Al processo sul depistaggio della Strage di Via d'Amelio nei confronti di tre poliziotti accusati di calunnia aggravata, ci sarebbero delle discordanze tra i nastrini rilasciati dalla macchina che registrava le telefonate effettuate dal falso collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino nel periodo in cui si trovava a San Bartolomeo al Mare e i brogliacci con le trascrizioni delle stesse conversazioni.
La differenza sarebbe emersa dalla relazione della Dia di Caltanissetta, depositata dal procuratore aggiunto Gabriele Paci a Caltanissetta.
Scarantino telefonava ai suoi familiari e ai magistrati nisseni ma le chiamate al vaglio della Dia sono cinque, dirette una alla questura di Palermo e quattro ai magistrati nisseni. La macchina utilizzata ha accertato l'effettuazione delle telefonate, mentre nei brogliacci si parla di impossibilità di registrare per guasti tecnici. Secondo i pm la registrazione sarebbe stata troncata volontariamente. Per il 20 gennaio, è stato citato come testimone Carmelo Petralia, attuale procuratore aggiunto di Catania.