Quantcast
×
 
 
16/12/2019 16:30:00

Salemi. Giacomo Di Girolamo al Castello per presentare “Gomito di Sicilia”

Ritorna a Salemi, dopo quattro anni dal suo “Dormono sulla Collina”, Giacomo Di Girolamo per presentare “Gomito di Sicilia”, l’ultima sua fatica letteraria. L’evento e’ previsto per il prossimo giovedì 19 dicembre alle ore 17.30, nel salone del Castello Normanno Svevo.
Per l’Amministrazione comunale saranno presenti il sindaco Domenico Venuti e l’Assessore alle Culture Vito Scalisi.

Leggerà alcuni brani del libro Silvio Spisso, formatosi al Dams di Bologna.  Di Girolamo, vincitore del “Premiolino”, il più importante riconoscimento giornalistico in Italia, non ha bisogno di presentazioni, essendo ormai noto al grande pubblico, grazie al successo da alcune sue opere, tra cui la biografia del boss Matteo Messina Denaro “ L’invisibile”; di “Cosa Grigia”, finalista al premio Piersanti Mattarella; e “Contro l’antimafia”. Anche questa volta Di Girolamo ha fatto centro, piazzandosi subito dopo l’uscita tra i libri più venduti e apprezzati dalla critica.  Si sbaglierebbe se si volesse classificarlo solo come un saggio. Si tratta in effetti di un libro che sfugge ad ogni tipo di classificazione non intendendo essere rinchiuso negli angusti steccati di genere. Già. Perché solo apparentemente si tratta di un libro sociologico o “politico”; anche se affronta il tema della piaga dell’emigrazione, ieri di braccianti, oggi di giovani intellettuali.

Semmai, è una miscela di generi diversi condensati in un unicum, legati da un sottile, ironico e melanconico “fil rouge”. Certo, si obietterà che ognuno ha i propri gusti in fatto di libri, , generi e autori, ma ci sono alcuni libri che superano le categorie e i gusti e che si rivelano semplicemente necessari.  “Gomito di Sicilia” è uno di questi.

E te ne accorgi quando, a lettura ultimata, vorresti ricominciare daccapo , come quando risvegliandoti da un sogno, richiudi gli occhi per continuare a riviverlo, sia pure in dormiveglia.
Il racconto, anche se si snoda in una denuncia di fatti concreti e scottanti (come il pericolo delle trivellazioni nel mare delle Egadi, o l’eolico selvaggio che ha scatenato guerre di mafia per l’accaparramento dei finanziamenti e la deturpazione del paesaggio, o anche del terremoto del Belice o infine la pirandelliana storia del monumento ai Mille di Garibaldi) pur essendo segnato da graffiante ironia e’ sempre permeato da un’atmosfera onirica, quasi magica.

Il martellante rivolgersi alla “sorella”, appare più un artificio letterario per drammatizzare e umanizzare la narrazione invece che un rimpianto per non avere seguito l’arte della fuga. Consapevole forse che essa è sempre legata all’onnipresente nostalgia, intesa nell’autentico significato etimologico del termine: il dolore per il ritorno nella terra natia.  No, e’ qui, in questo “Gomito di Sicilia”, anche se irredimibile, che bisogna rimanere, lottare ma anche sognare, sembra dire, Giacomo Di Girolamo, sulla scia di Leonardo Sciascia.

Per poi, magari, da vecchio, con le chiome già incanutite dal tempo attendere il ritorno delle sorelle, degli amici adagiato sulla stessa sdraio di sempre. Quella stessa sdraio in cui, tra il rilassante sciabordio delle acque dello Stagnone e le inquietanti ventate di uno scirocco incombente, ci immaginiamo Di Girolamo avere buttato i semi per questo suo nuovo libro.
Stiamo sbagliando i tempi e i luoghi? Poco importa. Non e’ forse anche questa la funzione di un buon libro, di scatenare ogni sorta di immaginazione? Non ultimo, come ha scritto un recensore del Nord, il libro può essere letto anche come una piacevole guida turistica, alla ricerca dei luoghi del Mito, di cui è ricca la provincia, accompagnati dai migliori prodotti della tradizione eno-gastronomica trapanese.

Franco Ciro Lo Re