. La Snam e l'Eni a Grottarossa, nel Nisseno, e a Gela. La A2A, un gigante del settore con origini bresciane-milanesi, produrrà biogas trasformando la centrale elettrica di San Filippo del Mela.

"La Regione - afferma Musumeci - ha i progetti pronti e individuate le aree, partirà l'iter autorizzativo. Si dovrebbero impiegare da 2 a 3 anni per realizzare questi impianti". E anche in questo caso, però, i privati potrebbero arrivare prima monopolizzando il settore come per le discariche.



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