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08/12/2019 08:55:00

Salemi. “Tutta colpa di Eva” in scena per la giornata contro la violenza sulle donne

 E’ noto che gli antichi greci affollavano le arene teatrali con lo stesso spirito con cui assistevano ad una cerimonia religiosa.

La rappresentazione delle tragedie in particolare non era di sicuro occasione per distrarsi o per non pensare, come spesso accade oggi per tantissimi spettacoli.

Al culmine della rappresentazione, lo spettatore, “rapito” dalle emozioni suscitate dal dramma, subiva una sorta di lavacro spirituale.

 “Katharsis”, la chiamavano. Una sorta di purificazione collettiva da tutte le passioni negative, i cui protagonisti erano, da una parte, gli spettatoti e dall’altra gli stessi attori.

 

Un rituale che in tanti hanno intravisto un’anticipazione della moderna  tecnica della psicologia analitica di gruppo freudiana o junghiana.

 

Queste riflessioni ci sono state suscitate sabato mattina mentre assistevamo alla rappresentazione teatrale, dal provocatorio titolo, “Tutta colpa di Eva” della trapanese di San Vito Rosaria Billeci" . 

 

Un evento voluto e organizzato dalla Presidente della Fidapa Anna Rapallo Pilocane, con il benestare del direttore scolastico Amico

dell’Istituto Comprensivo Statale “G. Garibaldi” di Salemi, presso la cui Aula Magna si è esibita la compagnia teatrale “Le Melarance”.  

 

Si tratta di una Associazione con una quasi ventennale attività teatrale alle spalle, caratterizzandosi nel corso degli anni per la presenza al suo interno di professionalità alquanto diverse, ma che tuttavia condividono l'interesse per tutto ciò che riguarda l'umano esistere nelle sue manifestazioni più profonde e oscure.  

“L’obiettivo - ci dice Rosalia Billeci, medico e psicoterapeuta, e che dell’opera è autrice e interprete – “è di valorizzare e dare spazio a quelle parti della psiche umana, irrazionali e spirituali, che la modernità ha amputato e mortificato, ma che continuano a manifestarsi inconsapevolmente e in maniera del tutto distruttiva attraverso gli odi, le efferatezze, le volgarità e i fanatismi.”

 

Non a caso hanno scelto come  motto la frase “Creando vidi che guarivo…creare fu per me guarire” che il poeta tedesco Heine confessò ai suoi lettori e amici essere stato l’imperativo dell’intera sua vita.

 

Ma, oltre che sull’animo umano, lavorando anche su temi di grande impatto sociale, denunciando “violenze e sofferenze inferte da una cultura rigida, scardinare luoghi comuni, tabù, mistificazioni, pensieri acritici e scontati e mettere in moto un pensiero libero che crei un processo di consapevolezza che vada oltre i conformismi e i dogmi”.

 

Abbiamo accennato alla tragedia greca perché ci è sembrato che la struttura dell’opera procede attraverso la contrapposizione dialettica tra le protagoniste (Alda Merini, Sibilla  Aleramo, Franca Viola, Tina Modotti, Goliarda Sapienza, Pippa Bacca, Frida, M. Yourcenar, Cocò Chanel, Simone De Bouvoir) che di volta in volta si alternano sul proscenio e il coro che tenta di smascherare il potere maschile fondato sulla falsità. 

 

Perché è tutto falso, Eva, Lilith, la Vergine Maria, Maria Maddalena.

Falso! Persino le storie come quella della Genesi. Il periodo in cui appunto è nato il maschilismo e il patriarcato e da cui sono nate!

 

Fin dalla creazione della donna, avvenuta da una costola dell’uomo e poi la cacciata dal paradiso per colpa di Eva.

 

Episodi che hanno creato un immaginario collettivo riguardo ai genere.

Non solo. Ma anche due stereotipi di  modelli femminili: il "modello Eva", femme fatale che con la sua perfidia e le sue arti subdole spinge, istiga l'uomo a compiere “involontariamente” ogni scelleratezza e il "modello Vergine Maria" madre dedita ai figli, incapace di vita propria.

Un essere inferiore sia spiritualmente che intellettivamente, quello femminile,  la cui subalternità ha influenzato ogni campo: legislativo, lavorativo, studio, ricerca, ecclesiastico.

 

Come uscirne? Si chiede la Billeci attraverso le sue “eroine”.

 

Solo scardinando dall’interno il sistema creato dal “maschio”, sembra rispondere l’autrice.

Come? Mettendolo in discussione, cercando le motivazioni profonde che hanno portato quel maschio a creare un sistema di coercizione così terribile.

Impresa ardua, ma non è impossibile.

Per il momento, sono gli applausi calorosi ricevuti dalla platea l’unica cosa certa.

Sognante la voce della cantante Anna Cirrincione.

 

Franco Ciro Lo Re