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29/12/2019 06:00:00

Trapani: il caso delle sorelle Fonte. Cosa hanno visto la sera dell'omicidio Rostagno/2

Continuiamo anche oggi il racconto della vicenda delle sorelle Fonte, Silvana ed Emilia Francesca, (qui potete leggere la prima parte) chiamate a testimoniare al processo Rostagno e protagoniste di un procedimento giudiziario -  nel quale si sono costituite parte civile -, nei confronti dell’avvocato Nino Marino, condannato per diffamazione per averle accusate di aver mentito al processo per difendere il padre, Domenico Fonte, definito dallo stesso Marino, un “pericoloso mafioso”, assieme al fidanzato di una delle due sorelle, Giuseppe Candela.

Oggi approfondiremo nello specifico ciò che è emerso nel corso del processo Rostagno riguardo alla testimonianza delle due sorelle Fonte che la sera del 26 settembre del 1988 hanno assistito, poco prima dell’omicidio del giornalista e sociologo, al passaggio dell’auto dello stesso Rostagno, e di altre due auto.

Testimonianza autentica - Sulla autenticità della loro testimonianza i giudici non hanno dubbi e lo riportano nella sentenza: “Non ci sono mai stati dubbi sulla generosità e genuinità dello sforzo profuso per anni dalle sorelle Fonte per dare il proprio contributo all’accertamento della verità e all’individuazione dei responsabili dell’omicidio Rostagno”.

La Fiat Uno è l'auto dei killer - Grazie alla loro testimonianza nel corso del dibattimento, ad esempio, non c’è alcun dubbio che la Fiat Uno trovata abbandonata in località Rocca di Giglio, totalmente bruciata, fosse l’auto utilizzata dai killer del giornalista. Altro importante contributo è stato dato dalle sorelle Fonte nella determinazione dell’ora esatta del delitto, ma anche nella ricostruzione esatta dei luoghi dove è avvenuto l’omicidio, in particolare della strada che oggi si chiama Rostagno, e che le due sorelle confermano che è rimasta immutata perché tuttora continuano a risiedere nella zona.

Cavi dell'illuminazione pubblica tagliati - Altro punto importante della testimonianza delle sorelle Fonte, è quello relativo al fatto che la sera dell’omicidio Rostagno fosse già calato il buio, reso ancora più fitto dalla mancanza dell’illuminazione dovuta a causa di un guasto o a un’interruzione della corrente da parte del gestore della rete pubblica, mentre nelle abitazioni la luce c’era. Sia Silvana che Emilia nella loro testimonianza fanno risalire la mancanza di luce a qualche giorno prima ma aggiungono quello che è ritenuto un particolare inquietante e cioè che i cavi elettrici erano stati tagliati: “Non avevamo la luce perché i cavi dell’Enel erano stati tagliati”, hanno detto nell’udienza del 18.05.2011.

La grida della ragazza che chiedeva aiuto -  Altri particolari inediti, inoltre, sono venuti fuori anche dall’esame incrociato cui sono state sottoposte le due sorelle Fonte. Quello ad esempio che ha raccontato Emilia quando udì, subito dopo gli spari e la Fiat Uno che era tornata velocemente indietro, la voce di una ragazza che chiedeva aiuto.

Il rinoscimento degli occupanti delle due auto -  Il punto dolente, se così si può dire, sulla testimonianza delle sorelle Fonte, è quello relativo al riconoscimento degli occupanti della Fiat Uno e della Golf che videro passare la sera dell’omicidio Rostagno. Oggi non sono in grado di ricordare le sembianze delle persone che erano all’interno della Fiat Uno che seguiva la Fiat Duna di Rostagno. Nel corso del dibattimento, sono state mosse delle contestazioni su questo punto, e le sorelle Fonte non hanno fatto altro che rinviare a quanto dichiarato e ricordato in anni prima senza mai riuscire ad averne un ricordo esatto.

Nessuna certezza dell'identità degli occupanti - Silvana nel corso del suo intervento, infatti, non ricordava di aver identificato gli occupanti della Uno e almeno uno di quelli che si trovavano a bordo della Golf, e infatti ha dichiarato che né lei né sua sorella hanno si sono espressi in termini di assoluta certezza.  Su questo punto le viene contestato che nel verbale del 3 giugno del 1996 alle ore 20:00 ha dichiarato: “dopo aver osservato bene le foto sono sicura che il soggetto riprodotto nelle foto contrassegnata n°7 dell’album che mi fate vedere è lo stesso che il giorno che anno ucciso Mauro Rostagno si trovava a bordo della Fiat Uno che inseguiva l’auto condotta da Rostagno. Non ricordo dove si trovava seduto il soggetto le cui sembianze sono riprodotte nella foto 7, ma sono certa, senza alcun dubbio, che lo stesso era seduto nella Fiat Uno". La foto numero 7 corrispondeva nello specifico a Giovan Battista Genovese. Stessa versione dei fatti diede anche la sorella Emilia. In dibattimento Silvana ricordava che questo soggetto fosse seduto davanti accanto al conducente, mentre in seguito non ricordava quale posto dell’abitacolo occupasse.

Il ricordo di quanto accaduto il 26 settembre del 1988 Silvana ricorda che era già buio alle 19:00-19:15. Entrambe hanno confermato che la Golf passò intorno alle 19:45, dopo che era già terminato il TG di Rostagno. La zona è di aperta campagna. In quel momento le due ragazze erano a casa e attendevano l’arrivo della madre. Entrambe era state attratte dal rumore dell’auto tipico dei motori diesel e simile a quello dell’auto della madre un’Audi 80 diesel appunto. Silvana presta particolare attenzione alla Golf, si incuriosisce perché le sembrava quella di un amico, Giacomo Trapani. Ma quella era una vecchia Golf targata PA e non TP e lo disse alla sorella che non era né la madre né l’amico. Silvana a quel punto esce di casa e va a giocare a 100-200 metri di distanza con una cuginetta, e si ferma sul sagrato della chiesa ad angolo della via Viale con la via Baglio Quartana; Emilia rimane a casa ad attendere la madre assieme ad un’altra cuginetta. Passano altri dieci minuti e passa la Duna di Rostagno tallonata dalla Fiat Uno. Silvana che si trova sui gradini del sagrato della chiesa ha un’ottima visuale e si accorge che la Duna con a bordo Rostagno e Monica Serra svolta da via Viale per immettersi nella strada della famiglia Fonte e si accorge della Uno e a cui diede un’occhiata all’interno in cui vide tre persone a bordo. Dopo alcuni minuti dal passaggio delle due auto Silvana udìì il rumore degli spari e appena cinque minuti dopo o anche meno vide la Uno tornare a forte velocità.

Discordanza sull'uomo che si toglie la calza dal viso - All’inizio Silvana ha avuto la sensazione che ci fossero solo due persone a bordo, perché il terzo si alzò mentre l’auto le passò vicino. Notò, inoltre, che chi era accanto al conducente si tolse una calza da donna dal viso. Entrambe le sorelle Fonte concordano con il fatto che, seppur avendoli visti per qualche frazione di secondo, gli occupanti della Uno non li avevano mai visti prima.  Rispetto a Silvana, c’è da dire che Emilia vide il gesto di togliersi la calza nella fase di andata, quando la Uno si stava dirigendo verso Saman, seguendo la Duna di Rostagno. Continua…



Infomedica | 2024-11-09 11:19:00
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