15,00 - Torna in carcere Antonio Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano arrestato ad aprile con l'accusa di favoreggiamento aggravato alla mafia. Il tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso della Procura di Palermo, ha disposto l'arresto dell'ex politico, eseguito ieri sera dai carabinieri del Ros.
I giudici del Riesame sono tornati a pronunciarsi su Vaccarino dopo l'annullamento in Cassazione di una precedente ordinanza di scarcerazione. La Cassazione aveva rinviato il procedimento ad altra sezione del Riesame che, ieri, mutando linea ha ripristinato la misura della custodia cautelare in carcere.
Vaccarino, anni fa protagonista di un fitto carteggio col boss latitante Matteo Messina Denaro, è coinvolto in una indagine che ha svelato una rete di talpe tra ufficiali dell'Arma che avrebbero passato informazioni segrete su inchieste a carico di Messina Denaro.
08,00 - Arriva il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, arrestato (e poi scarcerato dopo 15 giorni) il 16 aprile scorso, insieme al tenente colonnello Marco Alfio Zappalà della DIA di Caltanissetta, e Giuseppe Barcellona, appuntato scelto dei carabinieri di Castelvetrano.
Il Gup, Antonella Tesoriere ha infatti accolto la richiesta della Dda di Palermo, che lo accusa di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale con l’aggravante mafioso.
Secondo i magistrati, Vaccarino, dopo aver ricevuto la trascrizione di un’intercettazione dall’allora maggiore Zappalà, l’avrebbe a sua volta data al mafioso Vincenzo Santangelo.
Le trascrizioni riguardano due soggetti (che però non risultano formalmente indagati) che fanno dei commenti negativi sul Santangelo, convinti che quest’ultimo, da proprietario di un’agenzia funebre, non avesse fatto pagare i funerali del pentito Lorenzo Cimarosa ai familiari.
I due, intercettati avrebbero parlato anche di possibili luoghi di latitanza di Matteo Messina Denaro, anche se questa parte di trascrizione non sarebbe mai arrivata al Santangelo, né inviata al Vaccarino da Zappalà.
L’ex primo cittadino, in passato, aveva partecipato con i servizi segreti ad un tentativo di cattura del boss latitante di Castelvetrano, intrattenendo una corrispondenza fatta di pizzini: lui con il nome in codice “Svetonio” e Messina Denaro con “Alessio”.
Vaccarino, negli anni novanta, venne condannato per traffico di droga. Ma quella sentenza è oggi oggetto di un processo di revisione presso il Tribunale di Catania, dove la stessa Procura generale ha chiesto l’accoglimento della richiesta, sottolineando le falsità delle accuse del Calcara e facendo riferimento ad un depistaggio.
Dopo questo rinvio a giudizio, gli avvocati di Vaccarino Giovanna Angelo e Baldassare Lauria hanno precisato di essere “certi che in dibattimento la vicenda si chiuderà con l’assoluzione. Il professore Vaccarino ha sempre collaborato con lo Stato, a costo di mettere a rischio la sua vita e la sua famiglia”.
La difesa, oltre a rilevare l’annullamento da parte del Riesame della misura cautelare del carcere per insussistenza indiziaria dei reati (provvedimento poi annullato a dicembre con rinvio da parte della Cassazione, su ricorso dei magistrati della Dda di Palermo), ha annunciato che “in sede dibattimentale si esaminerà dettagliatamente la vicenda e porteremo nuove evidenze che dimostrano l’assoluta infondatezza dell’ipotesi di reato di favoreggiamento”.
Il tenente colonnello Marco Alfio Zappalà, accusato invece di rivelazione del segreto d’ufficio ha scelto il rito abbreviato, nel quale è stata chiesta una condanna a 5 anni.
La sentenza dovrebbe arrivare il prossimo 27 febbraio.
Egidio Morici